La Chiesa difende il lavoro

Condividi su...

Alcune settimane fa in udienza generale papa Francesco ha affermato che famiglia e lavoro fanno parte del disegno di Dio: “Il lavoro, si dice comunemente, è necessario per mantenere la famiglia, per crescere i figli, per assicurare ai propri cari una vita dignitosa. Di una persona seria, onesta, la cosa più bella che si possa dire è: ‘E’ un lavoratore’, è proprio uno che lavora, è uno che nella comunità non vive alle spalle degli altri…

E in effetti il lavoro, nelle sue mille forme, a partire da quello casalingo, ha cura anche del bene comune. E dove si impara questo stile di vita laborioso? Prima di tutto si impara in famiglia. La famiglia educa al lavoro con l’esempio dei genitori: il papà e la mamma che lavorano per il bene della famiglia e della società”.

Un richiamo non casuale, ma insistente in un momento di grave crisi lavorativa, che è stato ripreso dai vescovi italiani nel periodo estivo in occasione della riapertura delle fabbriche, come ha scritto il vescovo di Melfi mons. Gianfranco Todisco ai dirigenti della FCA (Fiat Chrysler Automobiles) dello stabilimento di Melfi, in cui si è chiesto di non aggravare la situazione delle famiglie. Il vescovo di Melfi ha sottolineato il positivo andamento degli ultimi mesi con un continuo aumento delle vendite dei due modelli di auto prodotti nello stabilimento SATA di San Nicola di Melfi, la Jeep Renegade e la 500X:

“Non c’è dubbio che la ripresa dell’attività lavorativa, dopo il forzato riposo dovuto alla crisi economica e al riammodernamento degli impianti, è stata una vera boccata d’ossigeno sia per l’Azienda che per migliaia di dipendenti che, riprendendo a lavorare, possono guardare al futuro delle loro famiglie con maggiore serenità”.

Grazie a questo nuovo trend positivo perché i genitori hanno avuto una “busta-paga completa, che permetterà di continuare a pagare, senza affanno, il mutuo contratto per la nuova casa, di non ricorrere più all’appoggio dei genitori pensionati per pagare le utenze, e arrivare alla fine del mese senza affanno”. Sono felici anche i giovani che hanno trovato un lavoro e possono costruirsi una nuova vita:

“Più di qualcuno ha parlato del ‘miracolo Fiat’ che, ci auguriamo di cuore, duri il più a lungo possibile, e convinca i governanti della Regione che il futuro del nostro territorio non è solamente l’industria automobilistica ma lo sviluppo delle sue naturali risorse: il turismo, agricoltura e l’artigianato”.

Però, ha avvertito il vescovo, questo nuovo ‘miracolo’ economico non gravi sulla famiglia, che ha diritto al riposo festivo, visto che dalle ore 22 del sabato alle ore 22 della domenica i lavoratori sono impegnati nella catena di montaggio: “L’esperienza ci insegna che il riposo domenicale è indispensabile, non solo per ritemprare le forze fisiche, lavorare in catena di montaggio è duro, nonostante gli sforzi profusi per renderlo leggero, ma anche per rafforzare i legami familiari, indispensabili per una sana crescita delle relazioni umane.

E come ha ricordato anche Papa Francesco nell’udienza del 12 agosto scorso, ‘il tempo del riposo, soprattutto quello domenicale, è destinato a noi perché possiamo godere di ciò che non si produce e non si consuma, non si compra e non si vende’… In fin dei conti, consegnare un’automobile con un giorno di ritardo non sconvolge il piano di produzione, che in questo momento va a gonfie vele. Oltretutto si tratta di prodotto non deperibile come i prodotti alimentari”.

Spostandoci a Taranto, dove sorge l’Ilva, mons. Filippo Santoro ha affermato che la salute è un diritto: “E’ importante ribadire che il primo degli interessi non deve essere quello produttivo ma l’attenzione alle persone, alla comunità ed agli stessi lavoratori”, chiedendo che sia rivalutata la vocazione turistica, agricola ed artigianale della città:

“E’ necessario un investimento forte su questi altri settori. Un corpo malato o si amputa o si cura. L’amputazione è un ricorso estremo che aprirebbe gravissimi problemi sociali… Non tocca alla Chiesa risolvere il problema di Taranto. Tocca alla Chiesa favorire il confronto, la condivisione di un percorso possibile, il superamento delle divisioni, sapendo che dobbiamo certo rivendicare un ambiente salubre e la difesa della salute dei tarantini, ma al tempo stesso non distruggere il lavoro”.

Ed ha ricordato la visita compiuta il 28 ottobre 1989 da papa Giovanni Paolo II, che disse di non sacrificare l’ambiente ad uno sviluppo industriale senza scrupoli: “Promuovere la capacità produttiva di un complesso industriale non è tutto, e non è neanche quello che più conta.

Il valore e la grandiosità di un impianto di produzione, sia pure così impressionante come è questo vostro, non devono misurarsi unicamente con criteri di progresso tecnologico o di sola produttività e redditività economica e finanziaria, ma anche e soprattutto con criteri di servizio all’uomo e di corrispondenza a ciò che la vera dignità del lavoratore, in quanto immagine di Dio, richiama ed esige”.

Anche a Volterra la Chiesa è in difesa dei 193 dipendenti che stanno in stato di agitazione per la chiusura dello stabilimento della Smith e Saline di Volterra, fabbrica che produce scalpelli e macchinari per la trivellazione del petrolio, di proprietà della Schlumberger che qualche anno fa ha acquisito la Smith. Infatti mercoledì 2 settembre tutti i dipendenti sono ricevuti nell’udienza generale da papa Francesco dopo l’interessamento di monsignor Alberto Silvani.

Free Webcam Girls
151.11.48.50