Il Papa al CONI: la presenza amica del cappellano aiuta l’agonismo spirituale

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Udienza al comitato olimpico nazionale per Papa Francesco che ha ricordato ad una delegazione del CONI i cento anni di vita dal comitato. Il Papa ha ricodato i principi della Carta Olimpica “che tra i suoi principali scopi pone la centralità della persona, lo sviluppo armonico dell’uomo, la difesa della dignità umana, e inoltre «quello di contribuire alla costruzione di un mondo migliore, senza guerre e tensioni, educando i giovani attraverso lo sport praticato senza discriminazioni di alcun genere … in uno spirito di amicizia, solidarietà e lealtà» (Comitato Internazionale Olimpico, Carta Olimpica, 6).” Francesco ha ricordato che “ogni evento sportivo, soprattutto quello olimpico, dove si confrontano rappresentanti di nazioni con storie, culture, tradizioni, fedi e valori diversi, può diventare tramite di una forza ideale capace di aprire vie nuove, a volte insperate, nel superamento di conflitti causati dalla violazione dei diritti umani.”

Papa Francesco ha ripreso un tema a lui caro sulla attenzione ai più deboli che non devono essere esclusi. Lo sport “rappresenta la sfida a cui siamo chiamati tutti, non solo gli atleti: quella di assumere la fatica, il sacrificio, per raggiungere le mete importanti della vita, accettando i propri limiti senza lasciarsi bloccare da essi ma cercando di superarsi.” Il Papa ha parlato anche del lavoro educativo “nelle scuole, come pure quello nel mondo del lavoro e della solidarietà, per favorire uno sport accessibile a tutti, attento ai più deboli e alla fasce più precarie della società; uno sport inclusivo delle persone con diverse disabilità, degli stranieri, di chi vive nelle periferie e ha bisogno di spazi di incontro, socialità, condivisione e gioco; uno sport non finalizzato all’utile, ma allo sviluppo della persona umana, con stile di gratuità.”

Il Papa ha ricordato ai tantissimi giovani atleti riuniti nella basilica vaticana, che avevano assistito alla messa celebrata dal cardinale Ravasi, la figura del Cappellano Olimpico: “una presenza amica che vuole manifestare la vicinanza della Chiesa anche nello stimolare negli sportivi un forte senso di agonismo spirituale .Infatti ci sono alcune parole tipiche dello sport che sono riferibili alla vita spirituale. Lo hanno capito anche i Santi che hanno saputo interpretare la passione, l’entusiasmo, la costanza, la determinazione, la sfida e il limite con lo sguardo proiettato verso un oltre, oltre sé stessi verso l’orizzonte di Dio.” Il saluto del Papa si è concluso con gli auguri per la candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024.

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