Dalla GMG una lettera a papa Francesco per chiedere il disinvestimento dalle fonti fossili

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La GMG ha mostrato, da sempre, giovani desiderosi di cooperare per rendere un mondo migliore e così i giovani di 350 organizzazioni non governative e di 141 movimenti giovanili, insieme al Global Catholic Climate Movement, hanno scritto a papa Francesco, proprio in questi giorni, per ringraziarlo per il suo impegno in favore del clima e chiedergli di lanciare un appello per il disinvestimento dalle fonti fossili all’interno del mondo cattolico.

L’appello è un’importante iniziativa affinché anche nella Chiesa Cattolica venga avvertita come sempre più impellente l’esigenza morale di abbandonare gli investimenti nell’industria delle fonti fossili, coerentemente con i valori proclamati nell’Enciclica ‘Laudato Sì’, che è sostenuta anche in Italia dalla campagna #DivestItaly, che si sta rivolgendo prioritariamente proprio agli istituti e organizzazioni cattoliche per incoraggiarle a disinvestire dalle fonti fossili.

Nella lettera i giovani, appartenenti a movimenti cattolici (tra cui i movimenti gesuiti), ma anche non credenti, scrivono per difendere la loro generazione e quelle future da una possibile ‘catastrofe climatica’: “La nostra generazione potrebbe diventare testimone di un incremento di 2ºC della temperatura globale, e assistere in prima persona ad alcuni degli effetti più gravi causati dal cambiamento climatico.

Pur sull’orlo di questo precipizio, ci troviamo uniti in un vasto movimento globale che invoca giustizia ambientale. Nonostante le nostre differenze culturali, nazionali e religiose, ci riconosciamo come fratelli e sorelle di una comunità globale. Crediamo che la Giornata Mondiale della Gioventù rappresenti un’incredibile opportunità per imparare l’uno dall’altro riguardo ai nostri ruoli a salvaguardia dell’ambiente, e guardiamo a Lei come leader di questo movimento”.

Il motivo di questo impegno da parte dei giovani deriva dall’attenta lettura dell’enciclica ‘Laudato sì’ e di sant’Ignazio di Loyola: “Sant’Ignazio di Loyola ci ha incoraggiato a vedere Dio in tutte le cose: sfortunatamente, molti dei nostri leader stanno ignorando questa importante lezione. La risposta politica internazionale al cambiamento climatico è stata incredibilmente debole.

Il messaggio che stiamo promuovendo nel mondo attraverso il nostro movimento per il disinvestimento dalle fonti fossili richiama la Sua osservazione sul fatto che ‘ci sono troppi interessi particolari e molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l’informazione per non vedere colpiti i suoi progetti’.

Ci troviamo completamente d’accordo con la sua analisi, Santo Padre, e vediamo nel disinvestimento un mezzo per ridurre il potere politico dei gruppi di interesse legati alle fonti fossili, un potere che fino a questo momento ha impedito l’adozione di un’appropriata legislazione sul clima. Come Lei ha affermato, le fonti fossili altamente inquinanti devono essere sostituite al più presto, e ciò non potrà accadere finché questi gruppi avranno un’influenza diretta sui processi politici”.

I giovani sono stati molto colpiti dalla domanda che il papa ha posto nel secondo Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari: “Riusciamo a riconoscerlo? Questi non sono problemi isolati. Mi chiedo se riusciamo a riconoscere che tali realtà distruttive sono parte di un sistema che è diventato globale. Sappiamo riconoscere che questo sistema ha imposto la logica del profitto a qualsiasi costo, senza preoccuparsi dell’esclusione sociale o della distruzione della natura?”

A questa domanda i giovani hanno affermato di voler ‘combattere’ questa battaglia perché hanno studiato accuratamente quali sono le conseguenze del ‘capitalismo estrattivo’: “La strategia del disinvestimento è fondamentale per il movimento per la giustizia climatica, poiché ci costringe a pensare a come le varie questioni siano interrelate su scala globale. Non si può affrontare veramente la crisi climatica e i problemi di ingiustizia ambientale se non si modifica il più ampio sistema che permette a tali ingiustizie di continuare ad esistere.

Attraverso l’appello alle nostre istituzioni affinché ritirino i propri capitali dalle aziende legate alle fonti fossili e li reinvestano nelle energie rinnovabili indirizziamo il dibattito sui cambiamenti climatici sulla strada verso un nuovo sistema globale, di cui abbiamo urgentemente bisogno”.

La lettera si conclude con chiedere al papa un sostegno all’iniziativa per assicurare ai giovani una speranza nel futuro ed un mondo giusto, per dare avvio alla ‘globalizzazione della speranza’: “Siamo stati ispirati e rinvigoriti dalla Sua testimonianza del Vangelo e dalle Sue sollecitazioni per un cambiamento reale e strutturale.

Le chiediamo di fare appello alle nostre organizzazioni, così come ad altre istituzioni, affinché disinvestano dalle fonti fossili. Alcune delle più grandi organizzazioni cattoliche hanno ancora milioni di dollari investiti in aziende legate ai combustibili fossili, altamente inquinanti.

Nell’arco di pochi anni questo movimento è cresciuto a una velocità straordinaria e ha raggiunto risultati importanti, tuttavia molte delle nostre istituzioni, pur facendo riferimento a valori cristiani, stanno purtroppo ignorando il Suo appello per la giustizia climatica rifiutandosi di disinvestire. Le chiediamo inoltre di proseguire gli sforzi per il disinvestimento del Suo stesso ‘campus’, dal momento che il Vaticano ha la stessa responsabilità delle nostre università o istituzioni nel rompere i propri legami con l’industria delle fonti fossili”.

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