2015 in ripresa grazie alle famiglie

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Dopo due anni difficilissimi, gli indicatori mostrano che l’economia ha rallentato la caduta; ma la crescita stenta a ripartire, soprattutto per numerose famiglie. Comunque dopo cinque anni di perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni, il rapporto Coop per il 2015 prevede una lieve ripresa dei redditi delle famiglie e dovrebbero tornare finalmente positivi anche i consumi, che con una minima variazione positiva stimabile in un +0,7%, farebbero comunque segnare il miglior risultato degli ultimi 5 anni.

Oltre agli acquisti di smartphone e tablet, ancora in crescita (+5%), riprenderanno vita i consumi di sostituzione di beni durevoli, come i grandi elettrodomestici (+1,2%) e le auto (+2,5%). In lieve ripresa anche il mercato immobiliare. Attesa una crescita anche per i servizi per la persona: tempo libero (+2,7%), sanità (+2,1%), benessere (+2%). In fondo alla classifica i carburanti (ancora in contrazione nel 2015 con un -2%), l’abbigliamento e l’alimentare.

A parte elettrodomestici, auto e tablet però il vero ‘vincitore’ sarà nel 2015 il mondo dell’online: l’e-commerce ha fatto segnare nel periodo natalizio una crescita stimabile in quasi il 30% e dai 14 miliardi del 2014 ci si attende un aumento di 3 volte nel prossimo quinquennio, arrivando a superare i 40 miliardi all’anno. Il comparto alimentare si presenta stagnante o con margini di recupero limitati. Dal 2006 al 2014 ha perso il 12% e proiettandosi verso il 2016 le cose non sembrano migliorare: la spesa risulta ancora inferiore di quasi 20 miliardi rispetto ai livelli di 10 anni prima.

Nel 2015 si rafforzeranno gli stili alimentari emergenti: diete bio, veg, gluten free e per le intolleranze alimentari faranno registrare aumenti a due cifre. Nell’alimentare gli italiani hanno sviluppato una capacità di innovazione che permette loro di rivoluzionare il carrello della spesa e difendere i propri consumi, continuando a risparmiare, come ha detto Albino Russo, responsabile dell’Ufficio studi economici di Ancc-Coop, associazione nazionale delle cooperative dei consumatori:

“Il recupero del reddito reale a disposizione delle famiglie è il dato significativo su cui si chiude il 2014 e si apre il 2015 ed è frutto di diverse azioni: sicuramente la politica fiscale meno restrittiva varata dal governo (bonus fiscale e possibilità di trattenere in busta paga l’accantonamento del Tfr) ma anche gli effetti della minore inflazione e il crollo del prezzo del petrolio. E’ altrettanto significativo che a fronte di un aumento dei redditi reali non si registri un più robusto aumento dei consumi.

L’Italia è un Paese vecchio e immobile che potrà tornare a guardare con fiducia al futuro solo quando redditi e ricchezza smetteranno di essere ostaggio di quanti non trovano motivo di spenderli e potranno invece essere utili ai progetti di vita delle nuove generazioni fin qui frustrati da questa lunghissima recessione”. Quindi il 2015 per le famiglie italiane sarà ancora meno spesa, più internet, più sharing e nuove politiche per la natalità.

Infatti l’unico dato che preoccupa gli analisti dei consumi sono le nascite, che nel 2013 si sono attestate a 514.000, come ha affermato sempre Albino Russo nel commentare i dati: “In Francia, la sola crescita demografica garantisce alla grande distribuzione un più 0,5% all’anno… Il grande ipermercato è per famiglie grandi, con grandi consumi, che si spostano in automobile, che tengono da parte grandi scorte. Noi abbiamo sempre più famiglie piccole, magari senza macchina, che stanno riducendo anche le scorte in casa…”.

Il calo demografico si trova così ad essere allo stesso tempo effetto e causa della crisi: basti pensare che, aggiunge Russo, le spese per i bambini sono scese di più della media, conseguenza del fatto che le giovani coppie con figli hanno sofferto la recessione più degli altri. Quindi l’Italia non è ancora uscita dal tunnel della crisi e i bilanci delle famiglie sono sotto pressione: la diminuzione del reddito disponibile reale nell’arco di appena 6 anni supera il 10% (-10,2%), la disoccupazione è alle stelle (ha toccato il 12% nei primi mesi del 2013, ai massimi dal 1977) e sono soprattutto i più giovani sotto i 18 anni di età a rischiare l’esclusione sociale.

Inoltre, il rapporto afferma che senza un’azione del governo a sostegno della domanda interna e un forte impegno degli operatori economici più importanti, a partire dalle banche, chiamati a sostenere le famiglie non ci sarà una ripresa significativa del paese. Quindi l’allungamento della vita media e la rinuncia ai figli condannano l’Italia alla recessione.

L’unico terreno su cui gli italiani non retrocedono è quello dei giochi: la spesa in scommesse, giochi e lotterie, al lordo delle vincite sfiorerà € 100.000.000.000 e circa 3.000.000 sono gli italiani a rischio ludopatia. Però in conclusione il rapporto considera il presente anno quello di una lieve e salutare ‘ripartenza’ solo se si tengono in considerazione le famiglie, come ha affermato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia:

“A dispetto anche degli ultimi inquietanti dati estivi sui consumi, crediamo che non sia corretto immaginare una recessione senza fine. Pensiamo invece che il 2015 possa essere l’anno dell’inversione di questo trend molto negativo, a patto che si operi per il sostegno alla domanda interna con provvedimenti a favore delle classi più deboli, con investimenti strutturali di ammodernamento del Paese, con politiche di riattivazione del credito alle imprese. E’ decisiva nel medio periodo la ripresa di una politica di riforme, a partire dalle liberalizzazioni e dai provvedimenti antimonopolistici che generino ricadute positive sul potere di acquisto delle famiglie (farmaci, energia, servizi finanziari)”.

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