La Cei traccia il rinnovamento dei sacerdoti

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Dopo l’invito di papa Francesco ai sacerdoti italiani di appartenenza alla Chiesa e di rinnovamento per essere sempre più a contatto con la gente la Conferenza Episcopale Italiana ha chiuso la sua 69ª Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana individuando come linea generale per i prossimi anni la dimensione spirituale ed ecclesiale.

I vescovi hanno condiviso l’urgenza di un clero che sappia ascoltare e accogliere le persone, lasciandosi ferire dalla realtà quotidiana, specialmente dalle situazioni di povertà e di difficoltà, a partire dalla mancanza del lavoro: “Sulla via del sacerdote-pastore spesso grava un peso eccessivo, che concerne l’amministrazione dei beni ecclesiastici, complice anche una normativa civilistica complessa. In questo campo, che tocca realtà della comunità, la trasparenza è avvertita come obiettivo prioritario, condizione per una partecipazione attiva, responsabile ed efficace dei laici”.

In apertura il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha ricordato la visita del papa a Lesbo, che impegna la Chiesa all’accoglienza, con un elogio per lo sforzo degli italiani nell’accogliere i migranti e un monito all’Europa: “Dobbiamo qui riconoscere il permanente sforzo dell’Italia, sempre in prima linea per accogliere e salvare tante vite da ignobili mercanti di disperati. La Chiesa italiana continua ad offrire il suo contributo accogliendo, ad oggi, circa 23.000 migranti, con un aumento di 4.500 persone in questi primi mesi dell’anno.

Alle comunità parrocchiali e religiose, sostenute dalle Caritas diocesane e dagli Uffici ‘Migrantes’, va dunque il nostro riconoscente incoraggiamento… Possa l’Europa ritrovare la sua anima e così l’amore di ‘popoli e nazioni’. Possa incontrarsi finalmente con le persone, che non sono pedine sulle cui teste qualche ‘illuminato’ pretende di decidere o esperimentare; né sono apolidi, poiché ognuno appartiene ad una storia, ha una visione della vita e valori di fondo. Capisca che essere europeo non significa entrare nel limbo del pensiero unico: le leggi e gli accordi sono necessari, ma non fanno lo spirito di un continente: lo presuppongono.

I Vescovi italiani rinnovano la passione per l’Europa e, insieme al Santo Padre, auspicano con ferma convinzione uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente”. E per quanto riguarda la Chiesa italiana ha sottolineato il valore del Motu Proprio ‘Mitis Iudex Dominus Iesus’, con cui il Papa ha riformato i processi di nullità matrimoniale: “Come Vescovi siamo impegnati affinché le finalità della riforma possano trovare efficace e piena risposta nella prassi giudiziaria, coniugando la vicinanza accogliente alle persone con le esigenze di assicurare sempre un rigoroso accertamento della verità del vincolo, per sua natura indissolubile ove validamente formato”.

Infine ha rivolto anche uno sguardo alla situazione italiana, invitando i presbiteri a ridare speranza: “La Chiesa continuerà a fare tutto quanto le è possibile per stare accanto alla gente, mettendo in campo ogni risorsa: dalle forze di tantissimi volontari alle risorse dell’8 per mille che, oltre a permettere un clero totalmente disponibile, consente di venire incontro alle enormi richieste della carità e del mantenimento delle opere pastorali”.

Ed ha toccato due argomenti. Sull’ ‘inverno demografico’ ha detto: “Finalmente, dopo anni che lo richiamiamo, oggi perlomeno si parla di inverno demografico: l’immagine, seppur efficace, non suscita però ancora la necessaria coscienza della gravità. Ad oggi, si vedono segnali positivi di sostegno e promozione della famiglia che, oltre ad essere il grembo naturale della vita, è palestra di umanesimo, di virtù civili, di socialità e di educazione nell’intreccio di generazioni e di generi, primo ammortizzatore sociale.

Tali segnali hanno, però, bisogno di essere incentivati e, soprattutto, di diventare strutturali… Che cosa sta facendo lo Stato perché si possa invertire la tendenza? Si avverte l’urgenza di una manovra fiscale coraggiosa, che dia finalmente equità alle famiglie con figli a carico. Gli esperti dicono che la messa in atto del cosiddetto ‘fattore famiglia’ sarebbe già un passo concreto e significativo”.

L’altra piaga messa in evidenza riguarda il gioco d’azzardo: “La ricaduta sociale della ludopatia è devastante per i singoli, che perdono il lavoro, rompono i rapporti familiari, diventano facile preda di altre dipendenze fino al suicidio, come ha affermato il Ministro della salute. I cittadini in che modo possono far sentire la propria volontà a fronte di problemi così gravi che perdurano da troppo tempo, corrompendo modi di pensare e stili di vita? Possono, i problemi, essere scaricati solo sull’Europa e sul mondo globale?

La democrazia avanzata deve cercare, non solo tollerare, il dialogo. Esso deve essere praticato nella onestà degli atteggiamenti, nel rispetto di persone e istituzioni, alla ricerca di una sintesi alta e realistica. E’ su questi problemi che la gente vuole vedere il Parlamento impegnato senza distrazioni di energie e di tempo, perché questi sono i problemi veri del Paese, cioè del popolo”.

E quindi è arrivata una riflessione sulla recente approvazione della legge sulle Unioni civili: “Non si comprende come queste affermazioni, tanto chiare di papa Francesco, e ribadite a più riprese dai vescovi, passino costantemente sotto silenzio, come se mai fossero state pronunciate o scritte. Le facciamo nostre una volta di più, perché possano tradursi in impegno fattivo”.

Il giorno precedente nell’omelia del suo 50^ anniversario il card. Bagnasco aveva sottolineato la necessità di un cuore caldo: “Abbiamo tutti bisogno di un cuore caldo, e sappiamo che il calore interiore, capace di riempire la vita e di rivestire ogni azione di eternità, non è dato dal successo, dal consenso, dal seguito che si può conseguire, ma dallo stare umile nella volontà di Dio: nella pace!

Solo questo è il nostro fuoco, la fornace ardente, il segreto della nostra vita di sacerdoti e di celibi: il segreto è vivere esposti alla luce dell’amore di Gesù nella preghiera, nella liturgia, nella fraternità con i nostri preti, nella diuturna vicinanza alla nostra gente… Il Signore ci ha scelti per stare con lui, e con Lui andare e portare frutto. Ogni frutto richiede tempo e cura, ha bisogno di pioggia e di sole. Così per la nostra vita c’è bisogno di serenità e di difficoltà, di purificazione e di prova, come anche di tempi di cammino gioioso con il Vangelo”.

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