I giovani di Taizè si danno appuntamento a Valencia

Condividi su...

La terra spagnola, con la città di Valencia, ospiterà il prossimo incontro internazionale dei giovani della comunità ecumenica di Taizé dal 28 dicembre 2015 al 1 gennaio 2016. L’arcivescovo di Valencia, il card. Antonio Cañizares, ha espresso ‘profonda gratitudine’ ed ha incoraggiato i giovani a partecipare:

“Sarà un incontro di Chiesa, un raduno di preghiera per l’unità di tutti i cristiani e servirà per una ‘scossa’ alla Chiesa di Valencia… Siamo una chiesa che crede in Gesù Cristo, una Chiesa unita, una Chiesa che soddisfa il desiderio del Signore che tutti siano uno affinché il mondo creda, perché credere è dove la speranza c’è davvero”.

Inoltre frère Alois ha anche annunciato che nel mese di aprile si recherà a Mosca con un centinaio di giovani provenienti da vari paesi per celebrare la Pasqua ortodossa e visiterà anche Minsk, Kiev e Lviv. Nelle meditazioni serali frère Alois ha ribadito ai giovani la sua gioia per questo incontro:

“E’ una gioia che l’incontro europeo abbia riunito cristiani di confessioni differenti e anche persone che non condividono la fede in Cristo, ma che cercano di essere operatori di pace. Cristo ha dato la sua vita per raccogliere tutti gli esseri umani in una grande famiglia. Egli chiama coloro che lo seguono a essere un segno della sua pace nel mondo. E’ per costituire un simile segno che la riconciliazione tra i cristiani è così urgente”.

Ricordando di essere nella patria di Giovanni Hus, ha elencato alcune azioni per vivere l’unità come gli Apostoli: “E’ quando erano riuniti sotto lo stesso tetto, anche con Maria, che gli apostoli hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo. E lo Spirito Santo ci unisce sempre con le nostre diversità… In una comunità locale, possiamo metterci sotto un unico tetto, tra vicini di casa e famiglie, un po’ come in ‘comunità di base’, per pregare insieme, aiutarci a vicenda, diventare più familiari gli uni degli altri.

Tra le comunità locali di confessioni differenti esiste già una collaborazione nello studio della Bibbia, in un lavoro sociale e pastorale, la catechesi. Potrebbe essere intensificata. Ogni comunità faccia con i cristiani di altre confessioni tutto ciò che è possibile fare insieme, e non faccia nulla senza tenere conto degli altri… Tutti i credenti hanno ricevuto una parte di dono pastorale per vegliare gli uni sugli altri. La famiglia cristiana che è la Chiesa ha bisogno anche di ministeri d’unità a tutti i livelli.

Un ministero di comunione a livello universale è tradizionalmente associato al Vescovo di Roma. Non potrebbe essere riconosciuto come il servo che veglia sulla concordia dei suoi fratelli e sorelle nella loro grande diversità? Non sarebbe possibile che le Chiese immaginino forme diverse di riferimento a questo ministero?..

Accettiamo di avanzare su una via che non conosciamo in anticipo e appoggiarci su questa parola d’Isaia: ‘Farò camminare i ciechi per vie che non conoscono’. Noi diamo la nostra fiducia allo Spirito Santo affinché ci guidi su sentieri ancora sconosciuti. La sua ispirazione ci prepari a diventare autentici testimoni di comunione”.

Il giorno precedente frère Alois aveva ricordato ai giovani di essere il sale della terra: “Egli non dice ‘voi dovete essere’, ma semplicemente ‘voi siete il sale della terra’. Il sale è mescolato alla terra dell’umanità. Cristo c’invia ovunque a portare la buona novella dell’amore di Dio. Che meraviglia! Dio non effonde la sua pace magicamente dall’alto del cielo, ma attraverso la nostra vita. Pone la sua fiducia in noi. Ci invita a essere fermento di pace nella pasta dell’umanità. Questa umanità tragicamente lacerata dai conflitti armati o non”.

In questa missione Dio non lascia soli i giovani, ma li sostiene con i testimoni come frère Roger, che sarà ricordato in modo particolare: “A Taizé, oltre agli incontri di ogni settimana ce ne sarà uno per dei giovani che vivono la vita comunitaria, e un altro per giovani teologi. La settimana dal 9 al 16 agosto sarà quella di un ‘Raduno di giovani per una nuova solidarietà’”.

Ed ha spiegato cosa significa ‘nuova solidarietà’: “Nuova perché si tratta di prendere nuovamente la decisione di vivere la solidarietà. Ciascuno può fare della fraternità tra gli esseri umani e tra i popoli una priorità, contribuirvi con i doni ricevuti. Lo sforzo, o anche i sacrifici che ciò implica danno gioia e senso alla vita.

Nuova anche, perché ci troviamo di fronte a sfide sconosciute: come entrare positivamente nella globalizzazione, affinché essa non sia oppressione dei più poveri o delle culture minoritarie? Come vivere in un mondo sempre più tecnicizzato? Tra le problematiche più grandi ci sono indubbiamente le migrazioni e l’ecologia. Infine, nuova perché la solidarietà suppone un cambiamento di mentalità. Aiutare i più poveri sarà sempre necessario.

Ma il rispetto della dignità di ogni essere umano porta a uscire dall’atteggiamento di chi assiste per vivere una reciprocità. Coloro che sono più poveri di noi hanno molto da donare, ci umanizzano, talvolta ci fanno capire meglio il Vangelo in tutta la sua profondità. A Taizé non abbiamo soluzioni preconfezionate a questi gravi interrogativi, la nostra comunità vorrebbe piuttosto offrire una piattaforma per una ricerca, per incontri tra persone e iniziative diverse.

L’ascolto reciproco può far generare dei progetti, può condurre certuni a prendere decisioni forti per il loro futuro. Frère Roger cercava di vivere la fraternità, a non restare nella teoria. A 25 anni ha incominciato tutto solo a Taizé, poi sono arrivati i primi fratelli. Si sono impegnati insieme per tutta la loro vita. Frère Roger non aveva mai immaginato cosa sarebbe cresciuto da quel piccolo seme. La sua vita ci incoraggia a iniziare con quasi niente”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50