Papa Francesco a Napoli: la corruzione puzza!

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Questa mattina presto papa Francesco è partito in elicottero dall’eliporto vaticano per la Visita Pastorale a Pompei e Napoli. Arrivato al Santuario di Pompei il papa è stato accolto da mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo di Pompei e Delegato Pontificio per il Santuario, e dal sindaco, Nando Uliano, recitando la ‘Piccola Supplica’ davanti all’immagine della Madonna di Pompei.

Terminata la supplica papa Francesco ha salutato i fedeli: “Grazie tante per questa accoglienza calorosa. Grazie tante. Abbiamo pregato la Madonna affinché ci benedica tanto, a me, a voi e a tutto il mondo. Abbiamo bisogno che Lei ci custodisca. Ora vi invito a recitare una Ave Maria …” ed ha raggiunto in elicottero il campo sportivo comunale di Scampia, dove è stato accolto dall’Arcivescovo di Napoli, Card. Crescenzio Sepe, dal Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, dal Prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, e dal sindaco, Luigi De Magistris.

Ragiungendo piazza Giovanni Paolo II si è immerso, tra tanti striscioni, nella gioiosa accoglienza della popolazione, soprattutto dei bambini, che lo hanno attorniato con tante feste. Il card. Sepe ha ringraziato il papa perché il sogno è diventato realtà per essere confermati nel cammino della fede: “Lei inizia significativamente la sua visita pastorale a Scampia. Lei sa conoscere il linguaggio del cuore ed il linguaggio del cuore è la lingua dei napoletani. Chissà se dopo aver conosciuto Napoli le verrà il desiderio di ritornare… ‘A Maronna v’accumpagne!” Il sindaco De Magistris ha consegnato le chiavi della città.

Un’immigrata filippina, Corazon, si è rivolta al papa per una parola che legittimi l’essere figli di Dio: ‘Forse almeno una volta ci sentiremo importanti’, eppoi abbraccia il papa. Un lavoratore, Michele, chiede al papa di aiutare a credere nella sacralità del lavoro per contribuire alla costruzione della società. Il presidente della Corte di Appello di Napoli, Bonaiuto, ha ricordato le parole di San Giovanni Bosco di essere buoni cristiani ed onesti cittadini. Dopo aver sentito queste testimonianze papa Francesco ha detto che ha voluto iniziare la sua visita a Napoli proprio da una periferia come Scampia, ringraziando tutti della calorosa accoglienza:

“Saluto tutti voi e vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza! Si vede che i napoletani non sono freddi. Ringrazio il vostro Arcivescovo per avermi invitato e per le sue parole di benvenuto; e grazie a coloro che hanno dato voce alle realtà dei migranti, dei lavoratori e dei magistrati. Voi appartenete a un popolo dalla lunga storia, attraversata da vicende complesse e drammatiche. La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste! È questa la vostra grande risorsa.

Il cammino quotidiano in questa città, con le sue difficoltà e i suoi disagi e talvolta le sue dure prove, produce una cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta, e a fare in modo che il male non abbia mai l’ultima parola. E’ una sfida bella: non lasciare mai che il male abbia l’ultima parola”. Poi ha detto loro di non perdere la speranza: “E’ la speranza, lo sapete bene, questo grande patrimonio, questa ‘leva dell’anima’, tanto preziosa, ma anche esposta ad assalti e ruberie.

Chi prende volontariamente la via del male ruba un pezzo di speranza. Lo ruba a sé stesso e a tutti, a tanta gente onesta e laboriosa, alla buona fama della città, alla sua economia. Vorrei rispondere alla sorella che ha parlato a nome degli immigrati e dei senza fissa dimora. Lei ha chiesto una parola che assicuri che i migranti sono figli di Dio e cittadini. I migranti sono cittadini, che sono migranti come noi verso la seconda patria. Siamo tutti figli di Dio migranti in cammino. Questa parola è scritta nella carne nostra.

