Al seguito del Santo Padre: i Vamp, giornalisti nell’élite

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Ogni visita del Papa va raccontata al mondo, soprattutto per il suo significato. Ecco perché con il Santo Padre, oltre al seguito ed alla sicurezza, viaggiano anche alcuni giornalisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede. Sono i cosiddetti VAMP – Vatican Accredited Media Personel – che vivono ogni momento di un viaggio apostolico come fossero a Roma, a strettissimo contatto con il Papa. “Appartenere ai VAMP  è un prestigio, un lusso”, ci spiega Cristina Del Olmo, che lavora nell’Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Spagnola e nella recente GMG di Madrid ha fatto parte del gruppo di coordinamento locale per il lavoro dei VAMP, a supporto della Sala Stampa della Santa Sede.
“I VAMP sono i giornalisti che viaggiano nell’aereo con il Santo Padre ogni qualvolta il Papa compie una visita apostolica ad un paese”, ci spiega Cristina Del Olmo in una lunga intervista, per capirne di più di questo mondo. “Questo gruppo – aggiunge – è formato dai mass media internazionali più importanti e dai cinque o sei mass media nazionali (del paese che riceve al Papa) che richiedono alla Sala Stampa della Santa Sede di poter partecipare in questa maniera così vicina a Benedetto XVI”.

Questi giornalisti sono quelli che ottengono il cosiddetto “posto in prima fila”…
“I VAMP avranno sempre i migliori scatti, le migliori immagini per la televisione, i migliori luoghi per poter eseguire il loro lavoro giornalistico, i tempi esatti per arrivare e posizionarsi negli spazi previamente indicati per loro nelle cerimonie, il più vicino possibile al Santo Padre. Affinchè tutto sia portato a termine correttamente, devono accettare delle regole imposte a questo ‘gruppo d’élite’ dalla Sala Stampa della Santa Sede, che conoscono bene”.

C’è un grande lavoro di pianificazione dietro…
“Niente è a caso, niente è un capriccio. Tutto è calcolato affinchè, dopo l’esperienza dei viaggi papali, i giornalisti possano offrire a tutte le persone del mondo tutto quello che è notizia di ogni evento del Santo Padre.  Perchè tutto questo sia possibile c’e un lavoro di gruppo che dura molti mesi e, ovviamente, c’è un coordinatore generale: Vik  van Brantegem, Assistente del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede. I giornalisti lo rispettano, alcuni anche lo temono, ma tutti conoscono la sua efficienza, professionalità e si fidano pienamente di lui. È un leader chiaro, preciso, con una gran esperienza (quasi 30 anni al servizio della Santa Sede, occupandosi dell’organizzazione, della logistica e della sicurezza per i media nei viaggi apostolici del Santo Padre), di quanto deve o non deve essere, si deve o non deve fare. Per lui e il suo team la cosa più importante è che i VAMP ottengano il massimo. Non è mai soddisfatto. Se c’è un punto alto, come il terrazzo del Comune di Madrid nella Piazza Cibeles, lo vuole e lo chiederà per i suoi VAMP. O, nel caso dell’aerodromo di Cuatro Vientos, la torre dei controllori di AENA.  Porterà sù i suoi giornalisti ed avranno le migliori immagini panoramiche”.

Come funziona il lavoro a livello locale? Com’è stata la tua esperienza alla GMG di Madrid?
“Il gruppo che coordina i VAMP deve lavorare con il team locale; nel caso di Madrid, con gli organizzatori della GMG 2011. Si pianificano insieme i percorsi, i chilometri ed il tempo necessario per arrivare in ogni luogo, le posizioni che avranno i VAMP, i pools (i ridotti gruppi di giornalisti che avranno accesso a certi eventi, ndr), gli accessi, i permessi per entrare o uscire da un certo luogo o anche i pullman di cui avranno bisogno. Ogni giorno si cronometra e, se possibile, niente è lasciato al caso”.

