La giornata di Papa Francesco. I dieci anni dall’inizio del ministero petrino di Benedetto

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L’incontro con i vescovi di Namibia e Lesotho. E poi quello con il presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman. La giornata ufficiale di Papa Francesco si concentra tra Africa e Est Europa, proprio quelle “periferie” che al sinodo dei vescovi si sono più distinte nella difesa della dottrina della Chiesa. Ma è anche un giorno particolare. Si ricorda il martirio degli armeni del 1915. Ma si ricorda anche il decimo anniversario della Messa di inizio del ministero petrino di Benedetto XVI.

Il Papa emerito ha vissuto la giornata, come di consueto, nel monastero Mater Ecclesiae, leggendo e pregando. C’è ancora il fratello Georg a fargli compagnia. Era a fianco a lui, un boccale di birra in mano, quando una delegazione della Baviera gli è andata a fare visita il 16 aprile, giorno del suo compleanno. A loro, un felice Benedetto XVI aveva rivolto un saluto, catturato da una telecamera. “E’ meraviglioso per me che siate qui, che la Baviera sia qui, in tutta la gloria dei suoi costumi tradizionali. E anche Dio si è manifestato con questo bellissimo tempo! Il mio cuore si apre vedendo questo! I costumi bavaresi, così belli! Il suono della musica! (…) Potete vedere che la Baviera resta vera in se stessa, anche in tempi difficili. Va avanti, ma resta vera nella sua storia.”

Non ci sono state celebrazioni, per questi dieci anni dalla Messa di inizio del Ministero petrino di Benedetto XVI. Forse, una telefonata di Papa Francesco, che raccontano spesso si consulti con lui. Di certo, lo stile è diverso. Benedetto XVI dedicava molto tempo all’incontro personale con i vescovi nelle visite ad limina, almeno un quarto d’ora ciascuno. Papa Francesco consegna il discorso, e poi fa una sessione comune, libera, di domande e risposte, prima di salutarli uno ad uno.

Ha fatto così anche con i vescovi di Namibia e Lesotho, in visita ad Limina. Nel discorso, il Papa ha detto loro di superare l’egoismo, nella vita pubblica e privata, ha sottolineato la necessità di prestare attenzione alla famiglia e ai poveri, che non devono mai essere dimenticati. Scrive il Papa: “Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri” e al primo posto ci sono i malati di Aids una delle piaghe che colpisce questa parte di Africa.

Il Papa ha parlato anche delle famiglie “divise a causa del lavoro lontano da casa o per la separazione o il divorzio” e ha ringraziato i vescovi per l’impegno a promuovere “una sana vita familiare di fronte a opinioni distorte che emergono nella società contemporanea”. Il compito della Chiesa – ha scritto – è compito di formare famiglie che contribuiscano alla pace del mondo, mentre i sacerdoti sono chiamati a parlare “con entusiasmo” del sacerdozio.

Quello tra il Papa e il presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman è stato invece un incontro istituzionale, programmato per celebrare i 25 anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Si è parlato della collaborazione tra i due Stati, della volontà di chiudere un accordo bilaterale, e anche di sviluppare la cooperazione tra Chiesa e Stato in particolare nell’ambito culturale, educativo e sociale.

Tra i doni di Zeman al Papa, cinque borse porta documenti, di cui una di colore verde che – ha detto il Papa – “è perfetta per consegnare la mia prossima enciclica sulla custodia del Creato”.

Tra i doni del Papa, la consueta medaglia della pace, che – ha detto il Pontefice – “è sempre un augurio per i governanti a lavorare per la pace.”

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