Pontificia Commissione per la Protezione dei minori: ranghi completati

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Otto nuovi membri per la Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori. L’annuncio dell’allargamento della membership della commissione presieduta dal Cardinal Sean O’Malley era atteso da tempo. Ai primi sette membri, se ne sono aggiunti altri otto, provenienti dai cinque continenti. Tra loro, due vittime degli abusi. Si riuniranno finalmente a ranghi completi dal 6 al 9 febbraio, nel primo degli appuntamenti che porteranno poi al Consistoro per la creazione di nuovi cardinali del 14-15 febbraio.

Il primo della lista dei nuovi nomi è Luis Manuel Ali Herrera, colombiano, direttore del Dipartimento di Psicologia al Seminario Conciliare della arcidiocesi di Bogotà, e parroco. È uno psicoterapeuta anche Gabriel Dy Liacco, che proviene dalle Filippine ed è stato consulente pastorale per molte questioni di sanità mentale, incluse le vittime e coloro che hanno perpetrato gli abusi. L’Oceania è rappresentata da Bill Kilgallon della Nuova Zelanda e Kathleen McCormack dell’Australia: il primo è direttore dell’Ufficio Nazionale per gli Standard Professionali della Chiesa Cattolica in Nuova Zelanda, la seconda è una assistente sociale che ha lavorato per 29 anni come direttore del Welfare di CatholicCare nella diocesi di Wollongong, dove ha tenuto ruoli di leadership in Servizi Familiari, protezione del Bambino, cura dei senzatetto e servizi di disabilità.

Due anche le presenze africane. Suor Kayula Gertrude Lesa è una riconosciuta autrice di libri sui temi della protezione dei bambini, traffico di esseri umani, diritto dei rifugiati e diritto di informazione, ed è stata un membro del Forum Africano per la Dottrina Sociale della Chiesa. Suor Hermenegild Makoro, sorella missionaria impiegata nella diocesi sudafricana di Mathatha, ha lavorato per anni come insegnante di scuola superiori, ed è segretario generale della Conferenza Episcopale Sudafricana.

È in quota Stati Uniti, ma viene dalla Nuova Zelanda, la dottoressa Krysten Winter Green. Ha al suo attivo percorsi post-dottorali in teologia, sviluppo umano, psicologia religiosa e pastorale, e ha servito in molte diocesi nel mondo per aiutare i senzatetto e i malati di Aids. Il suo impegno contro l’abuso dei minori viene portato avanti sul terreno dell’assistenza forense, ma anche sul trattamento dei membri del clero che hanno perpetrato gli abusi.

Oltre a Mary Collins, un’altra ex vittima siederà tra i membri della commissione. È Peter Saunders, che è stato abusato quando era bambino, e ha fondato la NAPAC – l’Associazione Nazionale delle persone abusate da bambini, per supportare tutti i sopravvissuti e per sviluppare maggiori risorse nella risposta agli abusi di minori.

La Pontificia Commissione per i Minori ha così preso una forma definitiva. Si era partiti dall’esperienza del Simposio dell’Università Gregoriana “Verso la Guarigione e il Rinnovamento” e poi da quella del Centro per la Protezione dei Minori – che ha recentemente spostato la sua sede proprio a Roma. Da quell’esperienza, erano stati mutuati i primi membri della commissione, che ora si è finalmente data una forma internazionale, con una rappresentanza continentale che mira a collezionare e coordinare le esperienze di tutti i continenti.

All’appuntamento di febbraio, saranno finalmente messi a punto gli Statuti della Pontificia Commissione, e poi si dovrebbero discutere le linee guida dell’operato. Possibile che ognuno dei membri si occupi di un campo di competenza. Ma tutto è ancora da definire. Regista di tutto è monsignor Robert W. Oliver, segretario della Commissione, già Promotore di Giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede. Fu lui a gestire la risposta agli abusi a Boston, con una presenza costante sui giornali e una capacità di affrontare il problema che colpì il cardinal O’Malley. Ed è stato proprio O’Malley a volerlo come suo braccio destro in questa commissione che è stata la prima, vera iniziativa concreta scaturita dal Consiglio dei Cardinali.

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