IL SIGNORE GIOIRÀ PER TE (Sof 3,11-20), Lectio Divina

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1. Leggere la Parola

1. Il nome Sofonia in ebraico significa Jhwh protegge. Nono dei profeti minori, opera durante il Regno di Giosia in Giuda, alla fine del secolo VII a.C. Sulla sua persona non ci sono dati precisi, la sua origine è incerta. Sembra che sia stato giudeo, abbia predicato in Gerusalemme e svolto l’attività durante il regno di Giosia (639-609 a.C.), come dice il titolo del libro: al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda. È un’epoca breve e gloriosa in cui si realizza la famosa riforma religiosa sostenuta dallo stesso Giosia e dal profeta Geremia. Per questo la sua predicazione è svolta in clima d’attesa. I temi principali sono due: il giudizio di Dio sui traditori della fede jahwistica e la speranza di salvezza per i poveri del paese.

2. L’epoca di tenebra aperta con la morte di Ezechia nel 687, aveva toccato il culmine con il regno di Manasse (698-643), e poi suo figlio Amon (642-640), presto assassinato. Questo lungo regno contribuì a diffondere corruzione religiosa. Narra 2Re 21, 3-9 che egli ricostruì santuari sulle alture, alzò altari a Baal, adorò e fomentò il culto agli astri, bruciò suo figlio, praticò la divinazione insieme alla magia, pose nel tempio l’immagine di Astarte. A questi sacrilegi unì anche le ingiustizie e gli assassini: Manasse versò sangue innocente in grande quantità, fino a riempirne Gerusalemme da una estremità all’altra (2Re 21,16).

3. Urgenza di riforme: all’inizio del regno di Giosia, si sente l’urgenza di una vera riforma politica, sociale e religiosa che il re realizza attraverso un taglio netto col passato e un ordine nuovo sociale e religioso, impostato sul ritrovato “libro della legge” (forse il Deuteronomio). È proprio in questo momento che il Signore suscita due grandi profeti: Sofonia e Geremia. Essi influenzano Giosia cambiando così la storia del regno. Si ritiene che fosse proprio il profeta Sofonia a promuovere questo cambiamento.

4. La sua predicazione, annunzia che Jhwh è deciso a sterminare uomini e bestie, pesci e uccelli. Le minacce sono dirette contro i sacerdoti di Baal in Gerusalemme, gli adoratori di stelle, e contro un ceto dominante parassita e gaudente. Il profeta parla del “giorno del Signore”, giorno del giudizio che è imminente. La salvezza per Sofonia ci sarà soltanto per i poveri della terra che devono vivere nella giustizia e nell’umiltà. Sopravvivrà soltanto un popolo umile e povero ma credente e fiducioso nel suo Dio. Il messianismo di Sofonia, è anche impregnato di un profondo contenuto spirituale.

2. Meditare la Parola

1. Un giudizio: la prima sezione inizia con l’annuncio di un giudizio universale che colpirà specialmente Giuda. Segue una serie di oracoli attorno al giorno del Signore, nei quali denuncia le ingiustizie delle autorità, l’interesse ossessivo per il commercio, l’autosufficienza di chi nega l’azione di Dio. La venuta del giorno del Signore sarà manifestazione terribile della sua potenza. È da notare che la parola “giorno” appare ben quindici volte. Il discorso di Sofonia sul giorno del Signore (1,7.15) risuona ancora nella celebre sequenza medioevale Dies irae, dies illa. L’imminente venuta di Jhwh per una lotta universale costituisce, quindi, il contenuto principale del messaggio di Sofonia. La sezione chiude con l’esortazione a operare nella giustizia e a vivere nella moderazione per sfuggire al castigo.

2. Minacce ai popoli: la seconda sezione, ricorrendo al tradizionale modulo degli oracoli, contiene una serie di minacce contro vari paesi stranieri: Moab, Ammon, Etiopia, Assur con la sua capitale Ninive. L’ultimo posto lo occupa Gerusalemme, città ribelle e impura, che opprime (3,1) che si è affrettata a pervertire ogni sua azione (3,7). L’annuncio della catastrofe, però, non è privo di speranza perché, quanto prima era inevitabile, ora si apre ai gesti di misericordia, al perdono e al ravvedimento. Infatti, il giudizio non è mai l’ultima parola di Dio.

