Il gregoriano a Cristo Re. Rivive a Roma la grande tradizione della musica sacra

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“Cristo risusciti! Cristo si celebri, Cristo si adori! Gloria al Signor”. Le note d’ingresso di uno dei canti più solenni del tempo di Pasqua si librano vigorose verso le alte volte della Basilica romana di Cristo Re, dove domenica 3 aprile ha accompagnato la sacra liturgia della Domenica della Misericordia il neocostituito coro della “Schola Cantorum Cristo Re”, diretta dal maestro e organista Carmelo Licitra.

Creata nel giro di pochi mesi, composta da più di 30 elementi di diverse parti di Roma, la corale parrocchiale è nata con un compito ben preciso: coltivare il canto gregoriano e la polifonia sacra, per offrirla, in circostanze liturgiche significative, all’attenzione dei fedeli e dei cultori di questo autentico tesoro della religiosità cattolica. E così, dopo il debutto d’esordio a fine 2015, in occasione della solennità di Cristo Re, il maestro Licitra e i suoi cantori sono tornati ad esibirsi nella “Messa Lux et Origo”, impreziosita da numerose antifone e strofe in gregoriano, dal “Gloria” all’ “Agnus Dei”, e dalle pasquali “Victimae Paschali Laudes”. “Il canto gregoriano – sottolinea il maestro – è uno dei modi di rapportarsi con la parola di Dio. Oltre ad avere un notevole interesse dal punto di vista prettamente musicale, motivo per cui è studiato con grande attenzione nei conservatori musicali e in ambienti extra-ecclesiastici, ha un forte valore spirituale, poiché costituisce una sorta di esegesi vocale del testo sacro, frutto della meditazione incessante dei monaci benedettini (ruminatio) nel loro attendere quotidiano all’ora et labora”. Licitra, che nella vita è medico e psicoanalista, non manca di sottolineare la passione e lo slancio che animano i componenti il coro, che preparano consistentemente la propria preparazione in modo individuale, attraverso l’ascolto e l’apprendimento dei brani musicali su files pre-registrati e imparando la parte assegnata ascoltando le esecuzioni con un apposito spartito. “In questi mesi di prove – racconta contento al termine della celebrazione eucaristica, dopo l’applauso emozionato dei partecipanti e il plauso sincero del parroco, padre Angelo Arrighini – ho visto le persone fare piccoli e grandi sacrifici per giungere puntuali, da Roma e da fuori, alle prove in calendario (in media 2 volte al mese, il sabato mattina), ne ho registrato l’entusiasmo e la partecipazione, la voglia di cimentarsi in un terreno impegnativo ma ricco di soddisfazioni, anche sul piano personale.” Semplici e lineari anche le linee guida poste a base dell’attività corale. “Dal punto di vista tecnico-esecutivo intendo riproporre la ripartizione tradizionale, ancora oggi in uso presso i monaci benedettini, fra coro e schola, in un’alternanza delle parti fra l’uno e l’altra: la schola si farebbe carico delle parti più difficili, mentre il coro risponderebbe per trascinare l’assemblea, o comunque rappresenterebbe l’assemblea in canto. Che non deve necessariamente partecipare a tutto – come ha spesso sottolineato Benedetto XVI nei suoi innumerevoli interventi sull’argomento – giacché l’effetto di elevazione spirituale del canto gregoriano prescinde dall’intervento attivo del fedele che partecipa alla celebrazione: è il concetto della actuosa participatio. Le parti della schola sono invece cantate da cantori professionisti. Sarà poi cura della direzione far interagire e amalgamare la schola con il coro”. E in attesa delle prossime esibizioni (una, sicura, è già in agenda: domenica 15 maggio, solennità di Pentecoste, alla Messa delle 12; le altre, probabili, sono il Giubileo delle Corali, previsto dal 21 al 23 ottobre; e la ricorrenza di Cristo Re, domenica 20 novembre, festa della parrocchia e giorno di chiusura dell’Anno della Misericordia), il maestro Licitra lancia un forte messaggio: “Faccio appello a quanti (bambini, ragazzi, giovani, adulti) vogliano fare questa esperienza nei termini di impegno di cui abbiamo parlato sopra. I requisiti minimi richiesti sono il condividere il significato e l’alto valore spirituale dell’iniziativa e il possedere un’intonazione musicale. Quello secondario, non strettamente necessario, è di avere un’estensione vocale adeguata con timbro e impostazione specifici. Chi vuole mi contatti liberamente alla mail carlicitra@libero.it o al numero 347-3820371”, conclude il maestro, che spiega come è nata questa sua dedizione al servizio della musica sacra: “Sono stato un umile figlio di un’Italia semplice ma genuina. I miei genitori mi sono stati esempi di correttezza e onestà ma tutto il resto lo devo ai sacerdoti della mia Ragusa, in Sicilia: la cultura, il bello, la ragione. Sì, lo devo a quei preti, scopritori di talenti da generazioni, che all’età di sei anni mi misero le mani sui tasti dell’organo… Ecco, trasmettere qui a Cristo Re quello che ho appreso è un modo di restituire e di fare riconoscenza verso quella seconda famiglia culturale e spirituale che tanto mi ha donato”. 

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