Successo al cinema per ‘Io sto con la sposa’

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A tre mesi dall’uscita nelle sale cinematografiche il film è ancora in programma dopo 13 settimane, superando la quota di 100.000 spettatori e nel mese in corso è in programma in 32 città italiane; ‘Io sto con la sposa’, il film ‘prodotto dal basso’, è considerato uno dei casi cinematografici dell’anno appena trascorso: 228 le città italiane raggiunte da questa storia, “100.000 le persone che credono che il cielo è di tutti, hanno commentato i promotori su Twitter, e che stanno colorando l’Italia di bianco, con tanti flashmob di spose”.

Il segreto del successo consiste in quello che Gabriele del Grande, uno dei registi, definisce un esperimento di un nuovo modo di fare cinema “distribuire contemporaneamente il film sia al cinema che con le proiezioni dal basso organizzate dalle associazioni. Anziché entrare in conflitto, le due distribuzioni si sono date manforte. Così, da un lato la distribuzione ufficiale di Cineama ha portato il film in 159 sale di 117 città, raggiungendo 60.000 spettatori. Dall’altro con le associazioni abbiamo portato il film a 40.000 spettatori in 148 location diverse in 111 città”.

Inoltre, da fine gennaio partirà la distribuzione del film nelle scuole: sia con le matinée al cinema Agis Scuole che con le proiezioni in classe con gli insegnanti. La sinossi è semplice: un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra, e decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia.

Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri però, decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un’amica palestinese che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati. Così mascherati, attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri.

Un viaggio carico di emozioni che oltre a raccontare le storie e i sogni dei cinque palestinesi e siriani in fuga e dei loro speciali contrabbandieri, mostra un’Europa sconosciuta. Un’Europa transnazionale, solidale e goliardica che riesce a farsi beffa delle leggi e dei controlli della Fortezza con una mascherata che ha dell’incredibile, ma che altro non è che il racconto in presa diretta di una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma tra il 14 e il 18 novembre 2013.

Secondo l’intenzione dei registi il film è non solo “un film documentario ma anche un’azione politica, una storia reale ma anche fantastica. ‘Io sto con la sposa’ è tutte queste cose insieme. Non abbiamo scritto dialoghi né personaggi, ma abbiamo organizzato il viaggio ragionando per scene. Abbiamo cioè immaginato delle situazioni all’interno delle quali far muovere liberamente i nostri personaggi, ormai abituati alla presenza delle telecamere. Le riprese quindi hanno sempre dovuto seguire le esigenze dell’azione politica, perché in Svezia ci dovevamo arrivare davvero, non solo per il film. E dovevamo arrivarci il più in fretta possibile.

Questo ovviamente ci ha imposto dei ritmi di lavoro durissimi. Il fatto di condividere un grande rischio e un grande sogno inevitabilmente ci ha uniti. E questa esperienza ha cambiato il nostro modo di vedere le cose, ci ha aiutati a mettere a fuoco una nuova percezione della frontiera, un linguaggio che, senza cadere nella trappola del vittimismo, riuscisse a trasformare i mostri delle nostre paure negli eroi dei nostri sogni, il brutto in bello, i numeri in nomi”.

Il film ha una particolarità unica in Italia: è stato realizzato grazie ai 2.617 produttori dal basso di 38 paesi diversi che, con la loro quota, hanno raccolto in due mesi € 100.000 (il crowdfunding più riuscito d’Italia e non solo) che hanno permesso di coprire le spese del viaggio, della produzione e di realizzare il sogno della Biennale di arte cinematografica di Venezia: essere tra i 55 film selezionati, a fronte di 3.377 candidature.

Così dopo la ‘standing ovation’ del pubblico il docu-film ha ottenuto anche tre meritati premi alla 71^ Mostra del Cinema: il Premio FEDIC (Federazione Italiana Cineclub); il premio ‘HRNs – Human Rights Nights Award’ per il Cinema dei Diritti Umani ed il Premio di critica sociale ‘Sorriso diverso Venezia 2014’. L’associazione dei cineclub italiani ha definito il film “prototipo di un possibile modello di cinema indipendente e partecipato sia a livello produttivo, in quanto finanziato attraverso il contributo di migliaia di potenziali spettatori divenuti mecenati del cinema che vorrebbero, sia a livello autoriale attraverso il coinvolgimento degli stessi autori nella realizzazione dell’opera.

Il film incarna un’idea di cinema eticamente combattiva, e quindi di grande rilievo dal punto di vista conoscitivo e didattico”. Mentre il Premio di critica sociale ‘Sorriso diverso Venezia 2014’ è stato assegnato perché: “l’idea del film esprime grande creatività, coraggio ed una originalità che non è facile raggiungere in momenti in cui sembra che tutto sia già stato detto. ‘Io sto con la sposa’ si caratterizza:

per lo sguardo originale, che ci restituisce, forse per la prima volta, degli immigrati clandestini sbarcati a Lampedusa non come semplici numeri statistici ma come esseri umani, dotati di proprie individualità, spiritualità e talenti, rimessi a lucido e con vestiti da cerimonia e non con i giacconi laceri con i quali siamo abituati a vederli; per il grande e coraggioso esempio di disobbedienza civile contro leggi inumane; per la forza delle immagini di molte scene; per la innovativa forma di produzione dal basso che è riuscita a coinvolgere più di 2600 mini produttori; realizzando così il primo e più importante film italiano in crowdfunding e, forse, uno dei maggiori a livello mondiale”.

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