Papa Francesco proteso verso Sarajevo, con lo sguardo nella sua America Latina

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Non c’è Messa a Santa Marta, né impegni pubblici per Papa Francesco, che in questa settimana ha rallentato le attività pubbliche per due appuntamenti attesi: la processione del Corpus Domini di giovedì 4 giugno, che sarà come tradizione presieduta dal Papa; e il viaggio a Sarajevo del prossimo 6 giugno, un programma intenso e rapidissimo che lo porterà nel cuore dei Balcani a invocare la pace. Ma per la fine della settimana ci sono anche altri tre appuntamenti importanti: l’incontro con la presidentessa del Cile Michelle Bachelet il 5 giugno, quello con il presidente del Venezuela Nicolas Maduro il 7 giugno e quello con la presidentessa di Argentina Cristina Kirchner il 7 giugno.

I tre sono a Roma per partecipare alla Conferenza FAO che si tiene a Roma dal 6 al 13 giugno. Per il Papa sono incontri molto importanti, non solo in vista del viaggio di Papa Francesco in America Latina – toccherà Ecuador, Bolivia e Paraguay dal 5 al 13 luglio – ma anche perché i tre Paesi stanno attraversando una situazione oggetto di attenzione.

In Cile, le pressioni governative e delle multinazionali per legalizzare il matrimonio omosessuale, depenalizzare l’aborto e legalizzare l’eutanasia sono fortissime. La Chiesa sta svolgendo un ruolo eroico, l’Università Cattolica del Cile è stata messa sotto accusa per aver pronunciato un ‘no’ deciso contro l’aborto. Sono tutti temi che sicuramente saranno parte dell’incontro di Papa Francesco con la ‘presidenta’ Bachelet. Per essere informato della situazione del Paese, Papa Francesco ha incontrato il vescovo Ivo Scapolo, nunzio apostolico in Cile, nella mattinata di oggi.

Mentre ieri, 1 giugno, Papa Francesco si è incontrato con il vescovo Roberto Lückert León, presidente della Commissione Episcopale dei Mezzi di Comunicazione Sociale del Venezuela, per preparare l’incontro con Nicolas Maduro del 7 giugno. Da sempre, l’episcopato venezuelano ha chiesto alla Santa Sede di farsi mediatore nei durissimi scontri tra maggioranza e opposizione che hanno caratterizzato il Paese dall’elezione di Maduro nel 2013, contestata come irregolare. La Santa Sede ha preferito mantenersi a distanza, cercando di non essere strumentalizzata da nessuna delle due fazioni. Ma Maduro va in Vaticano in una situazione diventata drammatica, con un governo accusato di corruzione da più parti, un disastro sociale causato anche dal crollo del prezzo del petrolio, e le proteste popolari che crescono, come quelle di alcuni studenti che da due giorni sono chiusi in sciopero della fame in una chiesa di Caracas per chiedere la liberazione dei compagni imprigionati durante le proteste, nuove elezioni e, appunto, la mediazione vaticana. Il vescovo Roberto Lückert León, dal canto suo, ha detto di aver parlato al Papa della crisi carceraria e della violazione dei diritti umani dei prigionieri politici in Venezuela. Il vescovo ha anche annunciato al Papa la sua decisione di visitare i prigionieri politici, nonostante gli sia stato negato, forse per ordine di Iris Varela, ministro dei Servizi Penitenziari.”

Papa Francesco non ha bisogno di fare particolari incontri per prepararsi a vedere la presidente argentina Cristina Kirchner, che – da quando Francesco è Papa – è tornata cinque volte in Vaticano, nonostante con il Cardinal Jorge Mario Bergoglio i rapporti non fossero così idilliaci. Questioni di opportunità politica, anche perché anche la nazione argentina rischia il baratro economico, dopo essere stata anche vittima di una “colonizzazione dell’essere umano” (leggi su fecondazione in vitro, matrimonio omosessuale ed eutanasia) analizzata dal Rapporto Van Thuan sulla Dottrina Sociale nel mondo del 2012.

Ma prima del Sudamerica, c’è Sarajevo. E Papa Francesco invia un videomessaggio alla chiesa particolare di Sarajevo. Ricorda il motto della visita (“La pace sia con voi”) e dice di preparasi ad andare “come un fratello messaggero di pace, per esprimere a tutti – a tutti! – la mia stima e la mia amicizia. Vorrei annunciare ad ogni persona, ad ogni famiglia, ad ogni comunità la misericordia, la tenerezza e l’amore di Dio.”
“Vengo tra voi- dice il Papa- con l’aiuto di Dio, per confermare nella fede i fedeli cattolici, per sostenere il dialogo ecumenico e interreligioso, e soprattutto per incoraggiare la convivenza pacifica nel vostro Paese. Vi invito ad unirvi alle mie preghiere, affinché questo viaggio apostolico possa produrre i frutti sperati per la Comunità cristiana e per l’intera società.”

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