Trivento: l’arte sacra nel nome di Marcello Scarano

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Il più importante artista molisano del ‘900 in mostra a Trivento, il comune della provincia di Campobasso che è anche sede arcivescovile. Con una cerimonia inaugurale avvenuta sabato 23 luglio, l’esposizione dal titolo ‘Iconografia della fede’ sarà in mostra sino al 31 Agosto.
A curare l’iniziativa, il critico d’arte Massimo Bignardi, che ha allestito una raccolta proveniente da fondi e collezioni private.

Organizzata presso i locali della Fondazione Molise Cultura nel museo diocesano di arte sacra, ha lo scopo di far conoscere un sodalizio tra il mondo dell’arte a quello religioso, che nel corso del tempo ha donato all’umanità capolavori ineguagliabili. Come sottolinea Bignardi: “Scarano è un pittore che a metà del secolo, anni nei quali l’arte affermava col gesto e col segno la necessità dell’esistenza, il primigenio urlo della vita, riprende a narrare con il lessico delle cose semplici, il suo desiderio di tuffarsi nel mare dell’umanità”.

Prosegue il Critico, affermando che: “Nell’atto di fede, scriveva Paul Claudel, c’è sempre un momento in cui bisogna chiudere gli occhi e buttarsi in acqua con cuore intrepido e senza garanzia apparente. Così è stato Scarano, la fede ha invaso la sua pittura, con la stessa intensità di un fiume in piena.

Piccole tele, fogli di cartone, un lessico figurativo e abbreviato – per nulla debitore a Chagall diversamente da come si legge ripetutamente – proprio di quel dizionario iconografico che le edicole votive, gli affrettati e provvisori altarini sparsi per le campagne offrono ancora al nostro sguardo”.

Marcello Scarano è stato un pittore schivo rispetto ai centri della cultura nazionale. Consapevole dello stato dell’arte italiana del suo tempo, sapeva essere critico e originale con lavori motivati e mai banali. Pluripremiato, i suoi dipinti con il tempo crescono di autorevolezza all’interno di esposizioni nazionali, tra cui la Biennale di Venezia e la Triennale di Milano, e all’estero.

Giulio Carlo Argan, di lui scrisse al noto poeta Giuseppe Jovine nel 1985 che: “Se non fosse vissuto così isolato nel suo Molise avrebbe certamente potuto trovare più di un punto di contatto con i movimenti artistici. Anche così, tuttavia, la sua opera merita senza dubbio più che una rievocazione in ambito provinciale: mi pare quindi giusto ed opportuno che venga organizzata una sua ampia mostra in ambito nazionale.

La sede più appropriata sarebbe naturalmente la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma. Come già ti ho detto non sarebbe soltanto un contributo alla storia dell’arte molisana ma italiana”.

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