Madre Teresa Santa: la vita come atto di amore

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Nell’omelia di beatificazione di madre Teresa, papa Francesco l’ha indicata come la santa della misericordia: “E’ stata generosa dispensatrice della misericordia di Dio, rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonata e scartata. Si è impegnata in difesa della vita proclamando incessantemente che chi non è ancora nato è il più debole, il più piccolo, il più misero. Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato. Ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini della povertà creata da loro stessi. La misericordia è stata per lei il sale che dava sapore a ogni sua opera, e la luce che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza”.

Nel 1979 le fu assegnato il Nobel per la Pace. In quella occasione destina la somma del premio ai poveri. Memorabile il discorso per la consegna del Premio. Morì a Calcutta 5 settembre 1997. Della sua morte ho un ricordo molto bello, perché in quel tempo frequentavo il Festival del Cinema di Venezia, quindi una situazione molto mondana con molto gossip.

Ebbene in quell’occasione ci fu un vero ‘tributo’ verso madre Teresa, in quanto prima della proiezione dei film nelle sale del festival ci furono spontanei applausi verso lei, perché, come ha detto papa Giovanni Paolo II, proclamandola beata, ella ha dato testimonianza di “un vivere radicale e una proclamazione audace del Vangelo. Madre Teresa pone in rilievo il significato più profondo del servizio: un atto d’amore fatto agli affamati, agli assetati, agli stranieri, a chi è nudo, malato, prigioniero viene fatto a Gesù stesso”.

Ho avuto occasione di aver sentito più volte la sua testimonianza, ma la prima volta avvenne proprio al meeting dell’Amicizia fra i popoli il 29 agosto 1987 a Rimini, in cui ha pregato la Madonna di dare ai presenti il suo cuore immacolato: “Un evento straordinario si produsse quando Maria giunse nella casa della cugina Elisabetta: il piccolo essere, il piccolo bambino ancora non nato, nel ventre della madre dette un balzo, un salto di gioia.

Un fatto molto strano, che Dio abbia usato un bambino non ancora nato per proclamare la venuta di Cristo. E sappiamo oggi quali tremende sofferenze per il bambino non nato! Sappiamo come oggi la madre stessa uccide il figlio, e uccide in lui l’immagine e la vita stessa di Dio: per questa ragione l’aborto è divenuto il maggior distruttore della pace. Per un momento, allora, adesso, preghiamo e ringraziamo i nostri genitori per averci amato, per averci voluto, per averci dato la gioia della vita. Gesù è venuto a recarci la buona novella che Dio ci ama, e ci chiede di amarci gli uni con gli altri così come Lui ama ognuno di noi…

La fame non è soltanto una fame di pane, è una fame di amore, è una fame di amore di Dio; essere ignudi non è soltanto mancare di abiti, essere ignudi vuol dire mancare di quell’enorme dono che è la dignità dell’uomo, della purezza; il non avere una casa non significa mancare di un edificio di mattoni, significa non essere voluti, non essere amati, essere cacciati, emarginati dalla società. Dove inizia questo amore? Nelle nostre stesse famiglie, nella nostra stessa casa. Come inizia questo amore? Pregando insieme.

Le famiglie che sanno pregare insieme rimangono unite, e se rimanete uniti potrete amarvi gli uni agli altri come Dio ama ognuno di voi. Il frutto della preghiera è un approfondimento della fede, il frutto della fede l’amore, il frutto dell’amore è l’essere al servizio, e il frutto del servizio è la pace. Le opere di amore sono opere di pace: ringraziamo quindi Dio per averci dato questa meravigliosa possibilità di condividere la gioia di amarci l’un l’altro”.

Quell’anno papa Giovanni Paolo II aveva proclamato l’anno mariano e madre Teresa ci invitò a condividere la gioia dell’amore: “Condividere la gioia di amare: questo è qualcosa che ogni essere umano deve poter sentire e provare. La gioia di amare non è quanto diamo, ma quanto amore contiene quel che noi diamo.

Per questo è così importante pregare: pregare ci dà un cuore pulito e un cuore pulito può vedere Dio, e se voi vedete Dio l’uno nell’altro vi amerete l’un l’altro come Dio ci ama. Per questo è molto importante che oggi che siamo insieme facciamo una grande promessa: quella di amarci gli uni gli altri come Dio ama ognuno di noi. E’ molto bello per un giovane amare una ragazza e per una ragazza amare un giovane, amarsi l’un l’altro con un cuore pulito.

Il regalo più grande che potete farvi il giorno del vostro matrimonio, è un cuore puro e un corpo puro, casto e vergine. Questa è la mia preghiera per voi: che possiate sempre mantenere un cuore pulito, perché un cuore pulito vi permetterà di vedere sempre il volto di Dio e di amare con un amore tenero”.

In quell’occasione ha invitato a recitare il rosario: “Dovunque la Madonna è apparsa, dappertutto ha chiesto di recitare il Rosario. Portate il Rosario nella vostra famiglia, consacrate la vostra famiglia al Sacro Cuore. Genitori, insegnate ai vostri figli e pregare e pregate con loro. Ho trovato che mostrate un grande amore per Gesù il quale è nel Santissimo Sacramento, per me e per voi. Nella nostra congregazione ogni giorno, per un’ora intera, abbiamo l’adorazione del Santo Sacramento.

Chiedete ai vostri sacerdoti di darvi la gioia di questa ora di adorazione, almeno una volta alla settimana, e giungerete a questo amore per Gesù che è la strada che vi porterà all’amore di Dio. Attraverso l’adorazione Dio toccherà i vostri cuori, e li renderà più puri e più pronti a dire sì a Gesù”.

Ed anni prima, in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Pace nel 1979, disse: “Abbiamo una casa per i morenti a Calcutta, dove abbiamo raccolto più di 36.000 persone solo dalle strade di Calcutta, e di questo grande numero più di 18.000 hanno avuto una bella morte… Abbiamo Gesù con noi e Lui ci ama.

Se potessimo solo ricordarci che Gesù mi ama, e ho l’opportunità di amare gli altri come Lui ama me, non nelle grandi cose, ma nelle piccole cose con grande amore, allora la Norvegia diventerebbe un nido d’amore. E quanto bello sarà che da qui sia stato dato un centro per la pace. Che da qui esca la gioia per la vita dei bambini non nati. Se diventate una luce bruciante nel mondo della pace, allora veramente il Nobel per la pace è un dono per il popolo norvegese”.

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