Papa Francesco e le sfide della Chiesa in Mozambico

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Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano i Pastori del Mozambico, in visita “ad limina” e li ha invitati ad andare incontro al “centro” della missione episcopale, “nelle periferie delle vostre Diocesi e in tutte le periferie esistenziali, dove c’è sofferenza, solitudine, degrado umano”.

Il pensiero del Papa è andato anche a chi è stato colpito dalle catastrofi naturali, “che non cessano di seminare distruzione, sofferenza e morte”, soprattutto alle vittime, ma anche agli sfollati e ai rifugiati, il cui “numero sta aumentando”: “Queste persone – dice – hanno bisogno che noi condividiamo il loro dolore, le loro ansie, i loro problemi. Hanno bisogno che le guardiamo con amore. Si deve andare loro incontro come ha fatto Gesù”. Papa Francesco ha parlato delle “attuali sfide del Mozambico”, che richiedono uno sforzo di comunione e di unità, soprattutto perché “tensioni e conflitti hanno minato il tessuto sociale”, con tante famiglie distrutte e tante senza futuro.

Un riferimento anche alla situazione politica, perché
non vanno sottovalutati i rapporti e “una decisa attuazione di buone relazioni con il governo”, che “non è dipendenza, ma collaborazione”. I vescovi possono aiutare la Società civile nel discernimento senza “risparmiare alcuno sforzo per sostenere la famiglia e la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale”: “la famiglia – ha chiesto il Papa – sia sempre difesa come una fonte primaria di fraternità, il rispetto per gli altri e prima via della pace”.

É stato pubblicato anche il messaggio del Papa per il Primo incontro internazionale ebraico-cristiano di rabbini, cardinali e vescovi, promosso dal Cammino neocatecumenale, in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate e nel ricordo del 70° anniversario della fine della Shoah. Si è tenuto presso la Domus Galilaeae, sul lago di Tiberiade e vi hanno partecipato 120 rabbini, 7 cardinali (Pell, Rylko, Toppo, Schonborn, Cordes, Yeom Soo-jung e Romeo) e 20 vescovi provenienti da tutto il mondo. Presenti anche gli itineranti del Cammino e personalità del mondo accademico, dell’arte e della cultura di entrambe le confessioni religiose. Papa Francesco ha inviato un messaggio per sottolineare e riconoscere questo evento come uno strumento per rafforzare la fraternità tra i due popoli.

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