Quarta domenica d’ Avvento

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“Non temere” è una delle espressioni chiave di questo brano del Vangelo di Luca. Infatti, non c’è nulla di cui ci si deve preoccupare, se ci si fida e ci si affida al Signore. Maria è nelle grazie de1 Padre e ha concepito un figlio. Non uno qualsiasi, ma il Messia, colui il quale avrebbe portato la salvezza. La grandezza di Maria, però, sta tutta nel farsi condurre da Dio, nell’aver accettato quanto il Padre aveva pensato per Lei; nell’avere accolto il volere del Padre e nell’avere, perciò, adempiuto con umiltà a1 suo destino. L’Eccomi di Maria è quello straordinario che spesso, troppo spesso, manca alla nostra vita. Lei si fida, nonostante la notte buia che è chiamata ad affrontare. Pensiamo alle difficoltà di dover giustificare il concepimento di un figlio prima ancora che fosse sposa di Giuseppe, in una cultura e in un tempo nel quale si veniva lapidati per queste cose. Anche Maria, come ogni ragazza, aveva i suoi desideri e i suoi progetti, i suoi sogni e le sue legittime aspettative. Con l’accoglienza delle parole dell’angelo lei, invece, dimostra una straordinaria capacità di mettere da parte ogni progetto persone per realizzare la volontà di Dio su di lei. Pensiamo a quanto sia difficile lasciare i nostri progetti, i nostri desideri, le nostre ambizioni per accettare il disegno di Dio! Un progetto, quelÌo divino, che non conosciamo a priori ma che ci sì svela passo dopo passo, attraverso strade e sentieri che ci sembrano tortuosi. Se, invece, siamo capaci di seguirlo con fiducia possiamo giungere alla santità che è il destino ultimo pensato dal Creatore di ogni cosa per ogni donna e ogni uomo.

Ed è così che Maria, come abbiamo visto, ha ricevuto, nello Spirito Santo, l’annuncio che avrebbe dato alla luce un figlio, al quale avrebbe imposto il nome di Gesù. La promessa dell’angelo, però, va oltre e lo Spirito Santo le fa percepire che questo figlio, di nome Gesù “sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo…”. Si tratta di una chiamata veramente straordinaria, lontana da ogni più fervida immaginazione. Maria accoglie così questo annuncio con umiltà, con tremore e timore e accoglie, accetta e affronta la realtà del proprio tempo non facendosi ostacolare dalle antiche consuetudini. Crede all’amore di Dio. Un Dio ci ama e che ci invita a costruire la vita sull’esempio di Maria. E’ Lei il modello credibile che abbiamo come punto di riferimento e siamo chiamati ad imitare nella nostra vita. E’ la prima credente della nuova alleanza, è 1a prima beata della storia della salvezza e pensando al nostro quotidiano, non è difficile trovare episodi nei quaÌi ci siamo sentiti chiamati a cambiare i nostri progetti, mettendo da parte le nostre aspettative.

Le circostanze ci hanno impaurito. L’insicurezza e la paura ha preso il sopravvento. Come abbiamo reagito? Quale è stata la nostra risposta e quali le conseguenze delle scelte compiute? Sia nel presente che nel futuro, saremo chiamati a prendere decisioni importanti nelle quali saremo invitati ad accettare proposte e situazioni. Se saremo capaci di accogliere nelÌo Spirito Santo i desideri del Padre, pur nella fatica e nella sofferenza, potremo dire a noi stessi di essere stati bravi imitatori di Maria? Se avremo dato ascolto al nostro “io” e al nostro “orgoglio”, è evidente che non saremo riusciti a fare la volontà del Padre. Rimetterci alla Sua volontà significa, perciò, riconoscere che è Lui che ci genera e che assicura nella nostra vita il concepimento di una nuova realtà. Tutto viene da Lui e, nello Spirito Santo, “nulla è impossibile a Dio”. Straordinario sarà fare la sua volontà fidandoci e affidandoci al suo amore misericordioso, che desidera solo il nostro bene.

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