2014 un anno con 23 operatori pastorali uccisi

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“Preghiamo perché, grazie anche al sacrificio di questi martiri di oggi, si rafforzi in ogni parte del mondo l’impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è un diritto inalienabile di ogni persona umana”.  Lo ha detto il 26 dicembre mattina Papa Francesco prima della preghiera dell’ Angelus nel giorno di Santo Stefano. Le parole di Francesco suonano come un segno di vicinanza a quanti soffrono a motivo della propria fede mentre nel mondo non si ferma la violenza contro i cristiani. 

Anche il 2014 ha fatto registrare violenze e uccisioni di sacerdoti e laici. Sono 23 gli operatori di pastorale attivamente impegnati nel mondo che negli ultimi dodici mesi hanno perso la vita. Sperando che,  negli ultimi giorni dell’anno,  il bilancio non cresca.  Lo scorso anno,  secondo l’Agenzia Fides,  furono 23. Quest’anno la cifra è stata eguagliata, nonostante gli appelli e l’impegno di del Papa. 15 sono i sacerdoti uccisi nel 2014, mentre le religiose che hanno perso la vita sono state 6. anche 2 laici in missione sono stati uccisi.  A detenere il primato è il grande continente americano,  specialmente nel Sud,  in linea con quanto accaduto nel 2013. Sono 11 gli operatori pastorali uccisi nel nuovo mondo,  di cui 2 negli Stati Uniti,  3 nel Venezuela e due nel Messico,  per citare i casi più numerosi.  7 le uccisioni invece in Africa,  di cui 3 in Burundi in un solo giorno,  lo scorso 7 settembre.  Due uccisioni anche nella Repubblica Centrafricana. 2 uccisioni si sono verificate anche in Asia,  in Siria e Malesia.  Il 4 maggio invece due uccisioni sono state eseguite in Oceania,  in Papua Nuova Guinea.  Anche in Europa, lo scorso 3 marzo,  è stata registrata l’uccisione di un religioso. 

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