Langer: Se Ratzinger avesse ragione?

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Nel 20^ anniversario della morte di Alexander Langer sono usciti alcuni importanti libri sulla sua personalità e nella prefazione al libro di Marco Boato (Alexander Langer, costruttore di ponti), il card. Loris Capovilla ha scritto: “E con animo commosso sono anch’io a condividere la memoria dei vent’anni dalla morte di Alex Langer, uomo vissuto a servizio non solo del suo Alto Adige, ma dell’Italia, dell’Europa, del mondo.

Sì, come anche queste pagine ci ricordano, Alex Langer è stato un eccezionale apostolo di verità e di giustizia, di libertà e di amore. L’ho conosciuto, l’ho apprezzato e talora mi pare ancora di sentire la sua voce al telefono, che mi invita ad andare con lui ed altri seminatori di pace a Sarajevo, in momenti ardui, difficili e contrastati. Sì, Alex è stato un uomo vissuto nel servizio: agli altri e in piedi”.

A Firenze, negli anni degli studi universitari conobbe don Lorenzo Milani e don Ernesto Balducci e frequentò la FUCI. Negli anni della contestazione, come tanti giovani, si distaccò dalla Chiesa, ed entrò nella militanza politica di estrema sinistra. Con il trascorrere degli anni riprese il dialogo con la Chiesa.

Fondamentale è la data del 14 aprile 1987, quando insieme ad altri ecologisti, presentò una dichiarazione di approvazione del documento della Congregazione per la dottrina della fede sui problemi morali connessi alla fecondazione artificiale e alla sperimentazione su embrioni: ‘Il rispetto della vita nascente e la dignità della procreazione’, a firma del card. Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nota emessa alcuni mesi prima.

A distanza di quasi 30 anni non solo il documento è attuale, ma anche il suo articolo, apparso su ‘Il Manifesto’ per rispondere a Rossana Rossanda, è molto lucido: “Nel caso della manipolazione genetica siamo alle soglie di (e probabilmente già oltre) una pericolosissima e forse irreversibile violazione di equilibri naturali e biologici.

Paragonabile, mi sembra, a quella della bomba atomica, e forse oltre. L’idea della illimitata ‘perfettibilità’ tecnologica delle specie viventi, quella umana compresa, e dell’emergere di un nuovo e spaventoso potere di predeterminazione e di costruzione artificiale di esseri viventi su misura dei desideri dei committenti (industriali, militari, politici…) e oggi assai vicina alla sua concreta realizzazione su scala prima speri mentale e poi industriale.

Se vogliamo come credo si debba volere fermare la violazione inconsulta di quella soglia, ed è anche un problema di democrazia! e contrastare un’avanzata ormai pressante di potenti nuovi padroni del ‘bios’, della vita, bisognerà unire tutte le forze che vogliono e possono perseguire quest’obiettivo.

La Chiesa cattolica e la sua gerarchia può avere certamente non da sola, e non unica, un peso determinante o comunque molto forte in proposito: la sua (non certamente esclusiva) sensibilità sui temi di difesa della vita, e la sua capacita di incidere su milioni e milioni di coscienze e su molte istituzioni sono un patrimonio ineguagliabile in questa battaglia, da molti ancora non intuita o non capita”.

Questo tema delle biotecnologie e della manipolazione genetica è stato esaminato nel 1994 in un’intervista realizzata da Massimo Tesei e Gianni Saporetti, in cui ha approfondito il valore della vita:

“Per quanto riguarda l’uomo, tutto ovviamente fa rabbrividire molto di più, perché una volta che si accettino criteri eugenetici, di definizione del tipo di umani che si vogliono mettere al mondo, è chiaro che chiunque abbia il potere di definizione potrà sbizzarrirsi.

Qualcuno potrà dire che certi uomini devono essere muscolosi, che se sono destinati ad essere operai devono essere molto resistenti e magari potrebbero essere programmati a essere resistenti a certi climi, a certe malattie o anche, secondo criteri semplicemente di gusto estetico, che devono essere alti, biondi, con gli occhi celesti o che devono essere maschi o femmine.

Purtroppo, già oggi, in paesi in cui i rispettivi regimi ammettono solo la nascita di un figlio, sappiamo che se la femmina viene tempestivamente individuata viene abortita. Tutto questo futuro biotecnologico ha conseguenze enormi e forse non ancora avvertite dalla gran parte della gente”.

Su tali temi, a quell’epoca Langer si appellò alla Chiesa, unica Istituzione capace a fare la ‘battaglia’, affinchè difendesse la vita contro la brevettabilità: “Credo che il fronte antiabortista, se posso permettermi, debba probabilmente allargare il suo sguardo sui diversi fronti della vita minacciata,

e se può aver ragione che la mancata sensibilità sull’aborto fa parte di una diminuita sensibilità sulla vita e quindi di un atteggiamento incline a lasciar correre, debba ammettere che non è detto viceversa, che basti, cioè, la sensibilità sul problema dell’aborto per rendersi conto dove oggi la vita in generale sia più minacciata…

Credo solo che oggi il fronte delle biotecnologie e la questione della brevettabilità sia veramente il grimaldello per concentrare il controllo sulla vita in poche mani, che per di più sono economico-industriali. Credo che oggi si possa chiedere a chi è sensibile alla difesa della vita di impegnarsi su questo fronte decisivo”.

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