Papa Francesco:la famiglia cristiana sotto attacco di forze potenti

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Come fare a “forgiare una società ispirata al messaggio evangelico della carità, del perdono e della solidarietà al servizio del bene comune” ? La ricetta la da Papa Francesco e lo ha fatto nelle Filippine a Manila con i sacerdoti e i religiosi con i quali ha celebrato la Messa nella cattedrale. Un appuntamento che ha riunito più di 2000 persone nella cattedrale appena restaurata e enssa in sicurezza per i frequenti terremoti che avvengono nel paese costati un milione e mezzo di dollari.

“Siete chiamati – ha detti il Papa a consacrati e sacerdoti- a costruire ponti, a pascere il gregge di Cristo, e a preparare valide vie per il Vangelo in Asia all’alba di una nuova era.” Parla del ministero della riconciliazione il Papa e aggiunge: “Proclamiamo la gioia del Vangelo. Poiché il Vangelo è la promessa della grazia di Dio, che sola può portare pienezza e risanamento al nostro mondo malato. Il Vangelo può ispirare la costruzione di un ordine sociale veramente giusto e redento.” Un appello alla conversione, all’incontro, a creare “circoli di onestà” in un paese Dove disuguaglianza e ingiustizia, sono profondamente radicate, e “macchiano il volto della società filippina, in palese contrasto con l’insegnamento di Cristo”. 
“Ambasciatori di Cristo” ecco cosa sono i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, per “rifiutare prospettive mondane, guardando ogni cosa di nuovo alla luce di Cristo.” Per questo il Papa chiede di essere i primi “ad esaminare la nostra coscienza, a riconoscere i nostri fallimenti e cadute e ad imboccare la via della conversione continua. Come possiamo proclamare la novità e il potere liberante della Croce agli altri, se proprio noi non permettiamo alla Parola di Dio di scuotere il nostro orgoglio, la nostra paura di cambiare, i nostri meschini compromessi con la mentalità di questo mondo, la nostra mondanità spirituale (cfr Evangelii gaudium, 93)?”

Preghiera quindi e unione con Cristo nella carità. “La grande minaccia a ciò, naturalmente, è cadere in un certo materialismo che può insinuarsi nella nostra vita e compromettere la testimonianza che offriamo. Solo diventando noi stessi poveri, eliminando il nostro autocompiacimento, potremo identificarci con gli ultimi tra i nostri fratelli e sorelle. Vedremo le cose sotto una luce nuova e così potremo rispondere con onestà e integrità alla sfida di annunciare la radicalità del Vangelo in una società abituata all’esclusione, alla polarizzazione e alla scandalosa disuguaglianza.”

Una presenza che sia testimonianza anche in mezzo ai giovani, soprattutto a quelli che “vivendo in mezzo ad una società appesantita dalla povertà e dalla corruzione, sono scoraggiati, tentati di mollare tutto, di lasciare la scuola e di vivere per la strada.”

Il Papa ripete con forza che si deve proclamare “la bellezza e la verità del matrimonio cristiano ad una società che è tentata da modi confusi di vedere la sessualità, il matrimonio e la famiglia. Come sapete queste realtà sono sempre più sotto l’attacco di forze potenti che minacciano di sfigurare il piano creativo di Dio e di tradire i veri valori che hanno ispirato e dato forma a quanto di bello c’è nella vostra cultura.” E il Papa conclude la sua omelia con un grazie ai filippini per la creatività della loro fede: “ I Filippini sono dovunque conosciuti per il loro amore a Dio, per la loro fervente pietà e la loro calorosa e cordiale devozione alla Madonna e al suo Rosario. Questa grande eredità contiene un forte potenziale missionario.”

La preghiera a Maria è perché in ogni vescovo, sacerdote e consacrato ci sia “una tale abbondanza di zelo” da potersi spendere “con abnegazione al servizio dei fratelli e delle sorelle. In tal modo, possa l’amore riconciliatore di Cristo penetrare ancora più interamente nel tessuto della società filippina e, attraverso di voi, nei più lontani angoli del mondo.”

Dopo aver celebrato la Santa Messa nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione, nel cuore di Manila, il Papa ha visitato uno dei centri di Anak-Tnk,  fondazione, che aiuta i bambini di strada, molti dei quali sono vittime della prostituzione e della droga. Durante la visita al di fuori del programma ufficiale, come riporta I.MEDIA, il Papa è stato accolto da circa 300 bambini provenienti da diversi centri della fondazione guidata da un sacerdote francese che aveva inviato migliaia di lettere e disegni al Papa per invitarlo a incontrarli.

Padre Matthew Dauchez, 39 anni,  di Versailles  dirige la fondazione creata da un gesuita francese per l’accoglienza dei bambini di strada.

La Fondazione Anak-Tnk sta attualmente lavorando con un migliaio di bambini, di cui 250 di età compresa tra 18 mesi a 22 anni provengono dalle strade e sono accolti in quindici centri in vaste metropoli di Manila. Molti di questi bambini hanno lasciato a casa e ha attraversato la prostituzione minorile, o droghe.

 

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