«Tu sei il Cristo»! Alcuni punti fermi ricordati da Papa Francesco

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«Tu sei il Cristo»! È dalla professione di fede pronunciata dall’apostolo Pietro (Mc 8,29) che Papa Francesco ha preso spunto – durante l’Angelus domenicale della scorsa settimana – per sottolineare l’identità del Messia umile e servitore, «il Servo obbediente – ricorda il Papa – alla parola e alla volontà del Padre, fino al sacrificio completo della propria vita». Un Messia che chiama alla sua sequela gente disposta a rinnegare se stessa e a prendersi carico responsabilmente della propria croce. Un tema che il Pontefice continua a rilanciare da diverso tempo, cercando di riportare a galla quell’umiltà e quello spirito di servizio forse deterioratisi nel tempo.

«Si tratta – prosegue Papa Francesco – di operare un netto rifiuto di quella mentalità mondana che pone il proprio “io” e i propri interessi al centro dell’esistenza: questo non è ciò che Gesù vuole da noi! Invece, Gesù ci invita a perdere la propria vita per Lui, per il Vangelo, per riceverla rinnovata, realizzata e autentica». Gli applausi – dei numerosissimi pellegrini radunati in Piazza San Pietro – non tardano a sottolineare la veridicità delle parole che il Papa sta pronunciando, ma basteranno due giorni per riportare in cronaca altre notizie meno spirituali e maggiormente adeguate al sistema!

Durante una intervista con l’emittente cattolica portoghese Rádio Renascença, infatti, alla domanda relativa all’accoglienza degli immigrati il Pontefice latinoamericano osserva che ci sono conventi che sono quasi vuoti. «Alcune congregazioni – sottolinea il Papa – dicono: “No, ora che il convento è vuoto, facciamo un hotel, un albergo, e possiamo ricevere gente, così ci manteniamo e ci guadagniamo”. Ebbene, se vuoi fare questo, paga le tasse. Una scuola religiosa non le paga perché il religioso è esente dal pagarle, ma se lavora come hotel, che paghi le tasse, come qualsiasi altra persona. Sennò l’attività non è molto sana».  Ne viene fuori un “assist” fantastico a favore di chi – a proposito di chiesa e dottrina cattolica – ha sempre, nella propria scarpa, un fastidioso sassolino da rimuovere! Le parole del Papa sembrano, per qualcuno, provenienti da un altro pianeta e sono accolte dai giornali in prima pagina, con particolari titoli ad effetto, quanto basta per porne in risalto un certo tipo di lettura politico-tornacontista. Per giusto dovere di cronaca ricordiamo, però, che oltre tremila anni fa – orientativamente tra il 65 e il 90 d.C. – tre illustri editorialisti (Matteo, Marco e Luca), a proposito di tasse, appuntarono tra le pagine del proprio Vangelo le seguenti parole di Cristo: «Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio»!

Nel corso della settimana appena trascorsa, Papa Francesco – durante l’Udienza generale del mercoledì – ha ripreso il tema riguardante la famiglia. La famiglia – afferma il Pontefice – è all’inizio, alla base della cultura mondiale che ci salva, «ci salva da tanti, tanti attacchi, tante distruzioni, da tante colonizzazioni, come quella del denaro o delle ideologie che minacciano tanto il mondo. La famiglia è la base per difendersi!».
Il mondo creato – sottolinea il Papa parlando della Creazione – è affidato all’uomo e alla donna, e quello che accade tra loro dà l’impronta a tutto. «Il loro rifiuto della benedizione di Dio approda fatalmente ad un delirio di onnipotenza che rovina ogni cosa. E’ ciò che chiamiamo “peccato originale”. E tutti veniamo al mondo nell’eredità di questa malattia».
Papa Francesco, poi, corregge l’offensivo luogo comune riguardante la figura della donna nel mondo, rappresentata erroneamente come “tentatrice e ispiratrice del male”. C’è invece spazio – dichiara – «per una teologia della donna che sia all’altezza di questa benedizione di Dio per lei e per la generazione!».

Papa Francesco, adesso, si prepara all’imminente Viaggio apostolico a Cuba e negli Stati Uniti d’America, «una missione – ha riferito – a cui mi accingo con grande speranza. Motivo principale del Viaggio è l’Ottavo Incontro Mondiale delle Famiglie, che avrà luogo a Filadelfia. Mi recherò anche nella sede centrale dell’ONU, nel 70° anniversario di tale istituzione. Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera».

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