Approfondendo ‘Amoris laetitia’ (1). L’amore

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Con questo articolo vogliamo iniziare una serie di approfondimenti sull’esortazione post-sinodale di papa Francesco ‘Amoris laetitia’. Questa volta vogliamo soffermarci sul termine che è presente nel titolo stesso del documento e ne costituisce il filo rosso che lega i nove capitoli: l’amore.

L’unica possibile via d’accesso, infatti, per parlare del matrimonio e della famiglia è l’amore. Non è un caso che il capitolo più lungo, dunque, il capitolo più importante di tutta l’esortazione sia il quarto capitolo dedicato all’amore nel matrimonio. Il papa, pertanto, con questa esortazione vuole farci capire che ciò di cui un uomo e una donna dovrebbero occuparsi, prima ancora del generare dei figli, è il legame che li unisce.

Molto spesso – ed è Francesco a dirlo – si è posto l’accento sull’aspetto procreativo del matrimonio dimenticando che esso ci può essere solo se c’è l’aspetto unitivo. Detto in altri termini i figli sono una conseguenza, sono il segno dell’amore che lega un uomo e una donna. Di questo amore la chiesa tutta – dice Francesco – deve curarsi perché, per tanti motivi, esso può entrare in crisi o comunque è chiamato a durare di più nel tempo, dato che l’aspettativa di vita rispetto a cinquanta anni fa è notevolmente aumentata. Il ragionamento del pontefice sembra ovvio e scontato.

Tuttavia c’è da chiedersi: è davvero così? Quanti cattolici, infatti, impegnati nella pastorale, preti, laici, consacrati, si curano dell’amore che unisce una coppia sposata? L’amore – ci dice Francesco – è un’opera artigianale di cui avere cura. Ecco perché, occuparsene, è importante e solo così si possono prevenire delle fratture di cui a farne le spese sono i figli.

Perché un matrimonio sia un buon matrimonio ci si deve impegnare nella cura dell’amore affinché questo, con una dinamica sempre crescente, nelle diverse stagioni della vita con le gioie e le sofferenze, maturi. “Amoris laetitia”: la gioia dell’amore è un cammino da cercare e ricercare ogni giorno e non una cosa data una volta per sempre.

Forse la novità più grande di questo documento sta qui: non più una visione statica sul matrimonio ma una visione dinamica. L’amore cresce se esso viene nutrito da gesti e parole quotidianamente. Anche in questa esortazione il pontefice, oltre ai numerosi discorsi, ci invita a chiedere permesso, a perdonare, a ringraziare. “Permesso, scusa, grazie”: ecco la grammatica dell’amore da coniugare con gesti di vicinanza e di affetto!

Il matrimonio, ci ricordano i nostri fratelli ortodossi, è il sacramento dell’amore. Non è un caso – in questo è da vedere forse un slancio ecumenico – che Francesco per parlare alle famiglie e alla chiesa, famiglia di famiglie, metta l’accento sull’amore che è un dato da non dare mai per scontato.
(segue)

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