Alla scoperta della radice cristiana di Halloween

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Come ogni anno nella sera del 31 ottobre siamo ‘invasi’ da bambini che, innocentemente o più furbescamente preparati dai propri genitori, suonano alla nostra porta e chiedono: ‘dolcetto o scherzetto?’. Siamo in perfetta festa di Halloween. Questo è definito un gioco culturalmente innocuo per poter anche dar adito ad adulti, soprattutto genitori, di evadere per un giorno in una follia collettiva dell’ ‘horror vacui’, come  papa Benedetto XVI chiama le nostre miscredenze dell’arte divinatoria.

Infatti interi paesi si preparano a festeggiare questa festa mischiando al macabro anche un po’ di sano ‘erotismo’, che non fa mai male. e fuochi di artificio a volontà. Ed in questo caos festaiolo ci si dimentica che la Chiesa ha ‘istituito’ da tempo immemorabile la festa di ‘Ognissanti’, seguita il giorno dopo dalla commemorazione di ‘tutti i defunti’. Un binomio eccezionale sul piano educativo, che deve essere valorizzato e non denigrato. E la dimostrazione è che entrambi le feste di questo triduo, che richiama la simbologia pasquale, sono sorte nelle abbazie cistercensi, quando la liturgia serviva ad educare il popolo a credere in Cristo e non alle superstizioni paganeggianti del tempo.

In effetti un proverbio molto antico recitava: ‘per Ognissanti cominciano le veglie’, cioè terminato il lavoro nei campi, la sera precedente la festività, i contadini si ritrovavano nelle proprie famiglie per pregare le intercessioni dei santi anche per un buon raccolto, perché a fine ottobre terminava la semina.  In effetti se si va ad analizzare la parola celtica halloween si scopre il suo vero significato di giorno di messa di tutti i santi. Quindi Halloween è sorta come festa propriamente cristiana. Purtroppo, in epoca moderna, questa ‘usanza’ di celebrare i santi è stata commutata in usanza di ‘divertimento’ fino ad arrivare a certi eventi ‘satanici’.

Però a noi non interessa esercitare una reprimenda contro halloween, ma è opportuno sottolineare la validità culturale della Chiesa nel valorizzare la festa di tutti i Santi, quale percorso imitativo dei fedeli cristiani. Per convalidare questa importante festa la Chiesa sceglie come vangelo il passo delle Beatitudini, per indicare quale via scegliere per incamminarci sulla strada della santità. Nei suoi discorsi san Bernardo di Chiaravalle sottolineava che la celebrazione di questa festa è a nostro vantaggio: “A che serve dunque la nostra lode ai santi, a che il nostro tributo di gloria, a che questa stessa nostra solennità? Perché ad essi gli onori di questa stessa terra quando, secondo la promessa del Figlio, il Padre celeste li onora? A che dunque i nostri encomi per essi?

I santi non hanno bisogno dei nostri onori e nulla viene a loro dal nostro culto. E’ chiaro che, quando ne veneriamo la memoria, facciamo i nostri interessi, non i loro. Per parte mia devo confessare che, quando penso ai santi, mi sento ardere da grandi desideri… Nutriamo dunque liberamente la brama della gloria. Ne abbiamo ogni diritto. Ma perché la speranza di una felicità così incomparabile abbia a diventare realtà, ci è necessario il soccorso dei santi. Sollecitiamolo premurosamente. Così, per loro intercessione, arriveremo là dove da soli non potremmo mai pensare di giungere”.

E come se non bastasse questa festività la Chiesa ha ‘aggiunto’ il giorno successivo la commemorazione dei defunti per affermare che la morte è un momento transitorio, che conduce alla visione di Dio ‘faccia a faccia’, come dice sant’Ambrogio nelle omelie: “A dire il vero, la morte non era insita nella natura, ma divenne connaturale solo dopo. Dio infatti non ha stabilito la morte da principio, ma la diede come rimedio. Fu per la condanna del primo peccato che cominciò la condizione miseranda del genere umano nella fatica continua, fra dolori e avversità. Ma si doveva porre fine a questi mali perché la morte restituisce quello che la vita aveva perduto, altrimenti, senza la grazia, l’immortalità sarebbe stata più di peso che di vantaggio. L’anima nostra dovrà uscire dalle strettezze di questa vita, liberarsi delle pesantezze della materia e muovere verso le assemblee eterne.  Arrivarvi è proprio dei santi”.

Quindi nella serata di halloween era usanza preparare dolci, perché introduceva la persona alla celebrazioni di queste solenni festività cristiane. Ed i dolci si preparano in occasione di una grande festa. E non era simbolo di paganesimo, né tantomeno di satanismo.

 

 

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