Papa Francesco all’udienza: i figli sono un “dono”. “Pregate per migranti e Concistoro”

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“I figli sono un dono”, un “regalo”; di più: “c’è uno stretto legame fra la speranza di un popolo e l’armonia fra le generazioni. La gioia dei figli fa palpitare i cuori dei genitori e riapre il futuro. I figli sono la gioia della famiglia e della società. Non sono un problema di biologia riproduttiva, né uno dei tanti modi di realizzarsi. E tanto meno sono un possesso dei genitori”. Papa Francesco dedica ai figli l’udienza generale del mercoledì, tenuta in piazza San Pietro di fronte a circa ventimila pellegrini e invita a pregare per le vittime della strage dei migranti e per il prossimo Concistoro: “Seguo con preoccupazione le notizie giunte da Lampedusa, dove si contano altri morti tra gli immigrati a causa del freddo lungo la traversata del Mediterraneo. Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso. Invito infine a pregare per il Concistoro che avrà luogo nei prossimi giorni. Lo Spirito Santo assista i lavori del Collegio Cardinalizio e illumini i nuovi Cardinali e il loro servizio alla Chiesa”.

Dopo aver parlato nelle scorse udienze delle figure della madre e del padre, il papa spiega che: “essere figlio e figlia, secondo il disegno di Dio, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, originale e nuovo”. Cita ampi aspetti della sua vita personale Bergoglio, parla di sua madre e del suo essere in cinque figli, “come dita di una mano”. “Ognuno di noi pensi nel suo cuore ai suoi figli se ne ha, e tutti noi pensiamo ai nostri genitori – ha detto il papa lasciando il testo scritto -, e ringraziamo Dio per il dono della vita”, sottolineando che “dopo i tre comandamenti che riguardano Dio stesso viene il quarto, che chiede ai figli, e tutti lo siamo! – di onorare il padre e la madre”.

“Un figlio – ha aggiunto il papa – lo si ama perché è figlio: non perché è bello, sano, buono; non perché la pensa come me, o incarna i miei desideri. Un figlio è un figlio: una vita generata da noi ma destinata a lui, al suo bene, al bene della famiglia, della società, dell’umanità intera”. E poi: “Essere figli è la condizione fondamentale per conoscere l’amore di Dio, che è la fonte ultima di questo autentico miracolo. Nell’anima di ogni figlio, per quanto vulnerabile, Dio pone il sigillo di questo amore, che è alla base della sua dignità personale, una dignità che niente e nessuno potrà distruggere”.

Un amore che è anche speranza: “I figli – spiega il papa – non devono aver paura dell’impegno di costruire un mondo nuovo: è giusto per loro desiderare che sia migliore di quello che hanno ricevuto! Ma questo va fatto senza arroganza, senza presunzione. Dei figli bisogna saper riconoscere il valore, e ai genitori si deve sempre rendere onore”. “Il legame virtuoso tra le generazioni – continua – è garanzia di futuro, ed è garanzia di una storia davvero umana. Una società di figli che non onorano i genitori è una società senza onore, destinata a riempirsi di giovani aridi e avidi. Però, anche una società avara di generazione, che non ama circondarsi di figli, che li considera soprattutto una preoccupazione, un peso, un rischio, è una società depressa. Se una famiglia generosa di figli viene guardata come se fosse un peso, c’è qualcosa che non va! La generazione dei figli dev’essere responsabile, come insegna anche l’Enciclica Humanae vitae del beato Papa Paolo VI, ma avere più figli non può diventare automaticamente una scelta irresponsabile”.

Nel salutare i pellegrini di lingua francese, il papa ha ricordato la solennità odierna della vergine di Lourdes e la XXIII Giornata internazionale dell’ammalato: “In comunione con tutti i pellegrini di Lourdes, prego la Vergine Maria per tutte le vostre famiglie; che sappiano sempre accogliere la vita con generosità e fare l’esperienza gioiosa della fraternità”.

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