Sinodo: la Chiesa nella santità della famiglia

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Domenica 18 ottobre papa Francesco canonizza i coniugi Louis e Zélie Martin, genitori di santa Teresa di Lisieux, la prima coppia di santi moderni, innalzata agli onori degli altari proprio quando il Sinodo sulla famiglia è in pieno svolgimento. Un desiderio fortemente voluto dal papa per mettere ancor di più al centro della Chiesa la famiglia.

Ed infatti dopo la prima settimana di lavori sinodali il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha precisato che nelle assemblee dei Circoli minori è stato affrontato il tema della “famiglia come via concreta della Chiesa e via di edificazione sociale e di santificazione, spiritualità familiare, vocazione al matrimonio e alla vita familiare come risposta alla chiamata di Dio, non inferiore rispetto a quella al sacerdozio o alla vita religiosa, missionarietà della famiglia, famiglie di coniugi di diverse religioni e migrazioni.

Inoltre è stato affrontato ampiamente anche il tema della misericordia, che si manifesta nella vicinanza e tenerezza in rapporto anche alle situazioni difficili di coppie e famiglie, il legame misericordia-verità, misericordia-giustizia, misericordia-accoglienza, un vero invito a non opporre misericordia a verità”.

Nella prima settimana sono emersi tre chiari punti dai 13 ‘Circuli minores’, che hanno concluso il confronto sulla prima parte del documento base: la famiglia è solo quella basata sul matrimonio tra un uomo e una donna, la denuncia ancora più marcata dell’ideologia gender e più peso agli episcopati nazionali.

Nei circoli ‘Italicus’ è stato sottolineato lo sforzo per formulare il Vangelo della famiglia, che feconda le varie culture, in termini di proposta anche culturale, che si offre a tutti. Tale sforzo appare indispensabile in un momento in cui è in atto un cambiamento epocale. Una buona parte dei padri ha segnalato l’esigenza di utilizzare formule che lascino fuori dubbio sin dall’inizio che l’unico modello di famiglia che corrisponde alla dottrina della Chiesa è quello fondato sul matrimonio tra uomo e donna.

Inoltre i padri sinodali hanno suggerito di considerare il rapporto tra welfare e azione compensativa della famiglia, chiedendo efficaci interventi legislativi finalizzati al sostegno della famiglia e delle sue necessità con un cambiamento della prassi delle Organizzazioni internazionali che condizionano i loro aiuti per lo sviluppo dei Paesi più poveri alle politiche demografiche.

Per quanto riguarda il fenomeno migratorio i padri sinodali hanno chiesto una presenza qualificata della Chiesa, affinchè per l’accompagnamento dei migranti ci sia una pastorale specifica e collaborativa tra la Chiesa di provenienza e la Chiesa di accoglienza, sottolineando che tutti sono chiamati a rispettare i diritti ed i doveri.

Comunque l’annuncio evangelico dovrà stimolare una prassi pastorale nuova e creativa per l’iniziazione delle giovani famiglie, per l’accompagnamento delle famiglie con figli adolescenti e giovani e per l’integrazione delle famiglie dal cuore ferito, mostrando maggiore vicinanza alle famiglie con disabili e con povertà economica.

I circoli minori di lingua francese hanno messo in evidenza la bellezza della famiglia. Però in particolare è stato sottolineato la conseguenza delle migrazioni in Medio Oriente: la Chiesa “sappia esprimere il suo sostegno alle famiglie del Medio Oriente, spesso disperse e tentate dall’emigrazione; che ci sia anche uno sguardo positivo sulla famiglia di oggi, un ‘luogo’ dove non va tutto male e che resta una ‘scuola di umanità’;

che, individuando le cause profonde delle turbolenze che la famiglia sta attraversando, permetta agli uni e agli altri di riprendere il cammino con la forza della speranza, aiutando le famiglia a vivere come famiglia… In particolare, occorre favorire la solidarietà internazionale tra tutte le famiglie cristiane a favore di quelle che oggi conoscono la persecuzione, la guerra e la precarietà”.

I Circoli minori di lingua inglese hanno sottolineato che il messaggio del Sinodo ‘deve annunciare la buona novella di Gesù Cristo in modo chiaro e attraente’: “I giovani vivono in una cultura in cui viene data troppa importanza al sesso. Devono essere educati a una cultura di altruismo, che è la base del dono di sé dell’amore coniugale.

I giovani devono sviluppare la capacità di vivere in armonia con le emozioni e i sentimenti e di cercare affetti maturi, relazioni mature con gli altri. Ciò può essere un antidoto all’egoismo e all’isolamento, che spesso porta i giovani a una mancanza di significato nella vita e perfino alla disperazione, all’autolesionismo e al suicidio. La generosità e la speranza sono alla base di una cultura della vita”.

I Circoli minori di lingua spagnola hanno sottolineato che il linguaggio della Chiesa, per quanto riguarda la famiglia, non è ‘in sintonia con il mondo attuale’: “Forse questo ci mostra che la nostra riflessione sulla famiglia e sul matrimonio è stata monotematica, che ci siamo soffermati solo su alcuni aspetti, ci siamo attenuti alle norme, senza però affrontare la vera essenza della famiglia che, vista da un’ottica integrale, è un tesoro”.

Infine il Circolo minore di lingua tedesca ha affermato che il matrimonio ‘è chiamato a partecipare alla potenza creatrice di Dio e alla sua opera di redenzione’: “L’amore è il sì completo e incondizionato a un’altra persona, fine a se stesso, senza secondi intenti e senza riserve.

E’ inoltre una caratteristica umana fondamentale il fatto che l’amore vuole sempre essere donato. Così il matrimonio si dispiega nell’amore per i figli e per gli altri familiari. Dal matrimonio cresce quindi la famiglia, che si irradia nella società e nella Chiesa. Il matrimonio cristiano è in tal modo un frammento di Chiesa vissuta”.

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