Dal Belgio, la sfida per il Vangelo in Europa

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Le Chiese di Bruxelles vanno alte, quasi a voler colmare la distanza tra cielo e terra che si è createa nel corso degli anni. Anni in cui il Belgio, la nazione cattolica per eccellenza, dei fedeli che si erano staccati dai Paesi Bassi perché non volevano essere protestanti, ha subito una progressiva secolarizzazione. Oggi, i cristiani in Belgio vivono quasi come una minoranza silenziosa, mentre le sigle studentesche vengono educate alla “libertà” che poi è una libertà che non tiene conto di Dio. Eppure, i cristiani in Belgio sono molti. Ed è da qui che parte la nuova evangelizzazione. O meglio, la ri-evangelizzazione di una nazione che è sede anche dell’Europa senza radici, che – proprio come il Belgio – non ha riconosciuto le sue radici.

Di questo lavoro di evangelizzazione, protagoniste sono le Congregazioni religiose, e tra loro i Carmelitani Scalzi fanno un grande lavoro. Non sono una parrocchia, hanno un convento in Avenue de La Toison D’Or, a dieci minuti dal Parlamento Europeo, e da lì fanno un grande lavoro di diffusione del cristianesimo in un Paese che si è completamente secolarizzato, e in cui l’opposizione alla Chiesa è fortissima.

Padre Ermanno Barucco, veneto, priore del convento, racconta: “Qui in molti hanno visto il Concilio Vaticano II non tanto come una esigenza di rinnovamento della Chiesa in continuità con la tradizione, quanto come un primo passo verso un rinnovamento ancora più profondo, verso una creatività personale anche della stessa liturgia”.

Uno dei segnali è stato il progressivo abbandono dell’uso del Messale nelle celebrazioni, che però è “l’espressione dell’unità della Chiesa”.

Difficile per il Belgio reagire a questo secolarismo galoppante, che lo ha colpito proprio nel momento in cui le istituzioni europee prendevano sede lì, sebbene non ci sia una diretta connessione tra le due cose. Spiega padre Ermanno che “le grandi nazioni d’Europa, come l’Italia, la Spagna, la Francia, la Germania e l’Inghilterra, hanno vissuto la secolarizzazione nell’Ottocento, e la Chiesa ha saputo come riprendersi dalla secolarizzazione, ha trovato un nuovo modo.”

Ma “il Belgio si è trovato attaccato dalla secolarizzazione improvvisamente. La Chiesa in Belgio era tutto. Era presente a tutti i livelli sociali. Favoriva gli operai. Improvvisamente, c’è stato un gruppo che ha rifiutato in blocco la presenza della Chiesa Cattolica.”

Spiega padre Ermanno che “l’opposizione alla Chiesa, molto forte, si è sviluppata a livello sociale e politico per reagire a una Chiesa presente in tutto. E ora si sperimenta l’aspetto negativo per cui la Chiesa non può dire niente, non può parlare del suo messaggio.”

In questo contesto, il convento carmelitano fa una grande opera di evangelizzazione.

“Non incontriamo livelli troppo alti del Parlamento europeo. Però abbiamo tanti funzionari del Parlamento europeo che cercano qui, nella nostra chiesa, un punto di riferimento. Cercano un luogo dove si possa esprimere una umanità, lavorando in queste istituzioni che sappiamo essere molto burocratiche,” racconta padre Ermanno.

Il quale poi elenca anche le presenze virtuose della Chiesa nelle istituzioni europee, come il Foyer Catholique, o la COMECE, ma anche “la comunità linguistica italiana e polacca, che cercano di animare il rapporto con le istituzioni”.

Sulla visita di Papa Francesco al Parlamento Europeo, padre Ermanno sottolinea: “Ho l’impressione che Papa Francesco crea grandi attese di cambiamento nella Chiesa, ma mi sto chiedendo se le istituzioni europee si rendono conto che con la sua presenza Papa Francesco dimostra che anche loro necessitano un cambiamento,” perché “sia il viaggio a Lampedusa, così come i discorsi del Papa, forti, sull’obiezione di coscienza, rappresentano un messaggio per le istituzioni europee.”

Per parte loro, i Carmelitani si propongono di essere “il polo che attira le persone che chiedono umanità.”

“Nella nostra chiesa, un terzo dei nostri fedeli sono europei, molti lavorano qui per le istituzioni europee, segno che quando una comunità si offre con un volto chiaro e preciso e testimonia la sua fede, attira.”

(foto di Elia Garau)

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