Da papa Giovanni Paolo II a papa Francesco: un invito a non perdere la memoria

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“Un immenso ‘grazie’ a voi, cari giovani! San Giovanni Paolo II ha gioito dal Cielo, e vi aiuterà a portare dappertutto la gioia del Vangelo… Dio conta su di te per quello che sei, non per ciò che hai. Ai suoi occhi vali e il tuo valore è inestimabile… Dio ci ama così come siamo, e nessun peccato, difetto o sbaglio gli farà cambiare idea”.

Questi sono i tweet di papa Francesco lanciati ai giovani nell’ultima giornata della Giornata mondiale della Gioventù. Altri tweet significativi: “Gesù cerca cuori aperti e teneri verso i deboli, mai duri; cuori docili e trasparenti. Gesù desidera cuori veramente consacrati, che vivono del perdono ricevuto da Lui, per riversarlo con compassione sui fratelli”.

Tweet che mostrano feeling con il mondo giovanile, perché non sono né adulatori, né banali, ma invitano i giovani a prendere seriamente l’impegno della vita, come ha sottolineato nell’omelia della concelebrazione eucaristica della GMG: “Non lasciatevi anestetizzare l’anima, ma puntate al traguardo dell’amore bello, che richiede anche la rinuncia, e un ‘no’ forte al doping del successo ad ogni costo e alla droga del pensare solo a sé e ai propri comodi…

Non fermatevi alla superficie delle cose e diffidate delle liturgie mondane dell’apparire, dal maquillage dell’anima per sembrare migliori. Invece, installate bene la connessione più stabile, quella di un cuore che vede e trasmette il bene senza stancarsi. E quella gioia che gratuitamente avete ricevuto da Dio, per favore, gratuitamente donatela, perché tanti la attendono! E la attendono da voi”.

Ed ha invitato i giovani a non cedere alla mondanità, venduta a basso costo: “Potranno giudicarvi dei sognatori, perché credete in una nuova umanità, che non accetta l’odio tra i popoli, non vede i confini dei Paesi come delle barriere e custodisce le proprie tradizioni senza egoismi e risentimenti”. E con i giornalisti, ritornando a Roma, ad una domanda sulla sintonia con i giovani ha risposto:

“A me piace parlare con i giovani e mi piace ascoltare i giovani. Loro mi mettono sempre in difficoltà perché mi dicono cose che non ho pensato o che ho pensato a metà. Giovani inquieti, creativi… e da lì prendo questo linguaggio. Tante volte devo domandare che cosa significano alcune espressioni. Il nostro futuro sono loro, e dobbiamo fare il dialogo tra passato e futuro.

Per questo io sottolineo tanto l’importanza del dialogo tra i giovani e i nonni, perché possiamo dare anche la nostra esperienza: che loro sentano il passato, la storia, che la riprendano e la portino avanti con il coraggio del presente. E’ importante. A me non piace quando sento dire: questi giovani dicono stupidaggini! Anche noi ne diciamo tante. Loro dicono stupidaggini e dicono cose buone, come noi, come tutti. Noi dobbiamo imparare da loro e loro da noi. E così si cresce senza chiusure e senza censure”.

In questo viaggio non poteva non mancare un riferimento (e papa Francesco l’ha chiamato in causa in tutti i suoi discorsi) al Santo di ‘casa’, colui che, con il card. Pironio, ha ‘inventato’ queste giornate: Giovanni Paolo II, che nel 1991 andò in Polonia, a Jasna Gora, caduto il muro di Berlino, per dare un nuovo impulso ai giovani.

E c’è chi ha voluto cercare a tutti i costi un confronto. Io c’ero (ha piovuto, anzi ha diluviato tutti i giorni!) e le parole del papa furono altrettanto inviti all’impegno di testimoniare il vangelo nella vita quotidiana, insistendo sulla memoria:

“Mi ricordo. Sono vicino a Te – mi ricordo di Te. Accanto alla croce di Cristo, il primo simbolo della nostra veglia, è stata posta la Bibbia, la Sacra Scrittura, il Libro… Non dimenticate la creazione. Non dimenticate la Redenzione: la Croce, la Risurrezione, l’Eucaristia, la Pentecoste. Tutte queste cose sono manifestazione dell’ ‘Io-Sono’ divino. Dio opera e Dio parla all’uomo: si rivela all’uomo fino all’intimo mistero della sua vita…

La Sacra Scrittura, la Bibbia, è il libro delle opere di Dio e delle parole del Dio vivo. E’ un testo umano, ma scritto sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. Egli stesso, lo Spirito, è pertanto il primo Autore della Scrittura… L’uomo è davanti a Dio, rimane presso Dio mediante l’azione del ricordare. In tal modo egli conserva le parole di Dio e le grandi opere di Dio, meditandole nel suo cuore come Maria di Nazaret. Prima che gli autori ispirati annotassero la verità della vita eterna rivelata in Gesù Cristo, tale verità era già stata annotata ed accolta dal Cuore della Madre sua.

Maria ha fatto questo nel modo più profondo, divenendo essa stessa un ‘testo vivente’ dei misteri divini… Partendo domani da qui, facciamo di tutto per conoscere sempre più profondamente Cristo. Sforziamoci di rimanere in contatto intimo con il Vangelo, con la parola del Dio vivo, con la Sacra Scrittura, per conoscere meglio anche noi stessi e per comprendere quale sia la nostra vocazione in Cristo, Verbo Incarnato”.

E nell’omelia conclusiva della IV GMG consegnò ai giovani questo mandato: “Su voi, giovani dell’Est e dell’Ovest europeo, il vecchio continente conta per costruire quella ‘casa comune’ da cui s’attende un futuro di solidarietà e di pace. Su voi conta la Chiesa, che nella prossima Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi si raccoglierà per riflettere sulle conseguenze derivanti dai recenti mutamenti e per predisporre le opportune iniziative in ordine ad una più incisiva azione pastorale nel continente.

Per il bene delle generazioni che verranno è necessario che la nuova Europa poggi sul fondamento di quei valori spirituali che costituiscono il nucleo più intimo della sua tradizione culturale… Voi siete la giovinezza della Chiesa, che s’appresta ad affrontare il nuovo Millennio. Siete la Chiesa del domani, la Chiesa della speranza!

Cari giovani, voi sapete, per esperienza, che il crollo dell’ideologia nei Paesi dell’Europa Orientale ha lasciato in molti vostri compagni il sentimento di un grande vuoto, l’impressione di essere stati ingannati e una deprimente angoscia di fronte all’avvenire. Anche nei Paesi dell’Europa Occidentale gran parte della gioventù ha perso i motivi per cui vivere. Il fenomeno della droga è un sintomo di questo profondo smarrimento.

Il disinteresse per la politica tradisce in molti il senso di impotenza nella lotta per il bene… Molto di quel che sarà domani dipende dall’impegno della generazione cristiana di oggi. Dipende soprattutto dall’impegno vostro, giovani carissimi, che presto avrete la responsabilità di decisioni da cui dipenderanno le sorti non solo vostre, ma di molti altri con voi…

Ecco ciò che può temprare il vostro cuore e spingerlo ad osare le imprese più ardue: il fuoco che Gesù ha portato, il fuoco dello Spirito Santo, che brucia ogni umana miseria, ogni gretto egoismo, ogni pensiero meschino. Lasciate che questo fuoco divampi nel vostro cuore”.

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