Chi faceva parte del gruppo di lavoro di Madrid?
“Il gruppo era composto da me, da Roque Da Cunha e da Henrique Mota, che siamo stati gli assistenti di Vik van Brantegem. Victor Solanas Monttlonch è stato il coordinatore del Servizio di accompagnamento, risolvendo tutti i problemi che venivano fuori, sempre che fossero alla nostra portata. In più Salvatore Scolozzi è stato “Personal adviser for media matters” e don Simone di Vito ha seguito “spiritualmente” i giornalisti, celebrando la messa ogni giorno, quasi sempre la mattina prestissimo. Ci hanno aiutato anche cinque volontari della GMG, che hanno capito alla perfezione il loro lavoro: Jorge Martínez, Manuel Sainz, María Luisa Peña, Ratislav Hamraček, Karolina Kasperaviciute”.

Certo, c’è bisogno di molta collaborazione e spirito di squadra…
“Quanta più collaborazione c’è e quanto più misurati sono i dettagli, tanto più sicuro sarà il viaggio papale da entrambi i punti di vista: il Papale (il primo obiettivo) ed il giornalistico.  E qui sono importantissime le autorità locali. Il Gruppo di coordinamento dei VAMP realizza diverse  “visite tecniche” previe sui luoghi dove si svilupperanno le cerimonie. Nel caso di Madrid: Cuatro Vientos, Plaza de la Independencia, Cibeles, Paseo de Recoletos, Catedral de la Almudena ed El Escorial”.

Non deve mancare una sana dose di diplomazia…
“Certamente… Questo gruppo, formato da assistenti e collaboratori della Santa Sede e del Santo Padre, deve mediare con i responsabili di ogni luogo, spiegando bene il lavoro che si andrà a fare. La Santa Sede, con i suoi collaboratori, compie un grande lavoro di diplomazia, spiegando tutte le volte che sia necessario che i giornalisti che fanno parte del gruppo dei VAMP non saranno in nessun caso un disturbo o rovineranno la cerimonia e tanto meno l’immagine del Papa. Al contrario: cercheranno di stare vicino senza interferire, senza essere visti, senza fare rumore. Questo è un merito da riconoscere a questi professionisti: basterebbe vedere come trasportano le loro telecamere, fotocamere, obiettivi, zaini ed altri elementi tecnici per compiere il loro lavoro”.

Come funzionano gli spostamenti dei giornalisti? Entriamo nel vivo di una cerimonia del Papa…
“I VAMP sono ben addestrati. Prima di entrare in un certo luogo, si mettono in fila e si spiega loro i movimenti. Si sistemano e aspettano. Per il percorso saranno sempre accompagnati da uno o due degli assistenti del Team, i quali hanno già concordato l’accesso di questo ‘gregge’ giornalistico. Si può fare anche qualche cambiamento in situ per migliorare la propria posizione. In alcuni casi, il cambiamento si compie cinque minuti prima dell’arrivo del Santo Padre”.

Tutto il lavoro che fate deve essere compiuto in piena sicurezza… Quanto è importante questo aspetto?
“Per questo entrano in scena la polizia e corpi di sicurezza dello Stato di ogni paese, elementi fondamentali in questi viaggi. In Spagna, nella GMG di Madrid, c’è stata una collaborazione straordinaria. Senza il loro prezioso aiuto affinché tutto fosse perfetto, niente sarebbe stato uguale. Anche qui c’è un lavoro previo. Nei mesi precedenti la visita il gruppo di coordinamento ha presentato alla Polizia nazionale spagnola le necessità sulle quali lavorare insieme. E così si sono concordati percorsi, movimenti e luoghi dove i giornalisti si sarebbero dovuti sistemare. Voglio menzionare qui la grande comprensione dimostrata verso il nostro lavoro da parte dell’Ispettore Capo Julián Maroto Rodriguez, degli Ispettori Martín Delgado Delgado y Baltasar Reyes García Rodilla, di José Maria Rodriguez Hernandez, Angel Luis Coto Mohino, insieme agli agenti dell’Unità Centrale di Protezione del Commissariato Generale della Sicurezza Cittadina di Madrid, incaricati della protezione dei VAMP”.

