Riccardo Pampuri: il ‘dottorino santo’

Condividi su...

Riccardo, anzi Erminio (con tale nome venne battezzato) nacque a Trivolzio, vicino a Pavia, il 2 agosto 1897. Orfano a soli tre anni della mamma fu affidato alle cure degli zii che lo educarono, con lo steso amore e la stessa disponibilità di un genitore, alla vita e alla fede con la parola e con l’esempio di un vita integra. La fede e la coerenza divennero l’elemento fondante anche della vita del giovane Pampuri. Si era iscritto da poco alla facoltà di medicina dell’università di Pavia (1915) quando l’Italia entrò in guerra contro l’Austria. Erminio dovette, quindi lasciare le aule universitarie per indossare la divisa militare, assegnato agli ospedali da campo.

Quell’esperienza di sofferenza, di tragedia e di lutti vissuti negli anni della Grande Guerra lo segnò profondamente. A guerra finita riprese gli studi laureandosi in medicina e chirurgia con il massimo dei voti nel 1921. Nel 1922 aderì al Terzo Ordine francescano. Per cinque anni, fino al 1927, fece il medico condotto a Moribondo.

Illuminato e sostenuto dalla fede, esercitò la sua professione con grande impegno e dedizione, mettendosi completamente a disposizione dei malati, pronto a intervenire in qualsiasi momento del giorno e della notte. Era, come alcuni testimoniarono, “un’istituzione di carità più che un medico”.

La fede gli faceva vedere Gesù nel volto sofferente di ogni malato. In una lettera alla sorella Longina così scriveva: “Prega per me affinché la superbia, l’egoismo o qualsiasi altra mala passione non abbiano a impedirmi di vedere sempre Gesù negli ammalati, lui curare e lui confortare”. Trattava ogni malato come se fosse Cristo e, per questo, era soprannominato “dottorino santo”. Egli divenne il centro animatore del suo paese: fondò il circolo dell’Azione cattolica, organizzò gli esercizi spirituali in preparazione del giubileo del 1925.

Per tanto impegno traeva la forza nella preghiera, nella messa quotidiana, in una straordinaria opera di carità. Il dottor Pampuri sentì l’esigenza di un impegno più radicale, di una consacrazione totale a Cristo nel servizio dei fratelli sofferenti. Così nel 1927 entrò nell’Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio (Fatebenefratelli).

Entrando in convento, per manifestare il radicale cambiamento di vita, Erminio prese il nome di fra’ Riccardo a ricordo di don Riccardo Beretta, suo padre spirituale quando era a Moribondo. Fra’ Riccardo non godeva però di buona salute. Si ammalò presto e gravemente. Morì nel 1930, a soli 33 anni. Nel 1989 papa Giovanni Paolo II lo proclamò santo.

Riccardo era uno uomo plasmato che aveva fatto della carità il suo principale interesse. Padre Zaccaria Castelletti, allora provinciale dell’Ordine, testimoniò al processo di canonizzazione che lui era il primo a mostrarsi disponibile in tutto, sia per i lavori umili sia per quelli più dignitosi: il primo a spazzare se ce n’era bisogno, il primo a vuotare vasi e le sputacchiere, il primo che, mancando il direttore medico o il primario, indossava il camice bianco e iniziava la visita medica.

Free Webcam Girls
151.11.48.50