L’alfabeto del 2014. Un anno con Papa Francesco

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Dal dialogo con i non credenti all’attenzione per gli ultimi. Passando per le scelte di governo, e il rapporto con i media, che lo stesso Papa Francesco si è affrettato ad “aggiustare” al termine dell’anno. Il 2014, secondo di Pontificato di Papa Francesco, è stato denso di eventi, che vale la pena di ricordare. Korazym.org lo fa, come ormai consuetudine, con un alfabeto che vuole ripercorrere alcuni dei momenti più significativi dell’anno appena passato. Flash di memoria che servono a riannodare i fili della storia. Per fare al Papa davvero il regalo che lui vorrebbe di più: ovvero cercare di comprenderlo.

A come Atei e Agnostici Con loro, Papa Francesco ama dialogare. Le interviste e le conversazioni con Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica e autore del libro “Perché non credo” ne sono una testimonianza, nonostante questo abbia causato qualche incomprensione, tutta da decifrare . Ma durante l’anno, il Papa ha anche parlato di essere missionari ai confini dell’ateismo. Lo ha detto, per esempio, ai vescovi bulgari in visita ad limina in Vaticano lo scorso febbraio.

B come Beatificazione Quella di Paolo VI, che Papa Francesco ha definito un modello, specialmente per il suo lavoro con l’ Humanae Vitae. Il Papa che è entrato in conversazione con il mondo e che pure non si è fatto avvincere dal mondo, ma ha difeso la Chiesa . Un Papa di preghiera, come nessuno ha mai riconosciuto. Papa Francesco ha voluto idealmente collocare la sua beatificazione come coronamento del sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia. Un invito a seguire una strada?

C come Concistoro Quello del 22 febbraio 2014 ha colpito per alcune scelte, tutte tese a mostrare da una parte l’attenzione del Papa verso le periferie del mondo , dall’altro a dimostrare che non esistono più per il Papa diocesi da “berretta rossa” e diocesi che non lo sono. Quello del 2015 dimostrerà se Papa Francesco continuerà su questa strada.

D come Dialogo che per Papa Francesco riguarda prima di tutto la realtà della Chiesa in sé. Certo, c’è il dialogo con gli evangelici, il dialogo con i carismatici, il dialogo con le altre religioni… ma il Papa vuole prima di tutto che la Chiesa abbia un dialogo interno forte. Da qui, la scelta di dedicare dei concistori a dei temi specifici: ce n’è stato uno sulla famiglia, che ha creato molte controversie; ce n’è stato uno sul Medio Oriente; ce ne sarà uno per parlare delle riforme della Curia nel mezzo di una agenda molto fitta il prossimo febbraio. E poi, le riunioni del Consiglio dei Cardinali, gli incontri personali del Papa per confrontarsi sulle decisioni. Ma è un dialogo, più che collegialità. Perché poi è Papa Francesco ad avere sempre l’ultima parola. D’altronde, è lui stesso a riferirsi sempre alla Chiesa gerarchica.

E come Europa Due discorsi, uno al Parlamento Europeo, uno al Consiglio d’Europa. Fortissimi nei temi (vita, aborto, radici cristiane dell’Europa), e con accenni all’immigrazione e alla povertà che sono stati particolarmente apprezzati dal socialista Martin Schulz, presidente del Parlamento Europeo che per ben due volte si è presentato da Papa Francesco in visita . L’attenzione per l’Europa di Papa Francesco si misura in questi discorsi e nel fatto che ha voluto dedicare il viaggio a Strasburgo solo alle istituzioni europee, senza alcun momento pastorale. E in un discorso, rimasto inedito, dato ai vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. “Non capisco perché non siano passate le radici cristiane di Europa”, ha detto loro.

F come Fede “Non cedere allo scontro, ma fare largo uso della fede”.
“L’amore è misura della fede” . “Un buon esegeta deve avere una vita ricca di fede”. Queste, e molte altre, le frasi di Papa Francesco dedicate alla fede. Sempre presente nei suoi discorsi, nonostante certa pubblicistica voglia far credere che il Papa propone un’etica sganciata dalla fede. Ma ogni volta che c’è una falsa interpretazione, Francesco corregge il tiro. E prova a rimettere la fede al centro.

