Alla ricerca del borghi dimenticati: il Castello di Sammezzano

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C’era una volta e c’è ancora, in un paese non molto lontano da Firenze, il castello delle meraviglie. Ci troviamo in un immenso parco a Leccio di Reggello, dove nascosto si trova il castello di Sammezzano. Non si tratta della classica fortezza medioevale, ma uno dei maggiori esempi italiani di arte orientalista, unico nel suo genere, con un notevole valore storico-architettonico ed ambientale.

L’edificio risale all’epoca romana e nel tempo appartenne a diverse importanti famiglie come i Gualtierotti, gli Altoviti e i de’ Medici. Durante il ‘600 venne acquistato dagli Ximenes d’Aaragona, per poi passare in eredità ai Panciatichi.

Fu il Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona a progettarne l’aspetto attuale, trasformando ed ampliando sia il castello che il parco tra il 1853 e il 1889. In quel periodo si diffuse in Europa la corrente culturale definita “Orientalismo” che vide in Firenze uno dei principali centri in Italia. Ferdinando decise di di modificare il suo progetto sulla base di questa nuova corrente, apportando ulteriori modifiche: il risultato fu un castello dall’architettura utopica, con 365 stanze arricchite da forme straordinarie, molto colorate, ispirate al mondo arabo, indiano e moresco.

Il marchese fu tra i protagonisti della vita sociale e politica di Firenze Capitale: anticlericale, fu eletto per ben due volte deputato del Regno. Pur senza laurea fu ingegnere, architetto e geologo.
Esperto e appassionato di botanica, realizzò attorno al castello, il “Parco Storico” esteso di 65 ettari. Fece piantare una grande quantità di specie arboree esotiche, diventando il giardino con il più numeroso gruppo di sequoie giganti di oltre 35 metri. Solo una parte delle piante ottocentesche è giunta ai nostri giorni e grazie ad un progetto di restauro sono oggi presenti esemplari di: cipresso, tasso, ginepro, acacia, cedro, palma, tuja, araucaria e altre tantissime piante.

Nel dopoguerra fu trasformato in un hotel di lusso, fino agli anni ’80. Nel 1999 la proprietà passo alla società italo-inglese “Castle Spa” con l’intento di realizzare un resort ma, a causa del fallimento della stessa, il lotto è finito all’asta con base di 22 milioni andata per ben due volte deserta.
Nel 2013 per celebrare i 200 anni dalla nascita del marchese si è costituita l’associazione no profit “Comitato FPXA” con l’obiettivo di valorizzare e promuovere il castello, riuscendo ad organizzare 4 visite in un anno a numero chiuso, per un totale di 800 persone. Contemporaneamente si è costituito il gruppo “Save Sammezzano” che ha lanciato una petizione sui social network affinché il complesso rimanga fruibile al pubblico, raccogliendo 26 mila firme.

Migliaia sono le richieste da tutto il mondo per visitare il castello delle meraviglie, che purtroppo nessuno è in grado di soddisfare. Ora è in stato di abbandono e questo è motivo di furti continui. Il comitato e i cittadini stanno lavorando per salvarlo, realizzando incontri, cene, dibattiti affinché venga conosciuto da più persone possibili.
La commissione regionali beni e attività culturali cultuali ha finalmente approvato da pochissimi giorni una mozione per la salvaguardia e la valorizzazione della tenuta.
Il 24 maggio si terrà la prossima asta con base di 15 milioni e tutti sperano in un miracolo.
Sammezzano è un gioiello unico nel panorama artistico italiano e per questo il nostro paese non può permettersi di perdere un patrimonio ricco di storia e di straordinario valore.

 

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