Per l’Azione Cattolica il tutto abbraccia la parte con il papa

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Oltre 650 delegati provenienti dalle diocesi d’Italia, in rappresentanza di un’associazione che attraverso più di 300.000 iscritti è presente in più di 7.000 parrocchie sono stati i protagonisti del Convegno delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica, ‘Il tutto abbraccia la parte. L’Azione Cattolica nel cammino della Chiesa’, svoltosi a Roma fino al 1 maggio.

L’appuntamento ha approfondito le riflessioni sull’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’, seguite al Convegno ecclesiale di Firenze, per rispondere alle sollecitazioni pastorali di papa Francesco. In questo modo l’Azione Cattolica si è interrogata sul suo ruolo oggi, nella Chiesa e nel mondo, come parte che si mette a disposizione del tutto e che vive per far vivere il tutto.

L’intreccio di idee ed esperienze ha riproposto l’invito di papa Francesco a recuperare la dimensione dell’ascolto e della condivisione quale primo passo per realizzare in modo capillare la sinodalità della Chiesa. Ed in apertura del convegno, il presidente nazionale, Matteo Trufelli, ha dato due date particolarmente importanti per l’associazione: nell’aprile del prossimo anno papa Francesco incontrerà due volte l’Azione Cattolica.

Nella giornata di giovedì 27, durante un Congresso dedicato alla ministerialità dell’Azione Cattolica nell’Aula del Sinodo, e la mattina di sabato 29, durante un grande incontro in piazza San Pietro con i soci dell’Ac italiana e di altri paesi del mondo, in occasione dell’Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana. Infatti in apertura del convegno il presidente nazionale ha ricordato che il metodo dell’Azione Cattolica è la sinodalità per vivere l’umanesimo cristiano incarnato.

Infatti per mons. Ermenegildo Manicardi, rettore dell’Almo Collegio Capranica, la sinodalità è una melodia semplice, ma importante: l’idea di sinodalità non solo è importante per sé, ma sintetizza efficacemente due idee essenziali per il cristiano, perchè contiene l’idea di cammino e l’idea di comunione. D’altronde è lo stesso papa Francesco a chiederlo: “avviare in modo sinodale un approfondimento dell’Evangelii Gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni”.

Per comprendere il significato di sinodalità occorre leggere bene l’esortazione ‘Amoris Laetitia’, che mostra bene “come papa Francesco proponga una recezione dei Sinodi sulla famiglia e della conseguente esortazione apostolica post sinodale più come prolungamento che come mera recezione dell’obbedienza.

Il cammino sinodale biennale sulla famiglia e il suo punto di arrivo nell’Amoris Laetitia appaiono non tanto come la presentazione di un punto finale, ma come una messa a punto che scommette su un lavoro comune futuro. In concreto si tratta di un rilancio che ha un sapore e una portata sinodale”.

La sinodalità è un grande inno alla realtà e alla sua concretezza. E’ fatta da persone che voglio essere dentro la realtà, che la accettano e vogliono starle sotto, perché sanno bene che questa realtà non è senza Dio. La sinodalità, poi, si contrappone alle ideologie. La sinodalità, infine, pone al centro il kerygma, la necessità di porre al centro il primo annuncio.

Infine per mons. Manicardi i sacerdoti devono essere capaci di vivere ed educare alla sinodalità; i laici devono essere capaci di una lettura forte di fronte ai complessi segni dei tempi, per irradiare la misericordia, la centralità dell’Eucaristia e l’ascolto della Parola di Dio attraverso la lettura delle Sacre Scritture.

Tale lettura è stata molto apprezzata grazie anche al controcanto del compositore ed autore di molte colonne sonore, il maestro Umberto Scipione, che ha scaldato i cuori dei partecipanti con la sua musica, in quanto ha fatto assaporare che una sinfonia prende vita da diversi strumenti musicali che interagiscono tra di loro, che si annusano, che dialogano, come una vera famiglia.

E dopo le cinque piste, in cui le presidenze diocesane si sono confrontate, il presidente Matteo Trufelli ha tracciato il cammino dell’Azione Cattolica, che è quella di essere “una grande impastatrice, capace di far lievitare il tutto nel quale siamo immersi… Siamo una parte, ci siamo detti, ma non un frammento isolato: una parte che vive per il tutto, e che dentro il tutto vuole concorrere a tenere insieme le tante parti per costruire assieme a loro qualcosa di importante”.

Riprendendo l’immagine iniziale del convegno il presidente nazionale ha sottolineato: “Non ci interessa essere strumenti solisti, neanche se questo volesse dire non sentirsi dire più che siamo irrilevanti, invisibili, disimpegnati: nonostante tutto ci interessa il suono dell’orchestra, ci interessa la sinfonia.

Ci interessa essere l’amalgama che rende possibile tenere insieme i pezzi, nella vita di ciascuna persona e in quella della comunità, dentro la Chiesa e dentro la società”. Quindi essere parte dell’Azione Cattolica vuol dire avere una grande responsabilità:

“Mi piacerebbe che ognuno dei nostri aderenti fosse contento di pensare a se stesso e alla propria associazione parrocchiale e diocesana come a un gioco che è stato compagno di infanzia per tanti di noi, il lego: un insieme di tanti pezzi diversi tra loro, per colore, dimensione, utilità, ma tutti accomunati dalla capacità di collegarsi tra loro, di connettersi per dare vita a qualcosa di più grande, di più bello.

Vorrei che da questo convegno delle presidenze vi portaste via, insieme a tante parole, suoni, preghiere, incontri, anche questa immagine dell’associazione come una piccola grande scatola di lego, dalle potenzialità immense”.

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