La Chiesa Marchigiana difende il lavoro

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La Whirpool chiude, prevedendo 480 esuberi: 200 a Comerio (Varese), quartier generale europeo di Whirlpool; 200 a Fabriano, polo nevralgico dell’acquisita Indesit; altri 80 nella sede di Milano che significa la sua chiusura.

Lo scontrino sociale, secondo i sindacati, è di 2.059 persone (su oltre 6.700) lasciate a casa tra tre anni. Secondo l’azienda sono 1.750, considerando le 280 assunzioni previste per la sede di Varese, qualificate come ‘incrementi occupazionali’ ma a ben vedere inquadrabili in possibili trasferimenti in Lombardia di personale in esubero altrove.

Però non è solo questa situazione che preoccupa i marchigiani; infatti tra ottobre e dicembre 2014 sono nate 2.188 imprese e ne sono scomparse 2.762, con la perdita di 574 aziende. Secondo il Centro Studi Unioncamere Marche, che ha elaborato i dai Movimprese per i principali settori produttivi marchigiani, è ancora l’agricoltura a pagare il prezzo più pesante alla crisi, con la perdita di 1.076 imprese. Pesante anche il dato delle aziende edili (-627), del commercio (-521) e del manifatturiero (-347).

In calo anche le attività immobiliari (-50), mentre sono aumentate le imprese dei servizi alle imprese (+160), di alloggio e ristorazione (+76), dei servizi alla persona (+48) e delle attività finanziarie e assicurative (+41). In aumento anche le imprese cooperative, passate da 2.543 a 2.597, con un saldo positivo di 54 unità.

Di contro nelle Marche, secondo i dati del Ministero del Lavoro in questa Regione il 58% delle aziende ispezionate risulta irregolare: 2448 lavoratori sono trovati irregolari, di cui 1000 in nero; infine sono state riscontrate 11 violazioni di norme a tutela del lavoro minorile di rilevanza penale.

Davanti a questa crisi ed a tali dati la Commissione per la pastorale sociale e il lavoro della Conferenza Episcopale Marchigiana esprime una seria preoccupazione: “Ancora una volta accogliamo con preoccupazione le notizie circa nuovi tagli di posti di lavoro, conseguenti a ristrutturazioni e chiusure aziendali motivati dalla presente congiuntura economica.

La situazione della Regione è drammatica per tanti e ora per i dipendenti della Whirlpool che rischiano di perdere posti di lavoro… I diritti di tutti vanno garantiti con un’attenzione mirata verso quanti vedono compromesso il proprio futuro e quello dei propri figli. Al tempo stesso richiamiamo noi stessi, Chiese delle Marche, e i soggetti pubblici e privati interessati, a dar seguito ai doveri di giustizia e di solidarietà che emergono da queste situazioni.

Invitiamo i laboriosi lavoratori, di cui non ci sono estranei i sacrifici e che ben conosciamo anche attraverso quanto le nostre Caritas e le nostre Parrocchie ci riferiscono, a non tirarsi indietro dentro un progetto di impresa e di territorio che li valorizzi. Invitiamo gli imprenditori, di cui riconosciamo il ministero sociale, a porre al centro il bene e il bello della persona che lavora.

Sosteniamo quanti non si lasciano tentare da una finanza che schiaccia la dignità dell’uomo; apprezziamo la creatività propria dell’imprenditoria marchigiana che è capace di realizzare innovazione e buone prassi esportate in tutto il mondo. Invitiamo la politica ad assumere con sempre maggiore responsabilità la domanda di vita che sta dietro il bisogno di lavoro.

E’ sempre più necessario che la virtù della buona politica elevi se stessa nella tensione morale e si abbassi nella concretezza delle preoccupazioni legittime dei cittadini, anche di quelli che saranno i cittadini di domani ai quali occorre dare fiducia circa la possibilità di impegno delle proprie capacità nel territorio in cui hanno intessuto relazioni sociali e familiari significative…

E’ insieme alle nostre comunità cristiane, alle quali rinnoviamo l’invito a farsi prossime e di cui vediamo anche un’opportuna conversione verso stili di vita più sobri ed equi, che incoraggiamo i tentativi da diverse parti intrapresi per giungere a soluzioni accettabili”.

Ed anche il vescovo di Fabriano-Matelica, mons. Giancarlo Vecerrica, mostra preoccupazione ed invita “tutti a pregare e a compiere i gesti di amicizia cristiana per questa situazione che crea problema nel territorio. Il Vescovo, i sacerdoti e i fedeli si mettono in preghiera perché vinca l’amore vero, che è la radice di ogni buona economia e di ogni vera azienda umana”.

Il vescovo invita poi a non alimentare ‘la cultura dello scarto’, come ha detto papa Francesco recentemente: “Ascoltate questo accorato appello del Pastore di questo territorio Fabrianese. Nel vostro futuro ci siamo anche noi, nessuno deve essere escluso: se un lavoratore perde il lavoro, perdiamo tutti. Non è retorica, è realismo; è umanesimo nuovo; è la civiltà dell’amore portata dal cristianesimo”.

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