Alla scoperta degli eremi dimenticati: Grotta di San Domenico, Villalago

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San Domenico vi visse in solitudine. E il suo eremo, nella Valle dei Laghi, è rimasto un gioiello in gran parte sconosciuto. È lì che ci porta il nostro ultimo viaggio alla scoperta degli eremi nascosti.


Ma chi era San Domenico abate? Nacque a Foligno nel 951 e fu affidato ai monaci benedetti, trasferendosi al monastero di Montecassino per una miglior unione con Dio. Diventò monaco benedettino fondando nel centro Italia numerosi conventi, come quello di San Salvatore a Scandriglia (CH), della SS. Trinità e della Vergine Maria a Lettopalena (CH), che divennero centri di cultura, civiltà e avviando l’ attività economica. Raggiunse la Valle dei laghi, l’odierna Villalago, dove fondò il monastero di San Pietro in Lacu. Documenti ufficiali riportano che esso faceva capo ad altri 4 che si trovavano in zona, come quello di San Sebastiano dei Marsi fondato tra il 1017 e il 1067.

Solo dopo averlo ultimato si ritirò sul monte Argoneta, scavando una grotta con le sue stesse mani, dove dimorò in solitudine sei anni.
L’accesso alla grotta avviene da un portico da cui si gode di un magnifico panorama che domina la Valle. Antistante la facciata sono dipinte 4 scene illustranti i miracoli del Santo: il ragazzo caduto dalla quercia, il miracolo delle fave, il bambino restituito dal lupo e la trasformazione dei pesci dell’ingordo in serpi. L’interno ha un andamento un po’ particolare, infatti sembra restringersi andando verso il fondo.
A destra dell’ingresso l’affresco della Madonna col Bambino, al centro si erge un altare in stile neogotico con accanto la statua del Santo; delle scale, scavate nella roccia, conducono alla grotta: parte più antica e significativa. E’ il luogo dove il Santo amava riposare e dove, oggi, si trova la tomba. Qui ebbe due visioni ultraterrene: una notte vide innalzarsi una colonna di luce alta e con colori dell’arcobaleno, come ad unire terra e cielo; un’altra vide 3 colonne di luce molto intense e fu rapito da una forza sconosciuta che lo collocò alla sua sommità, da dove guardava il mondo.

In poco tempo divenne il luogo dove i monaci si riunivano, svolgendo sia la vita comunitaria che quella monastica; preferivano passare la giornata lì, piuttosto che al monastero.

Domenico portò un’importante ventata di religiosità cristiana negli uomini e i suoi miracoli stabilirono la differenza tra bene e male; ciò lo rese popolare e venerato nei secoli. Dall’800, la Statua viene portata in processione completamente coperta di serpenti in quanto gli è stata attribuita la capacità di proteggere dal morso dei rettili velenosi, dalla rabbia e dal mal di denti; inoltre toccare le pareti dell’eremo e bagnarsi con l’acqua della grotta sono i modo per provare a stabilire un contatto con il Santo.
Il paese dedica al Santo 3 feste: il 22 gennaio in cui si ricorda la morte che avvenne nel 1031; il lunedì di Pasqua durante la quale si portano le reliquie in processione sino al monastero ed il 22 agosto, giorno in cui fu proclamato Santo da Papa Pasquale II.

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