Concistoro: economia e abusi sessuali al centro delle relazioni

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Seconda giornata dei lavori del Concistoro che Papa Francesco ha voluto per presentare i progetti di riforma della Curia Romana. Dopo una giornata dedicata alla presentazione delle idee elaborate nel C9, il gruppo di cardinali che il Papa ha voluto come consiglieri, oggi è stata la volta delle relazioni dei responsabili delle nuove strutture economiche che nei primi due anni di pontificato Papa Francesco ha voluto creare.

Così è stata la volta del cardinale Pell che nel miglior stile del conferenziare economico, con una presentazione power point ha illustrato la struttura che guida, il Consiglio per l’ Economia.

Poi è stata la volta del vicecoordinatore del Consiglio dell’Economia, Joseph Zahra, che come ex presidente della Cosea ha descritto lo studio condotto l’anno scorso dalla Commissione pontificia sui problemi economico-amministrativi della Santa Sede.

é stato poi il cardinale Marx che ha illustrato il funzionamento del Consiglio per l’Economia.  Quarto relatore il presidente dello Ior Jean-Baptiste de Franssu che ha fatto il punto sulla situazione attuale e sulle sue prospettive.

Le domande di chiarimenti non sono mancate e non sono venute dai nei porporati, acora vestivi in viola e riuniti insieme in una parte dell’ Aula del Sinodo, ma dai cardinali già esperti in materia di Curia romana. Tra gli interventi anche espliciti apprezzamenti per l’impegno messo in campo nella riorganizzazione dell’amministrazione della Santa Sede nel senso “della trasparenza, della responsabilità, della integrità, della competenza” che conferiscono grande “credibilità” al cammino di cambiamento intrapreso dalla Curia Romana. Nel pomeriggio il cardinale O’Malley ha proposto una relazione sulla Commissione vaticana di tutela dei minori. Anche oggi erano assenti circa un terzo dei membri del Collegio cardinalizio.

Tra i temi al centro del dibattito il rapporto tra Santa Sede e Conferenze episcopali. Padre Federico Lombardi portavoce vaticano ha spieganto che si è parlato molto di  “sussidiarietà”, conservando ciò che di efficace viene già svolto in seno agli uffici della Santa Sede e cambiando, magari destinandolo ad altri, ciò che invece sia possibile migliorare:

“Tornava il criterio della semplificazione come criterio condiviso e considerazioni sul personale, che sia un personale qualificato dal punto di vista sia della competenza, sia anche dello spirito ecclesiale, della spiritualità, della dedizione e che venga dalle diverse parti della Chiesa in modo tale che la Curia rispecchi anche la ricchezza e la varietà della Chiesa universale. Ci sono stati anche interventi che sono tornati sul tema della responsabilità dei laici e in particolare anche delle donne e della loro presenza in posizioni anche di responsabilità nella Curia romana”.

Ovviamente la riforma sarà un processo lungo e sarà attuata per gradi.E su questo si è trovato un certo consenso “sul fatto che sia bene la possibilità di un’attuazione, anche graduale, quando ci sono decisioni o misure che sembrano mature, che possano cominciare ad essere attuate senza bisogno di attendere il completamento di tutta l’opera e che come dicevamo richiede anche un tempo prolungato”.

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