Papa all’Università cattolica argentina: “No all’opposizione tra teologia e pastorale”

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“Non poche volte si genere una opposizione tra teologia e pastorale, come se fossero due realtà opposte, separate, che non hanno niente a che vedere l’una con l’altra. Non poche volte ciò che è dottrinale viene identificato come conservatore, retrogrado; e al contrario, pensiamo la pastorale a partire dall’adattamento, riduzione, accomodamento. Come se non avessero nulla a che vedere l’una con l’altra”. Lo dice Papa Francesco in un videomessaggio al Congresso Internazionale di Teologia che si è tenuto dall’1 a 3 settembre presso l’Università Cattolica di Argentina.

Si tratta, ha spiegato il Papa, di “una falsa opposizione tra quelli che vengono chiamati i ‘pastoralisti’ e gli ‘accademicisti,’ ovvero quelli che sono fianco del popolo e quelli che stanno fianco della dottrina”. Ed è “falsa” l’opposizione” tra “teologia e pastorale, riflessione credente e vita credente”.

Superare questo divorzio tra dottrina e pastorale era proprio l’obiettivo del Concilio Vaticano II, sottolinea Papa Francesco. Che spiega come “dobbiamo tornare al duro lavoro di distinguere il messaggio della Vita dalla suo modo di trasmissione, dagli elementi culturali in ciò che un tempo fu codificato”.

“La dottrina – aggiunge – non è un sistema chiuso, privato della dinamiche capaci di generare domande, dubbi, domande”. Invece, “la dottrina cristiana ha corpo, carne, si chiama Gesù Cristo ed è la sua Vita che è offerta di generazione in generazione a tutti gli uomini e in tutti gli angoli. Custodire la dottrina esige fedeltà a ciò è stato ricevuto e – a volte – a tenere in conto l’interlocutore, il destinatario, conoscerlo e amarlo”.

Insomma, “l’incontro tra dottrina e pastorale non è opzionale, è costitutivo di una teologia che pretende di essere ecclesiale”, e “le domande del nostro popolo, la sua sofferenza, le sue pene, i suoi sogni, le sue lotte, le sue preoccupazioni hanno un valore ermeneutico che non possiamo ignorare se desideriamo prendere sul serio il principio di incarnazione”.

Il Papa delinea un dialogo tra i teologi e il popolo, perché “non possiamo ignorare la nostra gente al momento di realizzare la teologia,” perché Dio “ha scelto questo cammino.” In fondo, Papa Francesco ha già spiegato, all’inizio del messaggio, che “non esiste una Chiesa particolare isolata, che si può dire da solo, come pretendendo di essere padrona e unica interprete della realtà di azione dello Spirito”.

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