3. Le porte della speranza: all’improvviso, come se il giudizio di Dio fosse già compiuto, si spalancano le porte della speranza e arriva la nuova era di luce e di gioia. Jhwh torna ad essere l’abitante di Sion e tutti i dispersi d’Israele saranno attratti dalla città santa e lì ritroveranno la loro patria e il loro futuro. Come il castigo, così la salvezza ora si estende a tutte le nazioni, innanzitutto a Giuda. Resterà solo “un popolo umile e povero” (3,12), redento dal Signore. In mezzo a questo popolo santo si insedierà Jhwh,  e non ci sono politici prepotenti, leoni ruggenti in cerca di preda; non ci sono giudici corrotti, lupi di sera che non hanno rosicchiato al mattino e che sono insaziabilmente affamati; non ci sono profeti boriosi che fanno spettacolo di sé stessi e sacerdoti che profanano le cose sacre e violano la legge (cf 3,1-4).  

4. Il giorno del Signore si realizza su due pentagrammi: il silenzio di terrore e il grido di gioia.

Il silenzio: è un silenzio liturgico che è tensione d’attesa: Silenzio, alla presenza del Signore Dio, perché il giorno del Signore è vicino, perché il Signore ha preparato un sacrificio, ha purificato i suoi invitati (1,7). È descritto, con ironia, come una festa sacrificale al cui banchetto sono invitati tutti i perversi, ma, di fatto, è un evento in cui il giudizio divino farà giustizia sulla terra. Da questo giorno d’ira del Signore si salvano soltanto gli anawim, i poveri rimasti fedeli a Dio e in lui hanno posto la loro fiducia.

Il grido di gioia: Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!… (3, 15.17) riecheggia Isaia (Is 66,10-14). Ogni venuta e presenza di Dio è causa di gioia per i suoi amici, perché quando Dio viene lo fa per comunicare i suoi beni.

5. “In mezzo a…” in ebraico (be-qereb) significa: “in te, nelle tue viscere, nel tuo grembo”. La città santa, la “figlia di Sion” custodisce nel grembo la presenza viva del Signore: il tempio e la casa di Davide. Là afflitti, zoppicanti, dispersi, poveri, umiliati avranno il Signore come pastore. La frase: Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente, configura con chiara concretezza colui che ogni uomo attende. E nello stesso tempo allude, profeticamente, a Maria, la cui maternità ci dona Colui che è la speranza attesa.

3. Vivere la Parola

1. Una verità che salva: Sofonia, non si pone problemi teologici ma, riecheggiando gli altri profeti, soprattutto Amos e Isaia, illumina la quotidianità con la luce di Dio. Terrore e speranza, asprezza e dolcezza, tenebra e luce, accusa e perdono, peccato e grazia, delitto e castigo, danzano insieme in prospettiva di misericordia. Egli ha denunciato i gravi peccati contro Dio e contro il prossimo… Chiaramente non si compiace di condannare, ma considera il castigo e le sue conseguenze, come una medicina e un itinerario verso la conversione e la salvezza. Un santo ceppo (3,12-13) sarà strumento di salvezza.

2. Attendere sperando: sorretto dalla speranza, il cristiano vive nell’attesa gioiosa e operosa, come giorno di festa per la certezza che il Signore viene per rinnovarlo con il suo amore. La gioia del cristiano che accoglie il Signore e la gioia del Signore per essere accolto dal cristiano, si intrecciano nel canto.

3. Dio è in mezzo a Israele con l’elezione, l’alleanza, la provvidenza mirabile e misericordiosa; con la legge e i profeti, con la prova della purificazione e la forza della redenzione e del perdono. Israele sente vicino il suo Dio, l’Emmanuele, che rinnova con il suo amore. L’espressione è carica di significato: L’amore rinnova e ricrea. Dio rinnova tutto perché ama, ricrea la sua creatura perché su di essa si volge il suo affetto..

4. Contrappunto dell’epoca prima descritta e, nella duplice prospettiva profetica, annunzio di una nuova Gerusalemme guidata dal re messianico, le promesse sono canto liturgico che aprono alla visione di nuovi orizzonti che il profeta intravede e lo svolgersi della storia della salvezza porterà al loro pieno compimento.

4. Condividere…

5. Pregare la Parola

1. Dio, Padre nostro, noi abbiamo fiducia in te, tu sei la nostra forza e la nostra salvezza, guidaci sulla via della speranza.

2. Dio, Padre e Salvatore, hai fatto per noi cose eccelse, tu sei fedele e santo, solo in te trova forza la nostra vita.

3. Dio, nostro Giudice, agli occhi delle genti hai rivelato la tua giustizia, hai mostrato il tuo amore per il tuo popolo.

4. Dio, nostra Liberazione, rinnova il tuo amore per noi, salva il tuo popolo da ogni paura, e guidaci suoi sentieri della pace e della gioia.

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