E’ Christoph Graf il nuovo comandante della Guardia Svizzera Pontificia

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Come previsto il nuovo Comandante della Guardia Svizzera pontificia è Christoph Graf, fino ad ora vice comandante. La nomina è arrivata oggi ed è stata pubblicata sul bollettino della Sala Stampa a differenza dell’annuncio della fine del servizio del precendente Comandante Daniel Anring: “Si dice che in Vaticano si può perdere la fede! Si dice! Ma io credo che si deve essere sempre realistici. La Chiesa è fatta da uomini e gli uomini sono fragili e peccatori. Questo mi ha fatto capire che il Vaticano non è, come si pensa da noi, un posto simile al Paradiso, dove sono solo i Santi che decidono. Il Vaticano è uno Stato composto da uomini. Come sono? Non sta a me dirlo, ma posso dire che qui ci sono anche i Santi.” Questo diceva qualche tempo fa il neo comandante in una intervista.

Graf racconta così la sua scelta di entrare nella Guardia: “Lavoravo alle Poste Svizzere vicino casa mia e avevo già 25 anni. Un giorno ho pensato: “Ma che vita è questa? Andare sempre alla mattina al lavoro e tornare alla sera per i prossimi 40 anni? Non posso continuare così.” Volevo uscire dalla quotidianità. A Lucerna dove prima ho lavorato, ho visitato una mostra sulla Guardia Svizzera Pontificia. Ho preso un fascicolo informativo sul Corpo, l’ho letto attentamente e subito ho pensato che poteva essere qualcosa adatto a me, dal momento che per me la fede è sempre stata una cosa molto importante, il 2 marzo 1987 sono arrivato a Roma.”

Da allora Christoph ha costruito la sua vita personale insieme alla sua fede e alla sua vita di servizio. La sua fede è rimasta viva ed ha anche trasmesso la sua particolare devozione a Padre Pio ai giovani svizzeri che arrivavano a Roma. Dopo gli anni indimenticabili con Giovanni Paolo II è arrivato Benedetto XVI: “Non è così come scrivono quasi tutti i giornali. E’ un uomo molto umile, che ha messo proprio tutta la sua vita a disposizione della Chiesa, un vero servitore.”

Sfogliando le pagine dei ricordi di 23 anni di servizio ci sono quelli passati come istruttore e poi come Sergente Maggiore. È lui che negli ultimi anni sostiene la bandiera del Corpo durante il Giuramento. Ma poi ci sono i ricordi del cuore:”Una cosa che non dimenticherò mai è stata la morte di Giovanni Paolo II. Sono stato tantissimi anni con lui, quasi 18 anni. Si può dire era come il tuo Papa che è andato via. Alla fine della sua vita ha sofferto tantissimo. Quando lo si vedeva, quando gli si stava vicino in servizio, si pensava: “Come soffre questo uomo!”.

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