Voglio dirti: questa parola c’è, e non è scritta solo su un foglio, su un libro; è scritta nella carne, su un cuore, ha un volto e un nome: Gesù. Gesù è la Parola vivente che ci assicura che siamo figli di Dio, figli amati, voluti, non solo, anche figli salvati: salvati dal peccato che rovina questa relazione filiale, che ci ruba questa dignità e ci rende schiavi. Gesù è il Figlio Unigenito che ci fa pienamente figli del nostro Padre celeste. Tutti dobbiamo andare a trovare Dio. Grazie di questa domanda!”

Rispondendo al lavoratore il papa ha affermato che chi sfrutta il lavoratore non è cristiano e la mancanza di lavoro è un segno negativo dei nostri tempi: “In modo speciale lo è la mancanza di lavoro per i giovani. E’ segno che c’è una disfunzione grave nel sistema, e non si può andare avanti senza individuare bene questa disfunzione e fare i cambiamenti necessari. Più del 40% dei giovani non ha lavoro. Questa è una responsabilità del mondo, perché c’è un sistema economico che scarta l’ultimo. Il problema più grave è non avere la possibilità di portare il pane a casa. Dobbiamo difendere la nostra dignità”.

Poi ha usato parole forti: “Chi sfrutta i lavoratori non è cristiano… Dobbiamo riprendere la lotta per la nostra dignità per portare il nostro pane a casa. Il lavoro che manca ai giovani, in un quartiere come questo è un grido, che sale forte e acuto. Con la mancanza di lavoro viene a mancare la dignità, e la persona rischia di cedere ad ogni sfruttamento”. Infine rispondendo al presidente della Corte di Appello, ha ripreso il motto di san Giovanni Bosco, ‘buoni cristiani e onesti cittadini’, condannando la corruzione: “Il percorso di speranza è proprio quello dell’educazione, e l’educazione si fa con l’amore, con l’amorevolezza, diceva Don Bosco.

Il lavoro educativo è la via giusta perché è preventivo ed aiuta ad andare avanti. Il giudice ha detto: corruzione. Se noi chiudiamo la porta ai migranti e togliamo il lavoro, questo si chiama corruzione. Una cosa corrotta è una cosa sporca. La corruzione puzza. Un cristiano che lascia entrare dentro sé non è cristiano, puzza… Cari amici, la mia presenza vuole essere un impulso a un cammino di speranza, di rinascita e di risanamento già in corso.

Conosco l’impegno, generoso e fattivo, della Chiesa, presente con le sue comunità e i suoi servizi nel vivo della realtà di Scampia; come pure la continua mobilitazione di gruppi di volontari, che non fanno mancare il loro aiuto e il loro supporto. La ‘buona politica’ è un servizio alle persone, che si esercita in primo luogo a livello locale, dove il peso delle inadempienze, dei ritardi, delle vere e proprie omissioni è più diretto e fa più male. La buona politica è una delle espressioni più alte della carità, del servizio, dell’amore. Fate una buona politica!

Napoli è sempre pronta a risorgere, facendo leva su una speranza forgiata da mille prove, e perciò risorsa autentica e concreta sulla quale contare in ogni momento. La sua radice risiede nell’animo stesso dei Napoletani, soprattutto nella gioia, nella loro religiosità, nella loro pietà. Io vi auguro di andare avanti con questa gioia… siamo tutti napoletani, che imparino il napoletano che è tanto bello. Vi auguro il meglio. San Gennaro vi accompagni”. Poi ha salutato i presenti per recarsi a piazza del Plebiscito per celebrare la messa chiedendo di pregare per lui: “Non lasciatevi rubare la vostra fede e la vostra bontà!

San Gennaro, vostro Patrono, vi assista e interceda per voi. Benedico di cuore tutti voi, le vostre famiglie e questo vostro quartiere. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. ‘A Maronna v’accumpagne!”

Lungo il tragitto è stato accolto da un popolo pieno di gioia, che ha mostrato i santi di Napoli, di cui la città è fiera.

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