Annibale di Francia: sacerdote innamorato della preghiera

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Annibale nacque a Messina nel 1851 in seno ad una famigli di illustri ascendenze; sua madre, infatti, era una nobildonna e suo padre un marchese. A ventisette anni, il 16 marzo 1878, rispondendo all’invito di Gesù a pregare ‘il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe’ (Mt 9, 38), invito accolto anni prima durante un’ora di adorazione eucaristica, fu consacrato sacerdote.

La sua ‘avventura’ di prete incominciò nel quartiere più povero e degradato di Messina. Annibale, di nobile famiglia, andò a vivere tra quella povera gente e nel 1882 lui, che a quindici anni aveva perso il padre, diede vita al primo di una serie di orfanotrofi. Attirati dal suo esempio, presto altri uomini e donne si unirono a lui per sostenerlo nella sua azione caritativa, creando così il primo nucleo di due nuove Congregazioni:

quella delle Figlie del Divino Zelo, sorta il 19 marzo 1887, e quella dei Rogazionisti, fondata il 16 maggio 1897. Don Annibale, fin da subito, volle che i membri dei due istituti, approvati canonicamente nel 1926, si impegnassero a vivere, oltre a tre noti voti di castità, ubbidienza, povertà, un quarte speciale: il ‘rogare’, il pregare, cioè, per le vocazioni.

La straordinaria carità del sacerdote messinese si manifestò anche nella formazione spirituale dei seminaristi , affidati alla sua cura dall’arcivescovo, ed in particolare verso i sacerdoti in difficoltà e le monache di clausura. Nel 1927 morì ed il 7 ottobre 1990 Giovanni Paolo II lo proclamò beato.

Egli, pur di nobili origini, imparò ad aspirare ad un tipo di nobiltà, quella del cuore, dell’amore, che, fin da giovane, prese ad alimentare con il pane della preghiera assidua e con la soave bevanda dell’Eucaristia, alla quale gli fu concesso di partecipare ogni giorni grazie ad un speciale permesso.

Interessante, inoltre, e moderna per i tempi l’idea che il Di Francia aveva della vocazione, che non riduceva al solo sacerdozio o alla vita religiosa ma ampliava coinvolgendo i laici: genitori, insegnanti, uomini impegnati in politica. La sua testimonianza, sotto questo profilo, ci insegna che tutti posso trovare nel sacerdozio comune quel tesoro piene di ricchezze da investire per la vita nel mondo.

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