Papa Francesco: ‘Curare un malato è curare Cristo’

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“Predicare e guarire: questa è l’attività principale di Gesù nella sua vita pubblica. Con la predicazione Egli annuncia il Regno di Dio e con le guarigioni dimostra che esso è vicino, è in mezzo a noi”. Così stamane il Papa introducendo l’Angelus e commentando il Vangelo di questa seconda domenica di febbraio.

Gesù – ha scandito Francesco – è “venuto sulla terra per annunciare e realizzare la salvezza di tutto l’uomo e di tutti gli uomini, Gesù mostra una particolare predilezione per coloro che sono feriti nel corpo e nello spirito: i poveri, i peccatori, gli indemoniati, i malati, gli emarginati. Egli così si rivela medico sia delle anime sia dei corpi, buon Samaritano dell’uomo. Gesù salva, cura e guarisce. E’ il vero Salvatore”.

Papa Bergoglio ha invitato i fedeli a “riflettere sul senso e il valore della malattia” anche in vista della Giornata Mondiale del Malato, in calendario il prossimo 11 febbraio. Bergoglio ha poi rivolto una preghiera per Mons. Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, attualmente in Polonia a causa di una grave malattia.

“L’opera salvifica di Cristo – ha proseguito il Papa – non si esaurisce con la sua persona e nell’arco della sua vita terrena; essa continua mediante la Chiesa, sacramento dell’amore e della tenerezza di Dio per gli uomini. Inviando in missione i suoi discepoli, Gesù conferisce loro un duplice mandato: annunziare il Vangelo della salvezza e guarire gli infermi. Fedele a questo insegnamento, la Chiesa ha sempre considerato l’assistenza agli infermi parte integrante della sua missione”.

Seguendo l’insegnamento del Maestro, la Chiesa considera “le persone malate come una via privilegiata per incontrare Cristo, per accoglierlo e servirlo. Curare un malato, è curare Cristo. Il malato è la carne di Cristo”. Nonostante i passi in avanti della medicina anche oggi “la sofferenza interiore e fisica delle persone suscita forti interrogativi sul senso della malattia e del dolore e sul perché della morte. Si tratta di domande esistenziali, alle quali l’azione pastorale della Chiesa deve rispondere alla luce della fede, avendo davanti agli occhi il Crocifisso. Pertanto, ciascuno di noi è chiamato a portare la luce del Vangelo e la forza della grazia a coloro che soffrono e a quanti li assistono, familiari, medici, infermieri, perché il servizio al malato sia compiuto sempre più con umanità, con dedizione generosa, con amore evangelico, con tenerezza. La Chiesa Madre cura attraverso le nostre mani le ferite con tenerezza di madre”.

Recitato l’Angelus Papa Francesco, parlando di Santa Giuseppina Bakhita, ha ricordato che oggi ricorre la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. “Incoraggio – ha spronato il Pontefice – quanti sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga, indegna di una società civile. Ognuno di noi si senta impegnato ad essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati nella loro dignità. Preghiamo la Madonna per loro e per i loro familiari”.

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