La Furia di Orlando

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In vista del compimento dei 500 anni trascorsi dalla prima stampa di “Orlando furioso” di Ludovico Ariosto  – pubblicato nella prima edizione a Ferrara nel 1516 e ristampato, con ampie aggiunte e revisioni, nel 1521 e nel 1532 – si può visitare la bella mostra “L’Orlando furioso e le arti. Testo e immagini, musica e teatro” organizzata dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dal CTL (Centro di Elaborazione Informatica di Testi e Immagini nella Tradizione Letteraria) della Scuola Normale Superiore di Pisa. La mostra è allestita nelle suggestive sale della Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana, al primo piano di Palazzo Corsini in via della Lungara a Roma, e resterà aperta al pubblico fino al 28 novembre 2015.

L’esposizione – dedicata in gran parte alle interpretazioni grafiche dei personaggi e dei luoghi descritti nel capolavoro poetico di Ludovico Ariosto – è stata curata da Lina Bolzoni, docente di letteratura italiana della Scuola Normale di Pisa, sulla base di un progetto di ricerca sulle interpretazioni visive dei poemi cavallereschi. Propone quindi, attraverso molteplici linguaggi artistici, una analisi delle figurazioni e dei simboli del poema ariostesco inteso come la fucina di numerosi archetipi dell’immaginario occidentale moderno.

Tutti ricordano il gaio e tumultuoso incipit del poema: “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,/le cortesie, l’audaci imprese io canto”: presagio di fantasiosi ed emozionanti divertimenti per il lettore. Nella complessa trama epico-cavalleresca dell’Orlando furioso si possono individuare tre nuclei narrativi principali: la guerra tra Cristiani e Saraceni in Spagna; la pazzia che travolge Orlando dopo la scoperta della relazione tra l’amata Angelica e Medoro, fante dell’esercito saraceno. Infine, vi è la storia di Ruggiero e Bradamante paladini posti, in chiave genealogico-encomiastica, come capostipiti della casata degli Estensi. All’interno di questi percorsi poetico-narrativi sono messi in risalto alcuni temi di successiva e grande fortuna letteraria e romanzesca: il viaggio, l’amore, le armi, la follìa.

Il percorso espositivo si apre con una mappa dei temi più fortunati dell’Orlando furioso – una sorta di geografia fantastica – che intreccia diversi piani temporali e narrativi. Segue la ricostruzione cronologica delle differenti interpretazioni visive del testo elaborate nelle illustrazioni che ne decoravano le ristampe. Le belle sale della biblioteca ospitano le più significative edizioni dell’Orlando furioso, pubblicate tra il XVI e il XX secolo, provenienti dai fondi della Biblioteca stessa.

L’ultima sezione della mostra è dedicata agli altri linguaggi artistici ispirati dal Furioso: dal melodramma, all’opera dei pupi, al teatro d’avanguardia (quello di Luca Ronconi, 1974): suggestiva è la ricostruzione di un teatrino con marionette di mori e paladini posta nella sala finale. Da tanta iconografia e multimedialità risulta che il poema ariostesco ha invaso nel tempo, oltre alle librerie, le piazze, la televisione, il teatro e ha raggiunto un pubblico sempre più ampio. Ai materiali cartacei esposti si affiancano quindi materiali multimediali prodotti per l’evento che permettono al pubblico di sperimentare le diverse forme di fruizione e di visione del repertorio di immagini e simboli ai quali l’Orlando furioso ha dato vita nella storia della cultura artistica occidentale.

Nella foto: Antonio Tempesta (1555-1630), “Orlando Paladino”, acquaforte.

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