Quaresima: rinfrancare i cuori con l’ascolto della missione

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Con il mercoledì delle ceneri la Chiesa introduce il credente nella Quaresima, che è un tempo liturgico durante il quale il cristiano si dispone, attraverso un cammino di conversione e purificazione, a vivere in pienezza il mistero della risurrezione di Cristo nella sua memoria annuale. Nel messaggio quaresimale papa Francesco quindi invita i fedeli a rinfrancare i cuori ed a convertirsi:

“Quando il popolo di Dio si converte al suo amore, trova le risposte a quelle domande che continuamente la storia gli pone. Una delle sfide più urgenti sulla quale voglio soffermarmi in questo Messaggio è quella della globalizzazione dell’indifferenza”.

Per comprendere meglio il messaggio del papa, che ci invita a vivere questo tempo come una ‘grazia’ abbiamo chiesto al direttore della rivista missionaria ‘Missione Oggi’, il saveriano padre Mario Menin, di spiegarci il significato di tale invito:

“L’invito di papa Francesco richiama quello di Gesù ai suoi discepoli che, di fronte ai conflitti, alle incomprensioni e ostilità suscitate dai suoi gesti e dalle sue parole, si scoraggiano, anzi molti lo abbandonano. Con lui resta solo un piccolo gruppo, cui Gesù rivolge una parola di incoraggiamento: ‘Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò’. Gesù rianima i suoi e li rincuora.

Ecco il senso evangelico di ‘rinfrancare’, che vale anche per noi oggi, nel vecchio mondo, dove le comunità ecclesiali si percepiscono prevalentemente assediate dalla crisi e continuano a sviluppare i vissuti tipici di tale condizione: vittimismo, chiusura, incapacità di cogliere il nuovo… Perciò, scrive il papa, abbiamo bisogno di sentire ‘il grido dei profeti che alzano la voce e ci svegliano’.

Mi piace qui menzionare tre figure di missionarie, che non hanno mai ‘alzato la voce’, ma hanno ‘gridato’ con la loro testimonianza umile e audace insieme: Olga, Lucia e Bernardetta. Missionarie saveriane, avevano tra i 75 e gli 83 anni. Sono state massacrate nei giorni 7 e 8 settembre scorsi a Kamenge, in Burundi.

Perché ucciderle? Perché in quel modo?, si è chiesta la direttrice generale dell’istituto, suor Giordana Bertacchini. L’assassino ha voluto farle tacere, oggi esse parlano più che mai. Questo evento poteva distruggerci, ha affermato suor Giordana, ci ha dato un nuovo coraggio”.

Il papa afferma che la Quaresima è un tempo di grazia: come si può conciliare con la penitenza?
“Parlare di Quaresima come ‘tempo di grazia’ vuol dire riscoprire il volto autentico del Dio di Gesù Cristo, la misericordia e la tenerezza, come ci ricorda spesso papa Francesco nelle sue omelie: ‘Dio non si stanca mai di perdonare’, ‘con una tenerezza che mai ci delude’.

Insomma la Quaresima non è anzitutto il tempo della penitenza. Non è il tempo delle tasse da pagare a Dio per i nostri peccati. Dio ‘non ci chiede nulla che prima non ci abbia donato’, afferma il papa. E continua: ‘Lui non è indifferente a noi. Ognuno di noi gli sta a cuore, ci conosce per nome, ci cura e ci cerca quando lo lasciamo’.

La Quaresima è dunque il tempo per contemplare la misericordia e la tenerezza di Dio, per ciascuno di noi e per tutto il mondo. Questa è la vera ‘penitenza’ per il cristiano: trasformare la propria vita in ‘grazia’, cioè in dono”.

L’indifferenza è una tentazione: come i cristiani possono combatterla?
“L’indifferenza è spesso citata nel ‘Francesco pensiero’, soprattutto come ‘globalizzazione dell’indifferenza’. E’ ‘una reale tentazione’, scrive il papa, anche per i cristiani oggi. Come combatterla?
Ascoltando la Parola di Dio e partecipando ai sacramenti, in particolare all’eucaristia, risponde il papa.

Nell’eucaristia, infatti, continua papa Francesco, ‘diventiamo ciò che riceviamo: il corpo di Cristo. In questo corpo quell’indifferenza che sembra prendere così spesso il potere sui nostri cuori, non trova posto’. E’ quello che è successo alle tre missionarie di Maria uccise in Burundi.

L’assassino credeva di rubare delle vite, ha detto la direttrice generale delle saveriane, in realtà non c’era più nulla da rubare. Le sorelle, la vita l’avevano già data, anche per il loro uccisore. Egli voleva fare la più grande delle rapine, ha trovato un dono”.

Il papa ha affidato ai cristiani due gesti: preghiera e carità. Quanto possono essere efficaci?
“La preghiera e la carità, che il papa ha affidato ai cristiani, sono gesti tipici della Quaresima. Sono i due modi infallibili per vincere la tentazione dell’indifferenza, che sembra prendere così spesso il sopravvento nei nostri cuori e nelle nostre comunità.

Essi ci fanno superare i confini visibili della Chiesa, in senso verticale (la preghiera ci mette in relazione con Dio) e orizzontale (la carità ci mette in relazione con il prossimo). Solo attraverso questi due gesti la Chiesa può uscire da se stessa, vivere la sua natura missionaria, ‘non ripiegata su se stessa, ma mandata a tutti gli uomini’.

E qui papa Francesco ci offre una delle più belle definizioni di missione: ‘La missione è ciò che l’amore non può tacere’”.

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