G come Geopolitica Ha parlato di “Terza Guerra Mondiale” a pezzi , e ha messo la diplomazia della Santa Sede al lavoro. L’ultimo risultato è la ripresa delle relazioni diplomatiche tra Cuba e Stati Uniti , in realtà il frutto di un lavoro diplomatico durato oltre trenta anni, e che ha avuto il momento decisivo nel momento in cui sia USA che Cuba non lo potevano più evitare . Poi c’è la preghiera per la pace in Medio Oriente nei Giardini Vaticani, in un’ideale prosecuzione del digiuno per la pace e la preghiera per la Siria del settembre 2013. E l’invio del cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in Iraq, per mostrare vicinanza concreta al dramma dei profughi iracheni . Ma c’è anche la scelta di non prendere una posizione netta in Venezuela, secondo una realpolitik che vuole aumentare il peso diplomatico della Santa Sede nel mondo.

I come Incontro Papa Francesco parla da sempre di una cultura dell’incontro. È solo attraverso quella che si possono raggiungere risultati, dice lui. È per lui alla base della buona politica, così come alla base della pace, perché può costruire “ponti, e non muri” . E sulla base di questo, il Cardinal Bertone, segretario di Stato emerito, ha potuto ben dire che “in Papa Francesco c’è molto spirito salesiano”.

L come Lontani Avvicinare i lontani, andare verso le periferie: Papa Francesco non nasconde che questo è il suo obiettivo. È la “Chiesa in uscita”, uno slogan spesso ripetuto dal Papa, che vuole – come ha spiegato nell’Evangelii Gaudium – che “tutti si mettano in uno stato di missione permanente.

M come Media Ha preso la parola di persona, per spiegare quello che è veramente successo al Sinodo dei vescovi in una udienza generale, correggendo le interpretazioni dei media. E korazym.org ha voluto fare al Papa il regalo di non fraintenderlo. Ma il rapporto con i media di questo pontificato risente anche delle grandi aspettative che sono state create intorno alla sua elezione. Fino a quando Papa Francesco dovrà continuare a correggere i fraintendimenti?

N come Novità Quando sta per iniziare il terzo anno di Pontificato, ci si chiede ancora se ci sono state novità sostanziali o se tutto vada letto nella continuità della Chiesa. Di certo, Francesco si è inserito in un solco di riforma, pur portando le sue personali caratteristiche al Papato, come tutti i Papi. La dottrina della Chiesa non è però cambiata. Anzi. Forse la novità vera sta nei discorsi agli officiali vaticani. Gli auguri di Natale si sono trasformati in una lunga lista di “peccati curiali”. Il discorso finale del sinodo è stata una catechesi sulle tentazioni. Raccomandazioni che danno il senso della semplicità del Papa. Che ha voluto incontrare per Natale anche i dipendenti vaticani. Una piccola novità anche questa.

O come Oriente Con il volto a Oriente, Papa Francesco ha viaggiato verso la Corea , ed è stato il primo Papa cui è stato concesso di volare sopra lo spazio aereo della Cina , che è sempre nei pensieri del pontefice. All’evangelizzazione dell’Est il Papa, da buon gesuita, crede moltissimo. Sarà in Sri Lanka e Filippine dal 12 al 19 gennaio.

P come Papa Emerito Quest’anno, non ci sono state foto a certificare lo scambio di auguri tra Papa Francesco e Benedetto XVI. Ma Benedetto XVI partecipa alla vita della Chiesa, come aveva detto Papa Francesco in una intervista al Corriere della Sera. E così, il Papa emerito ha presenziato al concistoro, concelebrato la Messa di Canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII  e la messa per la beatificazione di Paolo VI. Sempre in silenzio, e umilmente un passo indietro rispetto al Papa. Ma mantenendo il suo impegno intellettuale, con sporadici messaggi. Per esempio, ha sottolineato che la Chiesa deve preoccuparsi di mantenere “Gesù al centro della fede”  in un messaggio ai partecipanti a un seminario sui suoi libri su “Gesù di Nazareth”.

