Papa Francesco: con Pietro a Panama

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Prima di ritornare a Roma papa Francesco, nella ‘Tauron Arena’ ha ringraziato i 25.000 volontari che hanno permesso la buona riuscita di questo incontro con i giovani, che lo hanno accolto per una grande festa: stanchi e felici. Sono i ‘giovani della misericordia’ che hanno accompagnato i giovani, perché amare è servire.

Sperimentando a Cracovia la via della Misericordia ritornano nei loro Paesi di origine più fortificati nella fede. Come ha affermato nel saluto di benvenuto mons. Damian A. Muskus, coordinatore generale del Comitato organizzativo della GMG di Cracovia,ringraziando il papa: “Qui, a Cracovia, hanno sperimentato la forza della divina Misericordia e vogliono andare più in là, per servire, per essere, nel mondo, strumenti del Signore misericordioso, che chiede amore. Giovani amici, siete voi la speranza per questo mondo! E’ con noi la Madonna di Kalwaria Zebrzydowska.

Fu Lei ad educare il piccolo Karol Wojtyła, divenuto poi papa Giovanni Paolo II. Da Lei si recava come pellegrino da ragazzo, e da sacerdote e vescovo a Lei affidava le difficoltà della Chiesa della quale era Pastore. Sulle sue tracce, spesso i volontari polacchi della GMG e l’intero Comitato GMG,si sono recati come pellegrini a Kalwaria, per porre nelle mani sicure di Maria la grande iniziativa dell’incontro mondiale dei giovani”.

Ed i volontari hanno acclamato ‘Papa Francesco’ con grande entusiasmo: “Grazie per la tua gioia e la tua umiltà. Ci vediamo a Panama”. Un volontario ha accolto il papa: “Accesi dal fuoco della misericordia vogliamo dare testimonianza della fede”. Una volontaria polacca ha raccontato la sua esperienza:

“Ho ritrovato il mio posto nella Chiesa e nella vita. Ricordo tuttora l’ultimo incontro di Papa Francesco con i volontari in Rio. Mi trovavo tra migliaia di volontari e mi chiedevo cosa avrei voluto fare nella mia vita. Il Papa disse allora: Non temete, forse non tutti ancora sanno cosa fare nella vita, quale strada prendere e come trovare le risposte a molte domande che preoccupano un giovane. Chiedetelo a Gesù, pregate e confidate tutto a Lui. Egli vi darà la risposta. Una cosa è certa: Dio ha un piano per ciascuno! Allora, ho sentito in me pace, gioia e certezza che è veramente così”.

Poi il momento più intenso di queste giornate con la lettura della testimonianza di Maciej Ciešla, il volontario che è stato stroncato da un tumore pochi giorni prima: “Oggi, al mio posto avrebbe dovuto parlare Maciek, il nostro grafico, ma il 2 luglio il Signore l’ha chiamato a sé dopo una lunga malattia. Non so cosa Maciek avrebbe voluto dirci, ma so cosa mi ha insegnato, la fiducia. Pochi giorni prima di lasciarci, postò in Facebook queste parole che mi hanno fortemente commossa: ‘non importa quel che succederà – mi fido di Te’. Credo che ora Maciek si trovi in cielo e perciò, come mi ha detto un sacerdote, si trova nella principale sede di comando della GMG. Per questo tutto va così bene”.

Infine Christian Gregorio, un diacono volontario panamense, ha raccontato le sue esperienze nelle passate edizioni: “Essere volontario significa trasmettere la misericordia di Dio. Essere volontario vuol dire crescere in santità ed in misericordia… Benvenuto nella nostra grande Patria. Vi aspetto a Panama”.

E dopo la standing ovation papa Francesco ha ringraziato i volontari “per l’impegno, la generosità e la dedizione con cui avete accompagnato, aiutato e servito le migliaia di giovani pellegrini. Grazie anche per la vostra testimonianza di fede che, unita a quella dei tantissimi giovani provenienti da ogni parte del mondo, è un grande segno di speranza per la Chiesa e per il mondo.

Donandovi per amore di Cristo, voi avete sperimentato quanto è bello impegnarsi per una nobile causa, e quanto è gratificante fare, in compagnia di tanti amici e amiche, un percorso anche faticoso, ma che ricambia la fatica con la gioia e la dedizione con nuova ricchezza di conoscenza e di apertura a Gesù, al prossimo, a scelte di vita importanti”.

Scherzando il papa ha detto che ha scritto cinque pagine, un po’ noioso, ed ha parlato a braccio in spagnolo: “Preparare la GMG è tutta un’avventura, lavorare, fare e poi darsi l’arrivederci, io voglio ringraziare tutti voi, per tutto quello che avete fatto, voglio ringraziare per le ore di preghiera che avete fatto, molto lavoro e molta preghiera…

Grazie ai sacerdoti che vi hanno accompagnato, grazie alle religiose e ai religiosi che vi siete messi in questa avventura con la speranza di riuscire ad arrivare alla fine… Voglio ringraziarvi per le ore di preghiera che avete fatto, perché potessimo andare avanti”. Infine il papa ha detto che i giovani sono la speranza del futuro a due condizioni:

“Voi siete la speranza del futuro, però a due condizioni: avere la memoria di tutta la mia storia, memoria di quello che ho ricevuto dai miei genitori, un giovane senza memoria non è speranza per il futuro. Parla con i genitori, ma soprattutto con i nonni. Dovete ricevere la torcia del nonno e della nonna.

Mi promettete che per preparare Panama parlerete di più con i nonni? E se non ci sono i nonni, parlerete con gli anziani? E farete le domande? Domandate, è la saggezza di un popolo”. Nel colloquio con i giovani ha affermato che non è sicuro di esserci, ma “Pietro sarà a Panama e vi chiederà se avete seminato per il futuro”. Infine ha invitato i volontari a recitare una preghiera alla Vergine e di pregare per lui.

E prima di lasciare l’Arena gli ultimi abbracci del papa con i volontari con l’inno di questa indimenticabile GMG, tra lo sventolìo di molte bandiere.

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