Come si vive una cerimonia papale che poi va raccontata al mondo?
“Uno dei luoghi comuni nel mondo giornalistico è che si vive sempre di corsa. Ebbene sì, da noi si compie questo luogo comune. Bisogna seguire il Santo Padre, ma prima che il Papa arrivi. Sempre prima. Pronti per scattare o mettere a fuoco. Uno dei suoni che più mi torna nella mente è lo scatto dei fotografi. Tutti, in un minuto, premono sulle loro macchine fotografiche all’arrivo del Santo Padre. Impressionante. Un minuto, lavoro fatto e fuori dal recinto”.

Insomma, con questo sistema tutte le testate avranno accesso privilegiato alle informazioni…
“Una delle regole della Sala Stampa della Santa Sede è che tutti i VAMP abbiano la stessa possibilità di accesso all’informazione, con particolare riferimento ai discorsi del Papa e alle immagini delle cerimonie. I giornalisti prendono i discorsi del Papa ogni giorno la mattina presto, ‘Sotto Embargo’. Ciò significa che possono preparare l’informazione senza mai rendere pubblico un discorso del papa prima che egli stesso lo abbia pronunciato. Non si può rompere l’Embargo e i giornalisti lo sanno. Qualche volta purtroppo è successo, ma chi trasgredisce questa regola avrà subisce delle sanzioni”.

Mi pare di capire che il tuo bilancio è assolutamente positivo…
“Lavorare in questo Team e sotto la direzione di Vik van Brantegem, per la partecipazione di Benedetto XVI nella Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, è stato un vero piacere dal punto di vista professionale, umano e spirituale. Un’esperienza irripetibile, qualcosa che pochi possono raccontare. Per un giornalista è il massimo. Inoltre, ho avuto la possibilità di stabilire rapporti professionali con i rappresentanti della Casa Reale, della Presidenza del Consiglio, dei Servizi di Sicurezza, del Patrimonio Nazionale, diversi membri del governo i quali, in un modo o nell’altro, partecipano alla riuscita di un viaggio del Santo Padre”.

Dal tuo racconto si percepisce che ce l’avete messa tutta…
“L’organizzazione di una visita apostolica del Papa è una situazione che ti obbliga a dare il 1000 x 1000. Credo che il nostro team ha cercato di dare tutto. Si mangia quando si può, si dorme poco e nella fase finale, prima dell’arrivo del Papa a Madrid, non abbiamo avuto tempo per nient’altro. Sono molto grata e fortunata per quest’esperienza. Pur essendo di nazionalità diverse ci siamo capiti tutti, dal principio, alla perfezione. Non c’era bisogno di grandi spiegazioni per capire il lavoro di ognuno. Parlavamo in inglese, italiano, spagnolo, portoghese, a volte tutti mescolati insieme, ma tutti avevamo chiaro l’obiettivo comune: lavorare affinché tutto venisse bene e Benedetto XVI potesse offrire nel miglior modo possibile il suo messaggio ai giovani di tutto il mondo”.
In Spagna sono tutti contenti del messaggio che Benedetto XVI ha dato durante la GMG… Anche Madrid ricorderà per sempre questa esperienza…
“Questo è un aspetto molto speciale per me. Madrid è la mia città… Dopo la GMG 2011 Madrid non sarà mai la stessa per me. Ogni qualvolta passerò per i luoghi dove è stato il Santo Padre ricorderò le immagini vissute in pieno agosto. Ricorderò una Madrid piena di allegria, inondata dai Pellegrini ‘saldi nella fede’”.

Cristina del Olmo: giornalista. Lavora nell’Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) dal  1993. Anche come redattrice, dal 1992, nell’Agenzia di Notizie SIC, Agenzia di notizie religiose, che appartiene alla Commissione Episcopale di Mezzi di Comunicazione Sociale della CEE .
Studi: Giornalismo (Laureata in Scienze dell’Informazione, Università Complutense di Madrid) . Nata a Madrid nel 1969.
Ho collaborato con i VAMP, come assistente di Vik van Brantegem,  in tre occasioni:  con Giovanni Paolo II, maggio del 2003, durante la sua visita a Madrid; con Benedetto XVI, a Santiago e Barcelona, novembre 2011; e agosto 2011, nella GMG.
Come Responsabile della Stampa della Conferenza Episcopale Spagnola ho lavorato nella Giornata Mondiale della Gioventù a Roma, anno 2000.

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