Q come Qualità Vuole una riforma dei cuori, Papa Francesco. Ma vuole anche una macchina curiale che funzioni con qualità. Dopo le Pontificie Commissioni referenti, due comitati stanno ora lavorando all’interno del Vaticano, uno per razionalizzare il mondo della comunicazione, e l’altro per definire il problema del fondo pensioni, da ridefinire perché le risorse non vengano a mancare in 20 anni. E intanto la Segreteria per l’Economia vara un manuale per le politiche di management. Sempre per avere una gestione efficiente, con tanto di sessioni formative per il nuovo metodo di stilare i bilanci. Dopo la riforma, i dicasteri vaticani dovrebbero avere il patentino di qualità.

R come Riforme C’è una bozza di riforma, con tanto di accorpamento dei dicasteri vaticani, che è ancora in discussione . C’è la proposta di una nuova introduzione alla Pastor Bonus. E poi c’è la grande riforma dell’economia vaticana, già in corso. E forse in vista un ruolo più centrale per la Segreteria generale del sinodo dei vescovi. Intanto, i nuovi organismi discutono dei loro statuti. La Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori dovrebbe averli pronti entro metà gennaio, e si spera che gli stessi tempi saranno rispettati per Consiglio dell’Economia e Segreteria per l’Economia. Per meglio definire le competenze e dare finalmente una forma compiuta alla riforma.

S come Sinodo Il cammino sinodale è in corso. Dopo l’accesa discussione del sinodo straordinario sulla famiglia, ora si attende quello che succederà al sinodo ordinario, di cui sono già pronti i lineamenta. Due anni di discussioni aperte, nello spirito di Papa Francesco, che vuole sviluppare maggiore sinodalità. Il modo in cui questa si dovrà sviluppare, è tutto da comprendere. Ma di certo il Sinodo si avvia ad essere un organismo centrale nella Chiesa targata Francesco.

T come Terrasanta Lo sguardo è sempre lì, alla terra dove Gesù è nato, morto e risorto. Lì Papa Francesco è andato in viaggio, per celebrare i 50 anni dallo storico abbraccio ecumenico tra Atenagora e Paolo VI . Lì ha voluto fare uno storico abbraccio con i suoi amici di sempre, Omar Abboud, musulmano, e Abraham Skorka, ebreo , con i quali aveva dato vita in Argentina al “trialogo” tra le tre grandi religioni monoteiste. Da lì è venuta l’idea di una preghiera per la pace in Terrasanta da tenere nei Giardini Vaticani. E da lì viene Shimon Peres, che ha proposto al Papa di fare da padrino ad una “Onu delle religioni” . Soprattutto, è lì la chiave per la pace in Medio Oriente. E allora è da lì che deve partire una “diplomazia dei gesti”. 

U come Ultimi L’esortazione ad impegnarsi per gli ultimi è costante nella predicazione di Papa Francesco. La Chiesa degli ultimi è stata protagonista dell’incontro di Papa Francesco con Barack Obama lo scorso marzo. L’impegno del Papa contro la tratta delle persone è segno di questa attenzione per gli ultimi. Così come il suo discorso ai Movimenti Popolari, una summa del pensiero di Francesco in termini di Dottrina Sociale.

V come Vangelo “Leggete ogni giorno un brano del Vangelo” è l’invito costante di Papa Francesco. Che un Vangelo lo ha anche distribuito, alla fine di un Angelus in Piazza San Pietro . E che ha chiesto ai consacrati, nell’anno dedicato a loro, di ripartire proprio dal Vangelo per svegliare il mondo.

Z come Zaino Quello che si deve portare sempre in spalla per andare nelle periferie esistenziali, magari proprio con il Vangelo tascabile. Quello dei volti dei rifugiati cui Papa Francesco fa sempre riferimento. E quello degli scout. “Il mondo ha bisogno di giovani coraggiosi,” ha detto loro Papa Francesco, incontrandoli.

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