Aforismi

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  • Quando san Paolo annuncia che Cristo Crocifisso è il fondamento e il cuore della fede cristiana, ci esorta a non essere come i Giudei e i Greci che respingono l’annuncio del Cristo Crocifisso considerato per loro scandalo o bestemmia, e perciò motivo di repulsione. Per l’Apostolo, la Sapienza di Dio si rivela attraverso la Croce (cf 1Cor 1,22-25). Questa Verità mortifica sia le categorie logiche e razionali di una certa concezione restrittiva, costruita a misura d’uomo, sia la tendenza idolatrica a quella sorta di “Onnipotenza” di chi respinge la verità di cui parla Isaia: i pensieri di Dio non sono i pensieri dell’uomo né le vie dell’uomo sono le vie di Dio (cf 55,8).

  • Solo Dio può e sa donare la vita. Nessuno è stato mai capace di prendere il fango e col soffio donargli un volto, un’anima e un cuore. Soltanto il Creatore, dal nulla, ci fece suo volto e dal fango ci trasformò in suoi figli: tutti fratelli in Lui! Solo l’Amore è capace di generare la vita. Soltanto amando si diventa simili a Lui, Creatore e Padre.
  • Quel Dio della guerra e della morte non lo riconosco come il mio Dio perché non è il Padre del Signore nostro Gesù Cristo. M’incanta e mi seduce il Dio del roveto ardente che brucia, purifica e vivifica senza distruggere. Occorre salire sull’Oreb e sul Tabor per immergersi in quel Fuoco e in quella Luce in Splendore e lasciarsi purificare, illuminare, trasfigurare.
  • Per vivere bene bisogna essere sempre protesi verso il futuro: non miopi, non vanitosi, non bugiardi, non paurosi. È nello slancio verso il futuro che l’uomo si realizza. Chi si volta indietro rischia di diventare fragile e fredda statua di sale. Chi mette mano all’aratro e si volta indietro non è degno discepolo del Maestro e Signore Gesù.
  • L’amore si situa nel dialogo intelligente e costruttivo. Non basta camminare insieme o vivere nella stessa casa. L’amore che dialoga non è questione di compravendita. Dialogare è creare comunione, aprirsi all’altro per arricchirsi reciprocamente. Le armi orrende delle divisioni sono l’egoismo, l’arroganza, la chiusura mentale, la presunzione, il pregiudizio, l’intolleranza e quell’invidia diabolica che è la sporca vendetta degli incapaci. Nel camminare insieme è sempre lo Spirito che rende fecondi i nostri sforzi di creare comunione anche là dove essi potrebbero apparire umanamente destinati al fallimento.
  • Lo Spirito è come il vento che gonfia la vela della grande barca della Chiesa per spingerla in avanti nel percorso affascinante e faticoso della storia. Tutti siamo invitati a issare la vela e a spiegarla con coraggio per permettere allo Spirito di agire con tutta la sua potenza purificatrice e divinizzante. Guai a quelli che tentano di ammainare le vele per rinunciare all’impresa del cammino in avanti, con la vana presunzione di confinare lo Spirito agli arresti domiciliari! Quando nella vita della Chiesa viene a mancare la profezia dello Spirito, il gioco delle apparenze, che occultano la babele di confusione, ne distrugge la vitalità interiore, la dinamica verso il futuro e la credibilità stessa per cui è stata inviata.
  • Oggi si vive in un’atmosfera in cui il mito dell’apparire e del teatralizzare è legge su tutto. Si suole dire: “Se tu non appari, non conti”. Il mito vanesio dell’apparire è insipienza. Sei accolto per quello che sei, non per quello che appari. Non maschera ma volto, non trucco ma luce negli occhi che rivela amore del cuore. Oggi la società rischia di essere penalizzata e di trasformare in spettacolo, sovente di basso livello infantilistico, anche i drammi più angoscianti: fare spettacolo per sopravvivere e mercificare il fenomeno. L’Incarnazione, attraverso l’umiltà di Dio, è la divina epifania della Sapienza donata e grembo fecondo della Verità accolta.
  • … ed è pioggia di parole e di suoni in un deserto di pensieri e di mutismo.

