Padre Lombardi sui nuovi cardinali
Rispetto al numero di 120 elettori, vi erano 12 posti “liberi” nel Collegio oggi o nei prossimi mesi. Il Papa ha superato leggermente questo numero, ma si è mantenuto molto vicino ad esso, cosicché esso è sostanzialmente rispettato.
Il criterio più evidente è quello della universalità. Fra i nuovi elettori sono rappresentati 14 Paesi diversi, dei quali 6 attualmente non avevano un cardinale e alcuni non lo avevano mai avuto. Se si contano anche gli Emeriti i Paesi rappresentati sono 18. Fra gli elettori, ve ne sono 5 per l’Europa, 3 per l’Asia, 3 per l’America Latina (compreso Messico), 2 per l’Africa e 2 per l’Oceania.
Non vi sono nuovi cardinali per l’America Settentrionale (USA e Canada) perché il loro numero è già consistente ed è rimasto stabile dallo scorso anno. (Vi è un nuovo cardinale messicano). Si nota la presenza di Paesi che non avevano avuto un cardinale (Capo Verde, Tonga, Myanmar…), di comunità ecclesiali piccole o in situazioni di minoranza. (Il Vescovo di Tonga è Presidente della conf. Episcopale dell’Oceano Pacifico; la Diocesi di Santiago de Cabo Verde è una delle più antiche diocesi africane; la Diocesi di Morelia in Messico è in una regione travagliata dalla violenza).
Si nota il fatto che vi sia un solo nuovo Cardinale della Curia romana, mentre attualmente i cardinali “romani” sono circa un quarto degli elettori. Evidentemente il Papa intende considerare compiti cardinalizi quelli dei Prefetti delle Congregazioni e di poche altre istituzioni importantissime della Curia, come in questo caso il Tribunale della Segnatura.
Si conferma che il Papa non si ritiene vincolato alla tradizione delle “sedi cardinalizie” ‐ che era motivata da ragioni storiche in diversi Paesi ‐ per cui il cardinalato era considerato quasi “automaticamente” legato a tali sedi. Abbiamo invece diverse nomine di Arcivescovi o Vescovi di sedi che in passato non avevano avuto un cardinale. Ciò vale ad esempio per l’Italia, la Spagna, il
Messico.
Per gli Emeriti è da notare quanto il Papa ha detto nella sua breve introduzione: “essi rappresentano tanti vescovi che, con la stessa sollecitudine di pastori”, hanno servito come pastori di diocesi, ma anche nella Curia e nel servizio diplomatico. La nomina cardinalizia vuole essere quindi un riconoscimento dato simbolicamente ad alcuni, ma riconoscendo i meriti di tutti.
Il nuovo cardinale più giovane è l’Arcivescovo di Tonga, Mons. Mafi (1961) che diventa il membro più giovane del Collegio cardinalizio.
Il più anziano è l’Emerito di Manizales, Mons. Pimiento Rodríguez (1919).