Aibi accoglie i minori non accompagnati

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Nell’ultimo fine settimana di agosto a Gabicce Mare si è svolto il convegno dell’Aibi sul tema: ‘Adozione internazionale in cerca di futuro, in cui il presidente dell’associazione ‘Amici dei bambini’, Marco Griffini, ha presentato i numeri delle adozioni internazionali in Italia, in netto calo negli ultimi anni: 4.130 bambini d’origine straniera adottati nel 2010, 4.022 nel 2011, ma poi 3.106 nel 2012 e 2.825 nel 2013.

Questi sono i dati ufficiali della Commissione adozioni internazionali (Cai), che da quasi due anni tace (l’ultimo Rapporto statistico sul sito istituzionale arriva al 31 dicembre 2013); ed ecco che Aibi ha fornito le proiezioni sulla scorta dei numeri forniti dagli enti autorizzati: appena 2.000 adozioni nel 2014 e 850 nel primo semestre del 2015. Griffini ha sottolineato che negli ultimi due anni la Cai ha ridotto la sua attività, creando sfiducia nelle famiglie, che ha provocato il crollo delle adozioni internazionali: dal 2006 in poi si registra una perdita di 500 coppie ogni anno.

Dopo il record del 2004, con 8.274 richieste, si è scesi a 6.092 nel 2010 fino a 4.015 del 2014, un numero minimo rispetto a 5.230.000, ovvero quante sono le coppie senza figli in Italia: “L’adozione internazionale ha ancora un futuro? O meglio i bambini abbandonati hanno ancora un futuro? Molte volte ci si dimentica che parlare di adozione vuol dire innanzitutto parlare di bambini. Sono loro i protagonisti della adozione, noi ne siamo solo i comprimari.

Ma questo, molto spesso, viene dimenticato. Se così non fosse, se l’adozione fosse veramente considerata per quello che è, cioè l’ ultima possibilità per un bambino abbandonato di essere chiamato con nome di figlio allora non saremmo qui a parlare di futuro della adozione e cercare di salvarla. Perché tutti sarebbero dalla parte dei bambini. Chi non si darebbe da fare per salvare un bambino dal suo abbandono? Per salvarlo dalla perdita di un padre e una madre?”

Da ultimo, il presidente di Aibi ha annotato la chiusura di alcuni Paesi, come il Congo e il Kenya, verso le adozioni internazionali per scongiurare il traffico di minori, mentre c’è la richiesta da parte di Paesi africani, sudamericani e asiatici, che vorrebbero aprire le porte all’Italia ma sono in attesa di una risposta della Cai:

“Ma è mai possibile chiudere un Paese per paura che le adozioni internazionali si trasformino in un traffico di minori? Di chi è la responsabilità se un Paese di origine chiude le adozioni internazionali per traffico di minori? Delle autorità dei paesi di origine, della loro mancanza di controllo, di eventuali connivenze o piuttosto delle autorità dei paesi di accoglienza, dal loro mancato controllo, degli enti autorizzati, delle famiglie?”

Quindi ha invitato il governo a credere nell’adozione ed ad imprimere un cambio di rotta aprendo un confronto costruttivo per una seria riforma delle procedure per l’adozione internazionale, rendendole più agevoli. Sullo stesso livello è stato l’allarme lanciato da Andrea Luzi, rappresentante delle Acli (Associazioni cattoliche dei lavoratori italiani): “La famiglia è figlia del diritto naturale e, in quanto tale, dovrebbe venire prima di qualsiasi altra cosa. Ma troppo spesso, invece, è maltrattata”.

Per Luzi, le famiglie, comprese quelle adottive e affidatarie, sono sempre vittime di una sorta di ‘schizofrenia ideologica’ che propone da una parte l’immagine di una famiglia ideale e dall’altra la attacca in continuazione: “Vengono presentate come a favore della famiglia politiche che in realtà non lo sono. Spesso non c’è davvero una visione o un’idea che cerchi veramente di tutelare la famiglia… Serve avere una vera forza propositiva verso le istituzioni al fine di riuscire a convincere la politica a mettere la famiglia al centro della propria agenda”.

Invece Andrea Speciale, rappresentante del Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, ha affermato l’impegno del Forum delle famiglia in modo specifico a livello politico per garantire un futuro all’accoglienza adottiva e a milioni di bambini abbandonati: “La Cai non si riunisce da giugno 2014. Quando il Forum ha sollecitato una nuova riunione della Commissione si è visto rispondere con l’indicazione di nuove norme per la nomina dei commissari che parevano fatte apposta per impedire la presenza, in Cai, di membri indicati dal Forum”.

Gianfranco Arnoletti, presidente di Cifa for Children (uno dei più grandi enti autorizzati italiani) ha dichiarato: “Giustificare il calo delle adozioni affermando che si è cercato di privilegiare la qualità è come nascondersi dietro un dito ed è un insulto ai tanti bambini arrivati in Italia nel corso degli anni… Sessantadue enti sono troppi. Solo in Italia si crede che fare 100 o 200 adozione per un ente sia un grande risultato!”

Infine con il progetto ‘Bambini in Alto Mare’, in Italia Ai.Bi. è pronta a rafforzare il sistema di accoglienza a favore dei minori non accompagnati e delle madri sole con strutture e servizi dedicati, offrendo: un Centro Servizi alla Famiglia ‘Pan di Zucchero’ a Messina, per la formazione e l’accompagnamento delle famiglie che si rendono disponibili ad accogliere minori stranieri non accompagnati; una rete di famiglie di pronta accoglienza a Lampedusa, coadiuvata da personale qualificato;

campi di Volontariato e turismo responsabile a Lampedusa, per conoscere da vicino una delle tappe del ‘viaggio della speranza’; un centro di accoglienza per famiglie migranti chiamato ‘La Tenda di Abramo’: la struttura è situata alle porte di Milano e può ospitare fino ad otto nuclei familiari, per un massimo di 20 ospiti; una Ludoteca a Bolzano, in prossimità della stazione ferroviaria, che come un’oasi restituisce ai bambini profughi la loro infanzia, in un luogo protetto in cui possono giocare e divertirsi.

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