Verso un disastro antropologico senza precedenti

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Una sentenza del Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto l’adozione “incrociata” ad una coppia di donne, entrambe madri di due bambine fatte nascere con l’inseminazione artificiale nella civilissima Danimarca. «Le due donne – come riporta Radio Vaticana – potranno quindi ognuna adottare la figlia dell’altra. Le bambine avranno lo stesso doppio cognome ma per la legge non saranno sorelle». Una notizia che si presenta come una sorta di intermezzo tra i nastrini arcobaleno della Cirinnà e gli “acquisti” di Vendola; manca solo Carlo Conti e lo spettacolo può ricominciare!

Un tempo pensavi – con la certezza di chi si sente custodito dalla Legge – che i mali del mondo da estirpare fossero altri, e invece, oggi, ti ritrovi nella “selva oscura” del sommo padre Dante, con una percezione di Stato geneticamente modificata e un sistema politico che fa acqua da tutte le parti. E mentre il cristiano è combattuto tra la non ingerenza politica e il compito di annunciare una verità evangelica molto scomoda, Gesù entrò nel tempio «e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: “La Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri”» (Mt 21,12-13). Il buon Dio ci precede sempre!

Rileggendo gli scritti di Oriana Fallaci – grande scrittrice e giornalista fiorentina – si ha come la percezione che certi estremismi antropologici e culturali serpeggiavano già parecchi anni addietro. «Io – scriveva nel 2004 su “Intervista a sé stessa. L’Apocalisse” – quando parlano di adozione-gay mi sento derubata nel mio ventre di donna. Anche se non sono riuscita a far nascere i mei bambini mi sento usata, sfruttata, come una mucca che partorisce vitelli destinati al mattatoio. E nell’immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo recitano la commedia di Maria e Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente sbagliato. Qualcosa che mi offende anzi mi umilia come donna, come mamma mancata, mamma sfortunata, e come cittadina».

Il cristiano nutre profondo rispetto per le persone omosessuali, soprattutto nei riguardi dei bambini che i questi giorni – frutto del mercato nazionale ed internazionale – si ritrovano nelle prime pagine di tutti i giornali. Tacere, però, di fronte a quella che viene chiamata modernizzazione e apertura culturale (chiamata utero in affitto, unioni civili o altro ancora), ridefinendo la parola “amore” e privandola dei contenuti umani e divini per i quali Cristo si è incarnato, non potrà che peggiorare la situazione e farci complici di un disastro antropologico senza precedenti.

Mi indigna – scrive ancora Oriana Fallaci – «il silenzio, l’ipocrisia, la vigliaccheria, che circonda questa faccenda. Mi infuria la gente che tace, che ha paura di parlarne, di dire la verità. E la verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura. Non possono falsare con l’ambiguità delle parole “genitori” e “coniugi” le Leggi della Vita. Lo Stato non può consegnare un bambino, cioè una creatura indifesa e ignara, a genitori coi quali egli vivrà credendo che si nasce da due babbi o due mamme non da un babbo e una mamma. E a chi ricatta con la storia dei bambini senza cibo o senza casa (storia che oltretutto non regge in quanto la nostra società abbonda di coppie normali e pronte ad adottarli) rispondo: un bambino non è un cane o un gatto da nutrire e basta, alloggiare e basta. È un essere umano, un cittadino, con diritti inalienabili. Ben più inalienabili dei diritti o presunti diritti di due omosessuali con le smanie materne o paterne. E il primo di questi diritti è sapere come si nasce sul nostro pianeta, come funziona la Vita sul nostro pianeta. Cosa più che possibile con una madre senza marito, del tutto impossibile con due “genitori” del medesimo sesso».

Giusto per ridestare nella nostra memoria le profezie laiche del passato, è utile rileggere un’interessante e attualissima riflessione firmata – circa vent’anni fa – dallo scrittore e filosofo francese Jean Guitton: «Credo che noi stiamo vivendo un momento capitale nella vita dell’umanità. In effetti si vede bene che l’umanità sta cambiando regime. Invece di svilupparsi in un regime d tradizioni, si sta evolvendo in un regime dove non esiste più una tradizione precisa. La tradizione viene creata e ricreata momento per momento […]. La famiglia è un luogo privilegiato, però è anche un luogo che subisce molti attacchi […]. Si sente bene che essa è il nodo della civiltà moderna. Ora, insieme alla famiglia, quello che dobbiamo considerare è anche il problema della coppia. Una coppia è composta da un uomo, da una donna e dal bambino, che è il loro frutto. Se si infrange la coppia, la famiglia, s’infrange tutta la società».

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