Il Papa apre la Porta Santa di San Giovanni e pensa a quelle nelle carceri

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Aperta dal Papa anche la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale di Roma, la più antica della città.

Nella omelia della messa celebrata dal Papa nella cattedrale, Francesco ha ricordato: “Abbiamo aperto la Porta Santa, qui e in tutte le cattedrali del mondo. Anche questo semplice segno è un invito alla gioia. Inizia il tempo del grande perdono. E’ il Giubileo della Misericordia. E’ il momento per riscoprire la presenza di Dio e la sua tenerezza di padre. Dio non ama la rigidità, è un Padre tenero”.

Cosa dobbiamo fare?  Dobbiamo “agire con giustizia” e  “guardare alle necessità di quanti sono nel bisogno. A noi, invece, viene chiesto un impegno più radicale. Davanti alla Porta Santa che siamo chiamati a varcare, ci viene chiesto di essere strumenti di misericordia, consapevoli che saremo giudicati su questo. Chi è stato battezzato sa di avere un impegno più grande. La fede in Cristo provoca ad un cammino che dura per tutta la vita: quello di essere misericordiosi come il Padre. La gioia di attraversare la Porta della Misericordia si accompagna all’impegno di accogliere e testimoniare un amore che va oltre la giustizia, un amore che non conosce confini. E’ di questo infinito amore che siamo responsabili, nonostante le nostre contraddizioni”.

Quasi contemporaneamente a quella di San Giovanni, si è svolta anche l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura. Si tratta dell’unica Porta Santa di Roma a non essere stata aperta dal Pontefice. A presiedere il rito è stato infatti, il Cardinale Arciprete James Michael Harvey.

Dopo aver aperto la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale di Roma, Papa Francesco si è affacciato dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per la recita dell’Angelus. Il Papa legge le parole di Giovanni Battista in chiave moderna, “è la strada che Gesù indica in tutta la sua predicazione: la strada dell’amore fattivo per il prossimo”. “E il monito agli esattori delle tasse è chiaro – dice a braccio Francesco – non fare tangenti!”. La III Domenica di Avvento è la domenica della gioia: “chi si converte sente, la gioia. Oggi ci vuole coraggio a parlare di gioia, ci vuole soprattutto fede! Il mondo è assillato da tanti problemi, il futuro gravato da incognite e timori. Eppure il cristiano è una persona gioiosa, e la sua gioia non è qualcosa di superficiale ed effimero, ma di profondo e stabile, perché è un dono del Signore che riempie la vita. La nostra gioia deriva dalla certezza che il Signore è vicino”.

Al termine della recita dell’Angelus Francesco ha parlato dell’accordo “da molti definito storico” al vertice sul clima di Parigi. “Servirà – ha ammonito il Pontefice – generosa dedizione ed impegno”.

Concludendo Papa Bergoglio ha ricordato che “come espressione delle opere di misericordia, saranno aperte anche le Porte della Misericordia nei luoghi di disagio e di emarginazione. A questo proposito, saluto i detenuti delle carceri di tutto il mondo, specialmente quelli del carcere di Padova, che oggi sono uniti a noi spiritualmente per questo momento di preghiera, e li ringrazio per il dono del concerto”.

Un saluto speciale, infine, il Papa lo ha rivolto “alla Fondazione Dispensario Santa Marta in Vaticano: ai genitori con i loro bambini, ai volontari e alle Suore Figlie della Carità; grazie per la vostra testimonianza di solidarietà e di accoglienza! E saluto anche i membri del Movimento dei Focolari insieme ad amici di alcune comunità islamiche. Andate avanti con coraggio nel vostro percorso di dialogo e di fraternità perchè tutti siamo figli di Dio”.

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