Papa: Maria Goretti sia per i giovani la strada della misericordia

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Nel giorno della canonizzazione di santa Maria Goretti, papa Pio XII chiese ai fedeli convenuti in piazza San Pietro (la prima volta di una canonizzazione nella piazza), il 24 giugno 1950, il motivo della loro presenza: “Perché, diletti figli, siete accorsi in così sterminato numero alla sua glorificazione? Perché, ascoltando o leggendo il racconto della sua breve vita, così somigliante a una limpida narrazione evangelica per semplicità di linee, per colore di ambiente, per la stessa fulminea violenza della morte, vi siete inteneriti fino alle lacrime? Perché Maria Goretti ha conquistato così rapidamente i vostri cuori, fino a divenirne la prediletta, la beniamina?

Vi è dunque in questo mondo, apparentemente travolto e immerso nell’edonismo, non soltanto una sparuta schiera di eletti assetati di cielo e di aria pura, ma folla, ma immense moltitudini, sulle quali il soprannaturale profumo della purezza cristiana esercita un fascino irresistibile e promettente: promettente e rassicurante”.

Ed invitava i genitori a vigilare sui propri figli, con l’insegnamento della bellezza: “E voi, padri e madri, al cospetto di questa moltitudine, dinanzi alla immagine di questa vergine adolescente, che col suo intemerato candore ha rapito i vostri cuori, alla presenza della madre di lei, che, educatala al martirio, non ne rimpianse la morte, pur vivendo nello strazio, ed ora s’inchina commossa ad invocarla, dite, siete voi pronti ad assumere il solenne impegno di vigilare, per quanto è da voi, sui vostri figli, sulle vostre figlie, affine di preservarli e difenderli contro tanti pericoli che li circondano, e di tenerli sempre lontani dai luoghi di addestramento alla empietà e alla perversione morale?

Ed ora, o voi tutti che Ci ascoltate, in alto i cuori! Sopra le malsane paludi e il fango del mondo si stende un cielo immenso di bellezza. E’ il cielo che affascinò la piccola Maria; il cielo a cui ella volle ascendere per l’unica via che ad esso conduce: la religione, l’amore di Cristo, la eroica osservanza dei suoi comandamenti”.

Nel messaggio per il centenario della morte papa Giovanni Paolo II nella lettera indirizzata al vescovo di Albano, mons. Gaetano Vallini, l’ha additata ad esempio per i giovani come modello di santità: “Quale fulgido esempio per la gioventù! La mentalità disimpegnata, che pervade non poca parte della società e della cultura del nostro tempo, fatica talora a comprendere la bellezza e il valore della castità. Dal comportamento di questa giovane Santa emerge una percezione alta e nobile della propria e dell’altrui dignità, che si riverberava nelle scelte quotidiane conferendo loro pienezza di senso umano.

Non v’è forse in ciò una lezione di grande attualità? Di fronte a una cultura che sopravvaluta la fisicità nei rapporti tra uomo e donna, la Chiesa continua a difendere e a promuovere il valore della sessualità come fattore che investe ogni aspetto della persona e che deve quindi essere vissuto in un atteggiamento interiore di libertà e di reciproco rispetto, alla luce dell’originario disegno di Dio. In tale prospettiva, la persona si scopre destinataria di un dono e chiamata a farsi, a sua volta, dono per l’altro”.

A distanza di anni anche papa Francesco ha chiesto di essere ‘testimoni del perdono’ come santa Maria Goretti nel messaggio indirizzato alle diocesi di Albano e Latina-Terracina-Sezze-Priverno, terre che legano il loro nome alla luminosa figura della giovane colpita a morte per essersi opposta a un tentativo di violenza e che la venerano come patrona:

“Mi è stato riferito che durante questo Giubileo della Misericordia le vostre Comunità hanno voluto rivolgere uno sguardo di particolare attenzione a Santa Maria Goretti, venerata come patrona delle vostre Chiese particolari”. Ricordando l’epoca delle migrazioni italiane, il papa ha sottolineato che le circostanze in cui è vissuta la santa fanno sentire contemporanea ai giovani di oggi:

“E’ commovente il fervore con il quale Marietta si preparò a ricevere per la prima volta l’Eucaristia e con cui, in seguito, si accostava alla mensa eucaristica. Anche se, vista la situazione dei luoghi e le circostanze della sua vita, si poté cibare di Cristo solo altre poche volte, una testimone ricorda, in proposito, questa significativa espressione della piccola Goretti: ‘Quando andiamo a fare la Comunione? Non vedo l’ora!’”.

Anche nel momento della morte violenta, il papa ha sottolineato, ha saputo perdonare il suo assassino, citando la bolla ‘Misericordiae Vultus’: “Conosciamo pure le parole di perdono che ella ebbe per lui; sul letto di morte, al cappellano dell’ospedale di Nettuno, disse: ‘Lo perdono e lo voglio con me in paradiso’…

Proprio questa generosissima offerta di perdono accompagna la morte serena della giovane Marietta e costituisce per il suo uccisore l’inizio di quel sincero cammino di conversione che, alla fine, lo condurrà a gustare il fiducioso abbandono nelle braccia del Padre delle misericordie”.

E papa Pio XII così concluse il suo discorso: “A te i padri e le madri ricorrono, affinché tu li assista nella loro missione educativa. In te per le Nostre mani trova rifugio la fanciullezza e la gioventù tutta, affinché sia protetta da ogni contaminazione e possa incedere per il cammino della vita nella serenità e nella letizia dei puri di cuore. Così sia”.

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