Il Papa agli immigrati: “Non vergognatevi delle vostre tradizioni”

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Cosa sia l’Independence Mall lo spiega direttamente Papa Francesco durante l’incontro per la libertà religiosa con la Comunità ispanica e altri immigrati a Philadelphia. È il «luogo di nascita degli Stati Uniti d’America. E’ in questo luogo – afferma il Pontefice – che le libertà che definiscono questo Paese sono state proclamate per la prima volta».
L’Independence Hall – considerato un patrimonio mondiale dell’UNESCO, dove la Dichiarazione di Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti sono stati discussi e adottati alla fine del XVIII secolo – è il cuore dell’«Independence National Historical Park», il Parco Nazionale che a Philadelphia conserva numerosi siti associati con la rivoluzione americana e la storia fondante della nazione.

Papa Francesco ritiene la visita a questo singolare sito storico uno dei momenti salienti del suo viaggio apostolico. L’uguaglianza di tutti gli uomini e le donne, il riconoscimento di alcuni diritti inalienabili donati dal Creatore e il compito dei governi di proteggere tali diritti, sono alla base della Dichiarazione d’Indipendenza. Queste parole – riferisce Papa Francesco – «continuano ad ispirarci oggi, così come hanno ispirato altri popoli in tutto il mondo al fine di combattere per la libertà di vivere conformemente alla loro dignità. Ma la storia mostra anche che questa verità, come del resto ogni verità, va costantemente riaffermata, fatta propria e difesa».

Non possiamo dimenticare le lotte che hanno portato all’abolizione della schiavitù, all’estensione del diritto di voto, al lavoro e allo sforzo per eliminare ogni forma di razzismo e di pregiudizio. «Questo dimostra – dice Papa Francesco – che, quando un Paese è determinato a rimanere fedele ai suoi principi fondatori, basati sul rispetto della dignità umana, diventa più forte e si rinnova.
Tutti traiamo beneficio dal fare memoria del nostro passato. Un popolo che ricorda non ripete gli errori del passato; al contrario, guarda fiducioso le sfide del presente e del futuro. La memoria salva l’anima di un popolo da tutto ciò o da tutti coloro che potrebbero tentare di dominarla o di utilizzarla per i loro interessi».

Quello della libertà religiosa – ricorda il Pontefice in questo luogo che delinea i contorni dell’identità americana – «è un diritto fondamentale che plasma il modo in cui noi interagiamo socialmente e personalmente con i nostri vicini, le cui visioni religiose sono diverse dalla nostra». Le nostre ricche tradizioni religiose – dice Papa Francesco – «chiamano alla conversione, alla riconciliazione, all’impegno per il futuro della società, al sacrificio di sé nel servizio al bene comune, e alla compassione per coloro che sono nel bisogno».

I seguaci delle diverse religiosi devono unire la loro voce per invocare la pace, la tolleranza, il rispetto della dignità e dei diritti degli altri. Siamo infatti – precisa il Papa – «in un mondo dove le diverse forme di tirannia moderna cercano di sopprimere la libertà religiosa, o cercano di ridurla a una sotto-cultura senza diritto di espressione nella sfera pubblica, o ancora cercano di utilizzare la religione come pretesto per l’odio e la brutalità». Le religioni hanno, pertanto, il compito di costruire il tessuto sociale e religioso nel rispetto degli altri e dei loro valori religiosi. «Un sano pluralismo, che davvero rispetti gli altri ed i valori come tali» – spiega il Pontefice citando l’Evangelii gaudium, 255 – è il miglior antidoto al sistema di globalizzazione che tende ad uniformare, mortificando le differenze e le tradizioni. «Se la globalizzazione – dirà più avanti, parlando a braccio – è una sfera nella quale ogni punto è uguale, equidistante dal centro, annulla, non è buona; se, invece, la globalizzazione unisce, come un poliedro nel quale tutti sono uniti e ognuno conserva la propria identità, allora è buona e fa crescere un popolo, e dà alle persone dignità e le conferisce dei diritti».

Papa Francesco ricorda lo stile evangelico dei “Quaccheri” – un movimento religioso protestante che predicava la semplicità della vita evangelica, non riconosceva sacramenti né riti, e si dichiarava contro ogni forma di violenza – «che hanno fondato Filadelfia sono stati ispirati da un profondo senso evangelico della dignità di ogni persona e dall’ideale di una comunità unita dall’amore fraterno. […] Questo significato di impegno fraterno per la dignità di tutti, specialmente dei deboli e dei vulnerabili, è diventato parte essenziale dello spirito americano».

Il Pontefice non dimentica di ringraziare nel suo discorso tutti coloro che hanno cercato di servire il Dio della pace, a prescindere dal loro credo religioso, «costruendo città animate dall’amore fraterno, prendendosi cura del prossimo nel bisogno, difendendo la dignità del dono divino della vita, in ogni sua fase, difendendo la causa dei poveri e dei migranti». Voi siete la voce di chi, bisognoso del nostro aiuto non riesce a farsi sentire, «voi siete la loro voce, e molti tra voi hanno lealmente permesso al loro grido di essere ascoltato. […] Voi ricordate alla democrazia americana gli ideali per i quali essa è stata fondata, e che la società viene indebolita ogni volta e dovunque l’ingiustizia prevale».

Il Papa saluta, infine, con particolare affetto, i membri della popolazione ispanica d’America, e i rappresentanti di recenti immigrati negli Stati Uniti. «Molti di voi sono immigrati in questo Paese pagando personalmente un alto prezzo, ma con la speranza di costruire una nuova vita. Non scoraggiatevi per le sfide e le difficoltà che dovete affrontare, quali che siano. Vi chiedo di non dimenticare che, come quelli che vi hanno preceduto, voi apportate molti talenti alla vostra nuova nazione. Non vergognatevi delle vostre tradizioni. Non dimenticate le lezioni apprese, specialmente dai vostri anziani, che sono il contributo col quale potete arricchire la vita di questo Paese americano. Lo ripeto, non vergognatevi di ciò che fa parte di voi, il sangue della vostra vita».

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