Gmg 2016, i Vescovi italiani incontrano i giovani

Condividi su...

La Giornata Mondiale della Gioventù è un evento che coinvolge la Chiesa, in uno scambio vicendevole tra i fedeli ed i religiosi per raggiungere un unico intento: la comunanza con Dio. Diversi gli interventi dei Prelati italiani, i quali con le loro catechesi hanno animato l’evoluzione della Gmg.

Si comincia con mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica, con le risposte alle domande dei giovani delle diocesi di Ancona, Senigallia, Loreto, Camerino, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto presenti alla catechesi tenuta a Wola Radziszowka.

Il presule ha raccontato la sua esperienza spirituale con Dio, il suo incontro con lui: “Ho avuto un tonfo al cuore, è stato un momento difficilissimo, piansi. Il Signore però fu capace di condurre il mio cuore, mi fece comprendere quale fosse la mia strada e decisi di proseguire il cammino vocazionale e in senso professionale di appendere le ‘scarpette al chiodo”.

Schietta e sincera è la catechesi del Card. Giuseppe Betori, Arcivescovo metropolita di Firenze. Presso la parrocchia di Santa Rafala a Kliny-Zacisze si è intrattenuto con 300 giovani della diocesi di Vicenza in una discussione sulla fede la quale è fragile quando è sfidata dalle questioni di oggi.

Ad una domanda sulla tragica morte di padre Jacques Hamel, dichiara Betori: “I ragazzi che hanno sgozzato il prete francese avevano la vostra età. È la follia che torna a lacerare l’umanità, come già accaduto qui vicino, ad Auschwitz. Ma se l’uomo è così indegno, come può avere un futuro? Se guardo me stesso, non c’è speranza. Se guardo Dio in croce, vedo la certezza di un amore che si è consumato per tutti, senza distinguere”.

Padre Roberto Carboni, vescovo di Ales-Terralba, lancia invece una provocazione ai ragazzi delle diocesi della Sardegna che, insieme ad alcuni gruppi di Taranto, Milano, Roma, al Movimento ecclesiale carmelitano e alla Gioventù Ardente Mariana, si sono dati appuntamento presso la Chiesa dei Carmelitani per la prima giornata di catechesi.

“Con le mani – afferma Carboni – Gesù solleva dalla polvere la donna adultera, accarezza i bambini, spezza il pane e lava i piedi dei discepoli. Non ha paura di sporcarsi con noi, è disposto a toccarci e, come una madre, quando ci vede camminare verso il peccato si lancia per afferrarci”.

Anche mons. Nunzio Galatino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, a Klaj, cittadina dei sobborghi di Cracovia, davanti a circa 500 giovani in prevalenza pugliesi ha chiarito che: “Il nostro progetto di vita è avere il cuore orientato verso il misero. Ogni giorno. Vuol dire guardare dove il mondo di oggi ha bisogno di questo eccesso di amore che è la misericordia. Le scelte di un credente vanno fatte così.

Un giorno senza misericordia è un giorno perduto, fuori dalla storia di Dio”. In riferimento alla domanda sull’indifferenza religiosa di tanti che si definiscono credenti e che in realtà non mettono in pratica il Vangelo, Galantino esorta a “non essere vittime dei luoghi comuni. Non autoflagelliamoci inutilmente. Nelle nostre chiese c’è gente splendida. Non è vero che tutto il marcio sta dentro e la bellezza fuori”.

Nella chiesa di San Giovanni Battista Cracovia, fatta costruire da Giovanni Paolo II, il Vescovo Enrico dal Covolo, rettore dell’Università Lateranense, risponde ai 1000 giovani presenti giovedì 28 luglio alla sua catechesi. “La fede e l’amore – dice il Rettore – non si imparano sui banchi di scuola. Passano attraverso l’esperienza. E se ne promuovete di buone, crescerete felici. Le sole parole non convincono. Occorre farne l’esperienza. Come quella che state vivendo voi qui, con tanta serietà. Vi ammiro per questo. E’ un evento che dovete segnare sul vostro libretto personale”.

È il turno del card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei e vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. Dalla Chiesa dei benedettini a Cracovia, risponde ai quesiti dei giovani in merito alle dinamiche dei social network in relazione alla vita cristiana:

“Stare connessi non significa automaticamente vivere in relazione: custodite momenti di silenzio, selezionate, datevi dei tempi e delle regole, se volete essere liberi davvero; solo chi si riconosce bisognoso –continua il Cardinale– impara poi la disponibilità con gli altri”; “Cercate un punto unificante, una sintesi alla ricchezza che siete; siamo una nostalgia, più protesa sul futuro che ripiegata sul passato”.

Dalle prove della vita bisogna imparare per trarne il buono. È questo il messaggio di fondo della catechesi di mons. Orazio Francesco Piazza, vescovo di Sessa Aurunca. Nel racconto delle sue esperienze personali, dal sacerdozio e all’insegnamento, invita i giovani a non cadere nell’errore. “L’equivoco –osserva Piazza– è credere che essere liberi voglia dire disobbedire. Invece, come mi ha aiutato a capire uno studente, si può essere liberi anche dicendo sì, anche nell’obbedienza”.

L’Arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, rende l’incontro con i 640 ragazzi del Movimento giovanile salesiano, conviviale e amicale. A Cracovia, nella parrocchia del Santissimo Cuore del Signore Gesù di Najswietszego Serca Pana Jezusa, parla dell’amicizia. “Che ruolo ha l’amicizia all’interno di un movimento?”, chiede una ragazza dell’assemblea.

Il presule risponde: “Quando sono arrivato in Brasile ero spaesato, ma ho chiesto al Signore di darmi anche lì una compagnia, tanti amici quanti ne avevo in Italia. E se alla mia partenza in aeroporto erano venuti a salutarmi in 500, alla prima catechesi che ho tenuto in quella terra erano in 4.000. Anches voi ragazzi –continua Santoro– appiate che il cammino che farete sarà più bello all’interno di un’amicizia e che vi è chiesto di portare per il mondo e far brillare il carisma di Don Bosco”.

La fede e la perdita di qualcosa di importante anima la discussione tra i giovani della Diocesi di Como, Vigevano, Lodi e Pavia e Mons. Maurizio Gervasoni, Vescovo di Vigevano e delegato alla pastorale giovanile nell’ambito della Conferenza episcopale lombarda. Esorta il porporato: “L’abisso del male attraversa la nostra vita e confina con l’abisso della fede. Noi siamo stati abbracciati da un amore grande: Dio ha messo nelle nostre mani il dono prezioso della misericordia, nonostante le nostre fragilità”.

Diversi dunque i temi trattati, i quali spaziano dalle esigenze più materiali sino a quelle più escatologiche, affinché il bagaglio personale di ogni giovane possa arricchirsi delle tante sfaccettature che un buon cristiano dovrebbe possedere.

Free Webcam Girls
151.11.48.50