Saturi di rumori, percossi da aggressività, inquinati da aria malefica, soltanto il silenzio, santuario della nostra intimità, armonizza l’io con se stesso aprendosi al dialogo con gli altri. Bisogna fermarsi per tornare al silenzio del cuore, nella casa, nel quartiere, nelle strade. Dentro le nostre città di distrazione, di disperazione, di dispersione e di alienazione, il silenzio è l’eremo del cuore dove ci s’incontra con se stessi e dove ci si riconosce e ci si ricostruisce con gli altri. Com’è urgente un anno sabatico di silenzio, senza squilli di trombe, senza baccano che stordisce, senza urli violenti e strepiti assassini che stordiscono. Solo il silenzio apre il nostro orecchio alla voce che risuona nell’intimo di tutte le cose. Solo chi sa tacere ne percepisce il mistero e ne avverte i palpiti della vita. La via del silenzio è il cammino dei sapienti che sanno percorrere il deserto per trovare la fonte della vita: l’Eterno Amore Infinito!

  • La delusione è sempre frutto d’illusione che fa credere di essere quel che si vorrebbe essere ma, di fatto, non si è. L’illuso deluso è sempre portatore di guerre d’ogni genere. Accorgersi, invece, del proprio limite è vero segno di grandezza. Limite è tutt’altro che imbecillitas humanae mentis. Si è veramente grandi quando si avverte il proprio limite e non ci si autogratifica e autoesalta, mitizzandosi.
  • Il più prezioso, il più raro fiore sbocciato in un’ora felice della libertà di spirito è, all’amico, l’amico. L’amicizia, quella vera ed evangelica, si edifica come si compone un’opera d’arte. Non conosce costrizioni né esige contraccambi. Per questo è sempre slancio e ascesi, entusiasmo e intimità. Però, bisogna sempre guardarsi dai falsi amici. Essi sono i veri nemici che ti usano per i loro interessi e poi ti tradiscono distruggendoti. La falsa amicizia è sempre malattia pericolosa e tarlo che corrode e distrugge persone e valori. Per uscire dalla sua prigione bisogna togliere dal volto quella maschera che rende amabili ipocriti. Il vero amico ha sempre il volto luminoso della verità. Il sacramento dell’amicizia è dono squisito di Gesù: Ecco il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di chi dona la propria vita per i suoi amici. Voi siete miei amici se fate ciò che vi comando (Gv 15,12-14). L’amore salvifico d’amicizia discende dal Padre a Gesù, da Gesù ai suoi, dai suoi a tutti gli uomini.
  • La giovinezza dello sguardo è perenne svelamento di luce interiore che rivela giovinezza di spirito armonizzata con sensibilità sempre al limite tra accensione intuitiva e sofferta solitudine che illuminano il volto nelle molteplici espressioni tra sorriso arguto e amabile calore umano. Solo l’ipocrita ha il volto di satana.
  • Quando la parola tocca la mente, è invito ad allargare la visione. Quando la parola tocca il cuore è invito a resistere nell’attesa. I raccolti senza solchi d’invisibilità e senza silenzi di pazienza sono frutti senza vita e senza gusto. La pretesa che prende il posto dell’attesa è presunzione e rifiuto dei tempi di maturazione che generano la gioia della novità di vita.
  • Bisogna costruire la persona umana, quella vera e autentica. Si può costruirla non esibendo titoli e ruoli, ma rovesciando evangelicamente le misure del “piccolo” e del “grande”; annullando le distanze e mettendo in evidenza la varietà di quelle differenze che costruiscono le distanze. Guai se le differenze, carismi pregiati dello Spirito, si trasformano in divergenze che allontanano, distruggono e annullano la persona umana.
  • Ogni giorno che passa è un balzo in avanti, è come un approdare alle rive misteriose del mare infinito dell’esistenza. Ogni approdo, però, comporta sempre il fascino di salpare ancora per continuare a ripartire nell’avventura fascinosa e drammatica della vita.
  • La speranza che il deserto fiorirà e che immensi campi di rovi e di pietre saranno trasformati in giardini di frutti e di fiori in sinfonici e luminosi colori, è sicurezza che solo allora l’Amore rivivrà!
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